Rosemary's baby - Nastro rosso a New York
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Voto:
Rosemary (Mia Farrow) e suo marito Guy (John Cassavetes), trasferitisi in un nuovo appartamento, diventano amici di una coppia di anziani vicini di casa, Roman e Minnie Castevet (Sindey Blackmer, Ruth Gordon); quest'ultima regalerà alla giovane Rosemary un ciondolo appartenuto a una ragazza morta suicida. Rimasta incinta dopo un rapporto sessua-le allucinatorio più simile a uno stupro che a un atto d'amore, a Rosemary verrà consigliato un nuovo ginecologo che le prescri-verà un disgusto beverone di erbe. Progressivamente, Rosemary inizierà a sospettare che questi accadimenti siano connessi a un piano occulto portato avanti dai vicini di casa; ma forse è tutto frutto della fantasia della fragile donna.
LA RECE
Cult della paranoia, dell'isolamento, di una minaccia crescente che non viene da fuori ma si annida negli spazi domestici. Il corpo (femminile) diventa territorio d'invasione con sovversione l'immagine sacra della maternità. Riflessione sulla vulnerabilità femminile e sul terrore esistenziale dell'essere "posseduti" - fisicamente e psicologicamente - da forze al di fuori del proprio controllo.
Stranoto cult tratto dall’omonimo romanzo di Ira Levin pubblicato negli anni ‘60, caratterizzato da un'inquietudine strisciante e mai veramente palesata. Hollywood si affrettò a farne una trasposizione cinematografica inizialmente da affidare a Hitchcock ma poi data a Polanski, qui al suo primo film in USA, il quale seguì pedissequamente il testo d’origine (stessi dialoghi, stessi colori e stessi vestiti) aggiungendo solo qualcosa nel finale per rendere la pellicola più accattivante. Il risultato fu notevolissimo, soprattutto tenuto conto del fatto che il produttore era quel trafficone di William Castle, principe dei gimmick sempre più attento agli incassi che all’arte, con la richiesta della Paramount che non dirigesse, data la sua fama connessa ai low-budget, limitando la presenza sul set a un cammeo. La Paramount, inoltre, caldeggiò la presenza di Mia Farrow mentre Polanski avrebbe voluto Tuesday Weld nei panni di Rosemary, sana biondona statunitense che il regista pensava contrastasse bene con i toni cupi della faccenda narrata. L’esile Farrow dei tempi, tuttavia, calzò perfettamente la parte. Bravo come al solito Cassavetes e da Oscar, vinto davvero come Migliore Attrice Non Protagonista, la Gordon nella parte dell'invadentissima vicina di casa. Memorabile la musica di Krzysztof Komeda canticchiata dalla Farrow stessa come una satanica ninna-nanna. Il film ebbe anche un certo richiamo a causa di alcuni avvenimenti legati alla produzione che risuonarono particolarmente sinistri, così come avverrà durante la lavorazione de l’Esorcista (1973) e il Presagio (1976), folklore produttivo in buona assonanza con il tema demoniaco trattato: prima di tutto il drammatico assassinio della moglie di Polanski, Sharon Tate (nel film appare in un piccolo ruolo) per mano dalla famigerata Manson's Family; quindi, l'omicidio di John Lennon fuori dal Dakota Building che nel film viene rinominato Bramford; poi, ancora, le voci del ruolo che avrebbe avuto Anton LaVey (Speak of the Devil, 1995) nella produzione del film. Rosemary's baby è da molti considerato il miglior film di Polanski, di sicuro uno dei suoi più noti, la pellicola in cui ha fatto tesoro della lezione hitchcockiana ma reinterpretandola e portando avanti un personalissimo discorso sul terrore nascosto nella normalità e legato agli appartamenti per i quali comporrà un trittico che aveva visto Repulsion (1965) e vedrà l'Inquilino del terzo piano (1975) come altri due rappresentanti. Rosemary's baby è il film della paura che non si vede e dell’inesorabilità del deragliamento dello status quo. Se a distanza di tanti anni dalla produzione lo spettatore non avverte più così forte il senso di minaccia che serpeggia nel film, anche a motivo del ritmo lento non più affine al cinema moderno, nondimeno è ancora evidente l’attenzione registica e la buonissima cura fotografica di William A. Fraker. Horror d’essai, Rosemary’s baby aggira con eleganza gli stereotipi del satanic-movie, che avrebbero agilmente tirato in ballo la religione, e costruisce un lento ma inesorabile viaggio paranoide in cui la presenza del Maligno è pervasiva nella città e nella società, quindi nella famiglia che ne rappresenta l’entità nucleare, non lasciando alla vittima spazio di salvezza, portando, cioè, l’orrore nel ventre immacolato di una verginale Rosemary e nelle vie della metropoli moderna ormai lontane dai rifugi gotici. L'aspetto forse più disturbante - e rintracciabile in tanta casistica psicologica di coppia - è forse la graduale erosione dell'autonomia di Rosemary che viene manipolata (cfr. concetto di gaslight) fino a dubitare della propria sanità mentale, elemento che ritroveremo in diversi film, fra i quali il Nastro bianco" (2009) di Haneke. L’ottica polanskiana, negativa all’osso, non è, però, priva di una certa vena comica salvifica similmente a quella di Woody Allen, il quale, ironia, sarà il “piccolo diavolo” nella vita della Farrow. Film must, come d’altronde anche gli altri due del trittico. C’è anche un seguito direct-to-video che ha scontentato pubblico e critica: Guardate cosa è successo al figlio di Rosemary (1976).
TRIVIA
Così parlo Polanski del suo stesso film su Les Cahiers du Cinéma: “Non credo né a Dio, né al Diavolo e sono doppiamente incapace di avere paura del mio film che mi annoia molto”.
⟡ Mentre Mia Farrow era sul set ha ricevuto le carte del divorzio dal marito Frank Sinatra.
⟡ Tony Curtis compare nel film ma solo con la voce: è l'attore che chiama poiché è divenuto cieco per una maledizione, la qual cosa permette a Guy di ottenere la parte.
⟡ William Castle è l'uomo vicino alla cabina telefonica.
⟡ Rosemary dice a Terry Ginoffrio (Angela Dorian): "Pensavo che tu fossi Victoria Vetri, l'attrice", al che Terry risponde: "Tutti lo dicono ma io non vedo la somiglianza". Victoria Vetri è il vero nome di Angela Dorian.
⟡ La Farrow riferì che la scena in cui camminava nel traffico era vera e non preparata. Sembrerebbe che Polanski le abbia detto di stare tranquilla, poiché: "…Nessuno andrebbe addosso a una donna incinta".
⟡ Polanski avrebbe voluto Robert Redford nei panni di Guy ma Redford era impegnato a girare gli Spericolati (1969), film che la Paramount, inizialmente, aveva progettato di affidare a Polanski.
⟡ La Farrow odia davvero mangiare il fegato come si vede nel film.
⟡ Il costume da satanasso che si vociferava, falsamente, fosse stato indossato da LaVey durante la scena del rapporto sessuale, fu riutilizzato nel film la Morte dietro il cancello (1972).
Titolo originale
Rosemary's Baby
Regista:
Roman Polanski
Durata, fotografia
137', colore
Paese:
USA
1968
Scritto da Exxagon nell'anno 2005 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
