il Presagio

Voto:

L'ambasciatore americano Robert Thorn (Gregory Peck) viene informato in ospedale che il proprio figlio è morto subito dopo la nascita. Accetta, allora, di adottare un bambino senza avvertire la moglie Katherine (Lee Remick) del fattaccio. Al piccolo verrà dato nome Damien (Harvey Stephens). Trasferitisi in Gran Bretagna, dove Robert continua a coprire il suo ruolo politico, la famiglia Thorn inizia ad affrontare situazioni sinistre: la giovane tata di Damien s’impicca davanti a tutti nel giorno del quinto compleanno del pargolo, Damien fa i capricci per non andare a messa e, soprattutto, si presenta come nuova tata l’obliqua Mrs. Baylock (Billie Whitelaw). Padre Brennan (Patrick Troughton) cercherà di avvertire Robert Thorn del fatto che suo figlio è l'Anticristo ma pagherà con la vita. Tragici sviluppi convinceranno l'ambasciatore che Damien è davvero il figlio del Male.

LA RECE

Horror teologico degli anni '70, un'opera che innesta brillantemente l'inquietudine soprannaturale nel tessuto della quotidianità borghese americana, addizionando questo orrore con la figura del pargolo che minaccia la classica triangolazione familiare. Film iconico con i suoi anni ma che ancora funziona.

Sull'onda del successo ottenuto da Rosemary's baby (1968) e l'Esorcista (1973), la 20th Century Fox inaugurò una nuova epica del Male tratta dal romanzo di David Seltzer, anche sceneggiatore, composta da tre episodi ortodossi più un quarto rilasciato dieci anni dopo rispetto al terzo episodio, destinato alla tivù e all'insuccesso. Qui si tratta della nascita, della vita e delle opere dell'Anticristo, del suo percorso nella società e del successo che lo porterà a essere esempio per la gente e guida per il mondo, come da profezia. Quindi, più pessimista de l’Esorcista e anche più discreto e sinistro nel presentare un Male di nobile estrazione, di abiti inamidati ed educazione ineccepibile, lontano dai vomiti verdi della bimba Regan che si lacerava l’imene a colpi di crocifisso; questa scelta narrativa riflette l'ansietà collettiva americana post-Watergate in cui il male si manifesta non più in forme mostruose evidenti ma attraverso istituzioni e figure apparentemente rispettabili. In questo primo episodio, comunque, si tratta soprattutto dell’infanzia dell'arcinemico di Cristo, un momento della sua vita in cui egli stesso non è consapevole del proprio ruolo, della propria identità e di quale sia il suo infame compito; lo aiutano, in questo delicato momento dello sviluppo, papà Satana e una tata. La figura del piccolo Damien, interpretato con inquietante passività da Stephens, si inserisce nella ricca tradizione cinematografica del "bambino malvagio" - pensiamo al tropo a partire da il Giglio nero (1956) - ma con una differenza sostanziale: il film non ci mostra mai direttamente la sua malvagità, bensì la suggerisce attraverso sguardi, coincidenze e morti apparentemente accidentali. Particolarmente affascinante è la lettura psicoanalitica che il film suggerisce: il bambino come proiezione dell'Altro assoluto, inconoscibile e incontrollabile, che minaccia l'ordine familiare patriarcale rappresentato da Gregory Peck. Non è casuale che "Il Presagio" emerga in un periodo storico di profonda crisi dell'istituzione familiare tradizionale americana. Plauso a Billie Whitelaw maligna e inquietante in quello che fu il ruolo più sinistro della sua carriera, ma anche Gregory Peck non rende per nulla male la sofferenza e le ansie di un padre che si trova stritolato fra l’enorme incudine del proprio ruolo sociopolitico e il martello rappresentato da un figlio “particolare”. Ricco di un cast solido, the Omen è più avvincente e dinamico di Rosemary's baby ma anche molto meno inquietante de l'Esorcista che, per sua sottile anima exploitation, usava una femmina come veicolo del Male e si faceva forte della fenomenologia della possessione, mentre il Presagio non solo ha un maschietto come protagonista ma sembra guardare maggiormente al lato sociologico e complottista della faccenda satanica. Pur inscritto in una produzione ad alto budget e, quindi, mirato a un pubblico mainstream, il film non manca di momenti graficamente forti; caratteristica della trilogia sarà inserire in ognuno dei tre film una singola scena di deciso impatto orrorifico. Grande successo di pubblico e trampolino di lancio per il regista Richard Donner (poi consacrato da Superman, 1978), che, fino ad allora, si era barcamenato con prodotti televisivi, e che, qui, rispettando l’ortodossia dell’Anticristo come narrata dalle profezie, costruisce un thriller ricco di suspense che regge fino alla beffarda chiusa. Ottimo il supporto offerto dalle musiche di Jerry Goldsmith. Seguito da la Maledizione di Damien (1978), Conflitto finale (1981) e l’inutilissimo Omen IV - presagio infernale (1991); il 6 giugno 2006 verrà fatto uscire nelle sale il remake the Omen la cui visione non si rende più necessaria di quella che va dedicata all’originale. Da qualche parte esiste anche la serie televisiva Damien (2016) cancellata dalla rete via cavo statunitense A&E già dopo la prima stagione per la scarsa risposta del pubblico.

TRIVIA

Richard Donald Schwartzberg “Donner” (1930) dixit: “All'epoca si chiamava l'Anticristo ed era stato rifiutato da tutti gli studi cinematografici della città. Stava per essere abbandonato e poi ho avuto l'opportunità di leggerlo. Le premesse erano buone ma il trattamento era sbagliato. C'erano divinità diaboliche, zoccoli ed esseri demoniaci. Ho pensato, […] perché non la consideriamo una coincidenza, una terribile, orribile coincidenza?". Il fulmine, la donna che è caduta dalla finestra, la decapitazione di David Warner potrebbero essere una coincidenza. […] Ad Alan Ladd, che ai tempi era il presidente della Fox, dissi che avevo questo copione. Lui lo lesse, mi chiamò e mi disse: “Se ti sbarazzi dell'ovvio, hai in mano un grande film” […] La mia carriera, grazie a questo e grazie a Ladd, è decollata da un giorno all'altro” (scrapsfromtheloft.com).

⟡ Charlton Heston, Roy Scheider e William Holden rifiutarono il ruolo di protagonista. Gregory Peck, che non lavorava da cinque anni, accettò per soli 250.000 dollari ma gli fu garantito il 10% degli incassi. Dal momento che il film realizzò 60.000.000 di dollari solo negli USA, Il Presagio è stato il film per il quale Peck ha guadagnato di più nella propria carriera: i 6 milioni di dollari incassati nel 1972 equivalgono a 36 milioni di dollari, e rotti, del 2020.

⟡ Dopo aver cambiato il titolo in lavorazione da Omen I: the Antichrist a Omen I: the birthmark, iniziarono ad accadere alcune cose strane: l'aereo di David Seltzer fu colpito da un fulmine, l'hotel in cui soggiornava il regista fu colpito da una bomba dell'IRA, Gregory Peck scampò a una tragedia aerea, e il primo giorno delle riprese i membri principali della crew sopravvissero a un frontale in macchina. Le coincidenze negative sembrarono non cessare nella postproduzione: l'effettista John Richardson fu ferito sul set del film Quell'ultimo ponte (1977) e il suo assistente morì in un incidente.

⟡ Per fare la scena dell'attacco dei babbuini al Windsor Zoo, un dipendente del parco si sedette sui sedili posteriori con il babbuino capobranco e tutte le scimmie all'esterno iniziarono ad agitarsi terribilmente. Lee Remick era davvero terrorizzata, non stava recitando.

⟡ Per la scena nella quale si vede la vaschetta dei pesci rossi cadere a terra furono usate sardine morte dipinte d'arancione. Il regista Donner si rifiutò di uccidere dei pesci a mero scopo cinematografico.

⟡ Nella scena finale, il regista usò la psicologia inversa: voleva ottenere una risata dal bambino ma sapeva che se gliel'avesse chiesta, la scena sarebbe venuta male. Allora lo pregò di non ridere affatto: "Non permetterti di ridere. Se ridi, non vorrò più essere tuo amico". Ovviamente il bambino rise e il regista catturò la scena.

⟡ Per la scena della caduta della Remick fu usato un pavimento costruito su un muro verticale. L'attrice era in posizione verticale, dunque.

⟡ La regia fu offerta a Mike Hodges che rifiutò, per poi dirigere, per tre settimane, la Maledizione di Damien (1978) prima di essere licenziato a causa di divergenze creative con la produzione.

⟡ Richard Donner reputa che il successo del film sia da attribuire al compositore Jerry Goldsmith. Grazie alle sue musiche, il film sarebbe risultato più pauroso di ciò che in effetti è. Il compositore fu fortemente voluto dal regista che chiese al produttore di sborsare più dei soldi preventivati. Goldsmith, alla fine, guadagnò 250.000 dollari, come il protagonista Peck, ma fece vincere l'Oscar al film.

⟡ Dopo l’uscita della pellicola che vede un rottweiler in un ruolo da “comprimario”, la vendita di questa razza di cane conobbe un’impennata.

⟡ Il regista decise che i capelli biondi di Stephens Harvey dovessero essere tinti di nero per dargli un aspetto maggiormente sinistro.

Titolo originale

The Omen

Regista:

Richard Donner

Durata, fotografia

111', colore

Paese:

USA

Anno

1976

Scritto da Exxagon nell'anno 2006 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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