la Maschera della Morte Rossa

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Il sadico Principe Prospero (Vincent Price) dà alle fiamme il villaggio di Cartania una volta accortosi che là si è diffusa la Morte Rossa. La pia Francesca (Jane Asher) prega Prospero di salvare le vite del padre e dell'uomo che ama, anche se il principe li vorrebbe morti. Prospero decide di portare tutti e tre al castello, luogo in cui lui, satanista convinto, cercherà di corrompere l'innocenza di Francesca. Tuttavia, la Morte Rossa ha promesso che gli sfortunati saranno liberati e, durante una festa in maschera al castello, fa la sua apparizione.

LA RECE

Uno dei Corman più raffinati, con attenzione per scenografie e fotografia e il solito Price che imperversa gigioneggiando. Interessanti pennellate di satanic-movie pionieristiche.

Sesto film di Corman tratto da un racconto di Poe, molto più sfarzoso dei precedenti grazie alla possibilità di utilizzare i set lasciati dalla produzione di Becket e il suo re (1964). Eleganti riprese all'interno di un sontuoso castello e stanze monocromatiche che succedono l'una all'altra fotografate con classe da un giovane Nicolas Roeg, anni dopo regista del pregevole A Venezia... un dicembre rosso shocking (1973). Come nella maggior parte degli adattamenti di Poe compiuti da Corman, l'uso del racconto originario è solamente uno spunto che viene dilatato per la lunghezza canonica di un film. Allo scritto di Poe viene fuso un altro racconto dello stesso scrittore, "Hop-Frog" (1849), e il tutto viene condito da un plot con sottesi satanistici, cosa abbastanza originale che fa de la Maschera della Morte Rossa il primo film hollywoodiano a citare il satanismo, a parte i due timidi tentativi precedenti fatti da the Black cat, (1934) e la Settima vittima (1943). Non siamo ai livelli dell'ondata horror-satanica inaugurata da Rosemary's baby (1968) ma i discorsi del Principe Prospero, che inneggia al Diavolo sostenendo che Dio è morto, sono decisamente blasfemi; in più, ci si può godere la splendida Hazel Court con una croce rovesciata marchiata sul decolleté. In pratica, tutto il film, prima del finale in cui appare la Morte Rossa per mandare tutti al macero, è un esercizio di sadismo e crudeltà da parte di Prospero e, quindi, anche un'ottima occasione per Vincent Price per mettere in scena i suoi vezzi e le sue gigionerie attoriali sempre ben accette. La nemesi di Prospero, più che la Morte Rossa che si fa attendere pure troppo, è la religiosissima Francesca interpretata da una bella Jane Asher però poco incisiva. La cura scenografica, alcuni movimenti di cinepresa e un certo richiamo a il Settimo sigillo (1967) di Bergman, nonché un finale in cui gli invitati ballano una Totentanz, hanno fatto gridare molti al capolavoro o, se non altro, al migliore film di Corman fra quelli tratti da Poe. Rimangono dei dubbi. L’eleganza del film è innegabile ma la scrittura dei personaggi è manichea, il plot è alquanto prevedibile e Price ha recitato meglio altrove, ad esempio in il Pozzo e il pendolo (1961). La Maschera della morte rossa resta, tuttavia, un gotico di grande qualità.

TRIVIA

⟡ Gli altri film di Corman tratti da Poe sono: i Vivi e i morti (1960), il Pozzo e il pendolo (1961), Sepolto vivo (1962), i Racconti del terrore (1962), la Città dei mostri (1963) però tratto da Lovecraft, e la Tomba di Ligeia (1964). 

⟡ È il primo film girato da Corman in Inghilterra. Lo realizzò in Terra d’Albione per sfruttare gli incentivi che al tempo ricevevano le produzioni con crew autoctone.

⟡ Esmeralda, la moglie del Rospo (Hop Toad), era impersonata dalla piccola Verina Greenlaw, al tempo così giovane da aver bisogno di essere doppiata da un'attrice adulta. Nella versione italiana la cosa è molto evidente, suggerendo l'idea che Esmeralda sia una nana o qualcosa del genere.

⟡ Jane Asher chiese a Roger Corman se un suo amico potesse visitare il set e unirsi a loro per il pranzo. La ragazza spiegò che l'amico era un musicista che avrebbe fatto il suo primo concerto a Londra. Alla fine del pranzo, Corman fece al giovane gli auguri per il concerto: il regista non aveva mai sentito parlare di Paul McCartney se non quando, il giorno dopo, lesse sul giornale che i Beatles avevano ottenuto un enorme successo per quel concerto. La Asher aveva incontrato la prima volta i Beatles nel backstage a un loro concerto, e subito tutti si erano innamorati di lei. Jane fu la ragazza di Paul McCartney per qualche periodo e, quasi per tutto il Sessanta, Jane fu la musa di Paul; la canzone "Here, there and everywhere" fu scritta per lei, e non fu la sola.

⟡ Edgar Allan Poe, per scrivere il breve racconto “Hop-Frog” si ispirò a un vero incidente occorso nel 1393, quando il re francese Carlo VI e cinque dei suoi nobili si vestirono da uomini selvaggi a una festa in maschera. Incatenati l'uno all'altro, a un certo punto una scintilla fece prendere fuoco ai vestiti dei sei. Quattro nobili morirono bruciati vivi. L'incidente divenne noto come "Le Bal des Ardents".

⟡ Il padre di Jane Asher fu il dottor Richard Asher, noto psichiatra, il primo a identificare la sindrome di Munchausen. Inoltre, un tipo di rosa ha preso il nome dall'attrice: la Jane Asher è una rosa da giardino che cresce per 30 cm in altezza, il fiore è rosso-rosa e sboccia d'estate.

Titolo originale

The Masque Of The Red Death

Regista:

Roger Corman

Durata, fotografia

89', colore

Paese:

UK

Anno

1964

Scritto da Exxagon nell'anno 2006; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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