Motorpsycho!

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Voto:

Tre motociclisti, capeggiati dal reduce del Vietnam Brahmin (Steve Oliver), partono per un viaggio che li dovrebbe portare a Las Vegas. Nel tragitto, tuttavia, il gruppo si diverte a violentare donne e picchiare gente. I tre non raggiungeranno la meta perché qualcuno si vendicherà.

LA RECE

Biker movie che si inserisce tra il cinema exploitation e un sottotesto sociologico che anticipa temi che diventeranno centrali nel cinema USA post '68. In anticipo sui temi di Easy Rider (1969) ma da una prospettiva opposta: Hopper e Fonda vedranno la strada come via di fuga dalla società conformista, Meyer la dipinge come uno spazio di caos primordiale dove la civiltà rischia di dissolversi.

Russ Meyer prima del suo cult Faster pussycat kill kill (1966) con una pellicola del sottogenere roughie, il che implica un deficit di spensieratezza rispetto ai suoi successivi lavori. Senza troppe finezze, Meyer, fra il western e il road-movie, dipinge un'America arida e scarna abitata da iperboliche donne e da uomini stereotipati: il violento, l'untuoso e il pusillanime. La composizione della sceneggiatura è abbastanza primitiva, cosa solo in parte volontaria, e gli attori non sono professionisti di prima fila; peraltro, la versione italiana è atterrata da un doppiaggio brutto. Meyer, però, riesce a iniettare, in una pellicola veloce sia per montaggio sia per minutaggio, una serie di elementi che successivamente avranno maggior fortuna: la violenza sociale incarnata dalle nuove generazioni, la vendetta post-stupro tipica del sottogenere rape & revenge e, in largo anticipo rispetto a produzioni di tutt'altro tenore, una riflessione sulla ferita psicosociale patita dagli USA per il conflitto in Vietnam. Nessuna nudità, però, in Motorpsycho!, ed è strano per essere una pellicola girata dallo stesso regista di Vixen (1968), film in cui, con altro spirito, Meyer recupererà la sua critica alla guerra. Meyer, quindi, qui si allontana dalla sua abituale ossessione per le maggiorazioni anatomiche per esplorare un territorio più cupo, quasi noir, dove la violenza della strada diventa metafora di un'America rurale in piena crisi d'identità. Poco raffinato visivamente e narrativamente, Motorpsycho! ha dalla sua una forza d'espressione fumettistica, una cornice quasi irreale e un costante score musicale jazzistico che aggiunge un tocco bizzarro. Certo, il gruppo di malviventi in sella a motociclette meno che prestanti fa parecchio sghignazzare. Scena cult: l'attrice Haji, al secolo Barbarella Catton che tornerà in altre produzioni del regista e i cui occhi da gatta sono difficili da dimenticare, è forzata a succhiare il veleno dalla gamba del compagno di vedetta che è stato morso da un serpente; la scena è l'ovvia metafora di una fellatio forzata… Oh, è pur sempre un film di Russ Meyer!

TRIVIA

⟡ Il regista compare nel ruolo dello sceriffo. 

⟡ L'attore Alex Rocco, nel film Cory Maddox, avrà il suo momento di gloria nel film il Padrino (1972) nei panni di Moe Greene.

Titolo originale

Id.

Regista:

Russ Meyer

Durata, fotografia

74', b/n

Paese:

USA

Anno

1965

Scritto da Exxagon nell'anno 2013; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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