Repulsion

Voto:

La giovane Carol (Chaterine Deneuve), manicurista in un salone di bellezza londinese, vive con la sorella Hélèn (Yvonne Furneaux) che intrattiene una relazione amorosa con Michael (Ian Hendry), uomo sposato. Carol, che pure avrebbe la possibilità di avere un fidanzato, si chiude invece sempre di più in se stessa. Quando Hélèn e Michael andranno via per una vacanza lasciando sola Carol, quest'ultima deraglierà psicologicamente.

LA RECE

L'esperienza della "fuga autistica dalla realtà", tipico processo psicotico, per proteggersi da un mondo minaccioso e che va in frantumi privando la protagonista della sua principale sicurezza, il rapporto con il femminile-familiare (la sorella). Film non facilissimo ma assolutamente ben fatto e... clinically accurate.

Gemma che inaugura la trilogia polanskiana dell'orrore vissuto negli appartamenti, completata da Rosemary's baby (1968) e l'Inquilino del terzo piano (1976); nonostante il film del ’68 sia il più noto dei tre, è anche, di fatto, il meno inquietante. Repulsion potrebbe essere visto come la risposta di Polanski a Psyco (1960) o, comunque, rientrare, seppur non agilmente, nel contesto dello psycho-thriller. A differenza del film di Hitchcock, la prospettiva psicopatologica è ribaltata e la realtà del disturbo è vista con gli occhi della protagonista. Polanski si libera anche delle implicazioni del thriller, così determinanti nel film del '60, e massimizza la dimensione orrorifica e drammatica. A differenza di Psyco, inoltre, Repulsion termina senza spiegazioni psicanalitiche, lasciando allo spettatore il compito di interpretare ciò che ha visto e mettere insieme simboli ed elementi che hanno una forte componente psicanalitica, tenendo pur conto dell'influenza che la corrente surrealista ha esercitato su questa pellicola. A causa di ciò, il film di Polanski risulta meno accessibile di quanto possa essere il lavoro hitchcockiano; a ciò si aggiungano le scelte tecniche quali lunghi silenzi, effetti sonori ed altro. La repulsione del titolo si riferisce al sesso e, nella fattispecie, all'impossibilità di Carol di relazionarsi con il sesso, soprattutto quello maschile. Repulsion è un film in cui il sesso è molto presente, in maniera più o meno velata, e sempre presentato in maniera negativa. Nessuno dei protagonisti vive il rapporto con l'altro genere con serenità: il padrone di casa cerca di stuprare Carol, Hélèn e il suo uomo hanno un rapporto clandestino, gli amici di Colin sembrano interessati solo a farsi più donne possibili, la Collega di Carol piange perché è stata maltrattata. E, poi, c'è Carol. La giovane vede i muri della casa creparsi in maniera speculare alla frammentazione psicotica del suo Io in una deriva schizofrenica. Si ha l'impressione di un sottostante lesbismo di Carol, la quale vive come repellenti i rapporti con gli uomini e mostra benessere solo quando è in compagnia delle donne, la sorella, soprattutto, verso la quale mostra un attaccamento regressivo di grande dipendenza. Hélèn, tuttavia, è eterosessuale e gode del rapporto con il suo uomo, cosa che Carol vive come minacciosa rispetto al suo attaccamento anaclitico: non è un caso che la cartolina che Hélèn spedisce a Carol rappresenti un simbolo fallico, cosa che compromette ulteriormente lo stato mentale della protagonista; notare che, alla fine del film, si vede proprio quella cartolina ma stropicciata da Carol. Il coniglio spellato fa pensare ad un feto morto, la cui testa viene tenuta da Carol nella borsetta (simbolo uterino), metafora ambivalente di maternità e morte; la sessuofobia si fa, per estensione del concetto, negazione di vita e procreazione. Poi, ancora, abbiamo le allucinazioni di stupro tramite le quali emerge l’elemento paranoide. Lo psicologo clinico R.D. Laing osservava che l'esperienza soggettiva può diventare una prigione labirintica quando la mente si ritira dalla realtà e questo lavoro di Polanski esplora questa dinamica con grande precisione, documentando il progressivo collasso di Carol, con la casa che diventa un microcosmo di deterioramento psicologico, dove oggetti quotidiani si trasformano in minacce tangibili. Al di là delle speculazioni psicologiche, di innegabile abbiamo il pregevole lavoro tecnico di Polanski e del direttore alla fotografia Gilbert Taylor i quali, fondendo realtà e allucinazioni, aumentano esponenzialmente il senso di paranoia (elemento molto presente nel cinema polanskiano) e psicosi trame l'uso del grandangolo, di lunghi silenzi e di immagini distorte in modo da interpretare visivamente il disagio di Carol. L'appartamento in cui si svolge l’azione assume, grazie al lavoro tecnico, la forma della coscienza della protagonista. Non casuale anche l'uso degli effetti sonori alienanti e ripetitivi che spesso si vanno a sostituire ai dialoghi: l'eliminazione del sonoro e la sovrapposizione dell'incessante ticchettio dell'orologio durante la scena di stupro aumenta marcatamente il disagio nello spettatore. Bravissima la Deneuve, all'epoca musa della Nouvelle Vague, mai vista così convincente e bella. Il film, pur con i suoi anni sul groppone, resta un psico-horror di grande drammaticità, magari criptico ma fascinoso e meritevole del vostro tempo.

TRIVIA

⟡ Sul punto di essersi guadagnato una promettente carriera hollywoodiana, Roman Polanski, nel 1977, venne arrestato e detenuto per accertamenti psichiatrici dopo aver sodomizzato la tredicenne Samantha Geimer. L’abuso sessuale era avvenuto l’11 marzo di quell’anno, a Bel Air, nella villa di Jack Nicholson durante una sessione fotografica che Polanski stava realizzando con la bambina per la rivista Vogue. Il regista venne rilasciato per errore prima dei 90 giorni disposti dal giudice Laurence J. Rittenband. Quest’ultimo cercò di riportare Polanski in carcere ma Roman, saputo che Rittenband aveva in mente di comminargli una pena di 50 anni, scappò dagli USA diretto in Europa, mentre il giudice statunitense, adirato, prometteva che avrebbe fatto di tutto per riportarlo dietro le sbarre. Il giudice morì nel 1989 ma Polanski è dal 1978 che non mette piede negli USA né ha mai potuto presenziare alla Notte degli Oscar per ritirare le statuette assegnategli, altrimenti verrebbe arrestato all’istante. Samantha Geimer, che da anni ha perdonato Polanski per il reato compiuto, ha raccontato l’accaduto nella sua autobiografia “The Girl” pubblicata nel 2013.

⟡ Nella sua autobiografia del 1984, Polanski scrisse che questo film veniva considerato da lui e da Gérard Brach, sceneggiatore, come un film commerciale che potesse loro procurare abbastanza soldi per finanziare Cul-de-sac (1966), film più personale e artistico. In quel film, una delle protagoniste sarà Françoise Dorléac, la sorella maggiore della Deneuve; Chaterine Deneuve ha preso il cognome dalla madre. La Dorléac morirà a 25 anni, il 26 giugno 1967, in un incidente stradale a Nizza in cui, dopo un ribaltamento, la sua macchina prese fuoco.

⟡ È il primo film, non colpito da censura, in cui viene rappresentato, solo a livello sonoro, un orgasmo femminile.

⟡ Il film vinse l’Orso d'Argento al Festival di Berlino del 1965, premio speciale della giuria.

⟡ Roman Polanski appare nei panni del suonatore di cucchiai.

Titolo originale

Id.

Regista:

Roman Polanski

Durata, fotografia

104', colore

Paese:

UK

Anno

1965

Scritto da Exxagon nell'anno 2007 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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