A Venezia... un dicembre rosso shocking

Voto:

Poco dopo la prematura morte della figlia, il restauratore John Baxter (Donald Sutherland) e sua moglie Laura (Julie Christie) si trasferiscono a Venezia per lavoro cercando di dimenticare il dramma della perdita. A Venezia troveranno un ambiente sinistro e strani personaggi, fra cui due sorelle (Hilary Mason e Clelia Matania), una delle quali è una medium in contatto con lo spirito della figlia dei Baxter che vorrebbe avvertire i genitori che a Venezia corrono un terribile pericolo.

LA RECE

Thriller horror mystery stratificato e profondamente sinistro, fino ad un finale ben noto fra gli appassionati per essere davvero inquietante.

Prima degli anni '70, Nicolas Roeg non era noto come regista bensì come direttore della fotografia. Lavorò, fra gli altri, con Corman in la Maschera della morte rossa (1964) e con Truffaut in Fahrenheit 451 (1966). Nel 1970, Roeg debuttò dietro la macchina da presa con Sadismo, guadagnandosi una buona reputazione come regista di pellicole d’essai e di genere, benché i suoi film abbiano avuto un successo discontinuo. I lavori del regista sono caratterizzati da una struttura narrativa non lineare, da elementi ellittici, dal sesso vissuto come ossessione e da ritratti di alienazione sociale; la sua tecnica mescola il narrativo e il visivo, la tendenza è costruire pellicole che siano puzzle intellettuali con un ritmo non molto sostenuto. Non fu, però, il caso di A Venezia... un dicembre rosso shocking, la pellicola più commerciale del regista ma, allo stesso tempo, il suo prodotto più valido: un thriller che nei decenni non ha perso la sua capacità di stupire e spaventare. Tratto da un racconto della Daphne du Maurier de gli Uccelli (1963), e sfortunatamente un po' dimenticato in Italia forse per il titolo non azzeccatissimo che capitalizzava sul il giallo argentiano, A Venezia... un dicembre rosso shocking riassume in sé le tipiche tematiche del regista: il film è un gioco di ellissi temporali e montaggio frenetico che serve ad aumentare l'atmosfera minacciosa nella quale si muovono i protagonisti. Don't look now è tempestato di indizi visivi ed elementi che si combinano grazie, appunto, al montaggio: la scena iniziale della morte della figlia dei Baxter ne è un perfetto esempio. Il film è contemporaneamente un'esperienza emotiva e sensoriale e può essere interpretato a diversi livelli. Su un piano più superficiale, si tratta di una variazione di una tipica ghost-story con elementi romantici e un finale a sorpresa davvero spaventoso. Rispetto a questo finale, non sembra esagerato dire che pochi film come Don't look now possono vantare un epilogo così inquietante che ti si incolla alla mente anche a fine visione. Il film, tuttavia, non è costruito per sfruttare improvvisi momenti di paura ma è permeato da una tetra e logorante atmosfera. La pellicola può anche essere letta a un livello più profondo: si tratta di una meditazione sull'ingannevole natura della percezione e del destino, e come quest'ultimo possa essere radicalmente modificato dalla cattiva interpretazione dei piccoli segni nascosti nella realtà quotidiana. Nulla da dire sull'impeccabile performance dei due attori principali. Da segnalare, invece, la presenza nei panni del commissario Longhi di Renato Scarpa (il Sergio con le coliche di un Sacco bello, 1980) e anche quella di Leopoldo Trieste, spalla comica del nostro cinema. Tuttavia, il personaggio migliore del film è una Venezia lontana dai fasti carnevaleschi fatta di calli vecchie e decrepite con poster pubblicitari strappati e ombre inquietanti. Ottime le musiche di Pino Donaggio che con questo film esordisce come compositore cinematografico. A Venezia... un dicembre rosso shocking è un film che l'appassionato non può perdersi ma che potrebbe piacere anche a qualche non cinefilo. Consigliatissimo.

TRIVIA

Nicolas Jack Roeg (1928-2018) dixit: “Ci sono tre belle espressioni usate dai critici cinematografici: pretenzioso, gratuito, profondo, delle quali non capisco davvero il senso” (IMDb.com).

⟡ La scena di sesso fra Sutherland e la Christie fu un'idea dell'ultimo minuto del regista Roeg il quale s’era accorto che il film, in scrittura, presentava troppe situazioni di conflitto fra i coniugi e una scena d’amore avrebbe edulcorato un po’ le amarezze. Per togliersi immediatamente il sassolino dalla scarpa, Roeg volle che la prima scena da realizzare fosse proprio quella sessuale con Sutherland e la Christie che si erano appena incontrati sul set. Benché si sia detto che l’attrice fosse spaventatissima, si vocifera anche che il rapporto sessuale non fu simulato. 

⟡ L'attore Renato Scarpa non sapeva una parola d’inglese e così dovette imparare a memoria le battute senza sapere cosa significassero. 

⟡ Lo sceneggiatore Allan Scott ricevette una bella sorpresa nel vedere che, nella scena di sesso, si poteva vedere una bottiglia di Mecallan. Scott, ai tempi, era il presidente della società produttrice dell'alcolico.

Titolo originale

Don't Look Now

Regista:

Nicholas Roeg

Durata, fotografia

110', colore

Paese:

Italia, UK

Anno

1973

Scritto da Exxagon nell'anno 2010; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

commercial