Mr. Sardonicus
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Voto:
Londra, 1880. Il brillante chirurgo Sir Robert Cargrave (Ronald Lewis) viene raggiunto da una lettera della ex amata Maude Randall (Audrey Dalton) che gli chiede di raggiungerla nello Stato di Gorslava nel quale risiede come baronessa dopo aver sposato il misterioso nobile Mr. Sardonicus (Guy Rolfe). Quest’ultimo si presenterà a Cargrave con una maschera al di sotto della quale c’è un volto sfigurato da un ghigno mostruoso, frutto di un trauma patito da Sardonicus quando violò la bara del padre per recuperare un biglietto della lotteria. Cargrave deve assolutamente porre rimedio alla deformità del barone, altrimenti lui torturerà Maude.
LA RECE
Senza rinunciare al suo tocco da imbonitore, Castle ordisce un goticone che è simultaneamente un'opera di exploitation e una riflessione sulla natura del male e della punizione.
Salto sul carro gotico per l’ultimo film di William Castle che sfruttava un gimmick, il Punishment Poll; si trattava di carte con pollice in su o verso che il pubblico, a fine film, avrebbe dovuto usare per indicare la volontà che il sadico barone Sardonicus subisse un triste fato o meno. Di finale, però, Castle ne aveva girato solo uno, quello mostrato; quindi, tutto il teatrino della conta delle cartelline che lui inscenava dal grande schermo, con tanto di dialogo con la gente in platea, era fittizio ed escogitato per lo spasso degli spettatori. Mr. Sardonicus, però, si fa ricordare non solo per il comico gimmick che ne governa il finale ma per un villain superbamente interpretato da Guy Rolfe (e altrettanto bene doppiato) che qualcosa deve a l’Uomo che ride (1928) che fu modello anche del Joker fumettistico. La chiamata del luminare inglese in un paese della mittel-Europa richiama uno dei più noti cliché dell’horror d’antan, soprattutto di stampo vampiresco, e la magione di Sardonicus, con presenza frankensteiniana dell’assistente sadico e brutto (Krull interpretato da Oskar Homolka), è la quintessenza del gotico. William Castle pigia l’acceleratore su momenti sadici a spese di belle donne senza, tuttavia, eccedere nell’exploitation; più di una situazione, pur in una certa povertà di mezzi, convince; su tutte, il flashback che spiega l’origine dell’orribile ghigno di Sardonicus (non stupisce, dato che Oswald Morris, il celebre direttore della fotografia di Lolita di Kubrick, collaborò non accreditato alla sequenza). Interessante, inoltre, il fatto che tutto l’orrore faccia capo ad una spiegazione psicologica che il luminare illuminato intuisce, offrendo una consona soluzione. Audrey Dalton, in posizione un po’ marginale, è la deliziosa damsel in distress. Nulla di strepitosamente originale ma, nel complesso, il melodramma gotico con tocchi sadici, buone linee di dialogo e non troppe cadute di tono piacerà a chi apprezza ombre e nebbie in bianco e nero.
TRIVIA
⟡ Quando fu prodotto Mr. Sardonicus, l’attore Ronald Lewis era ancora sulla cresta dell’onda ma non troppo lontano dalle gravi difficoltà che lo portarono alla morte. Già nel 1965, Lewis venne denunciato dalla moglie Elizabeth Phillips per aggressione e ciò comportò uno spostamento della sua operatività come attore dal cinema alla tv. Una decina di anni dopo, Lewis si trovò a dover recitare a teatro, cosa per la quale si preparò evitando di bere ma venne colto da infarto la notte della prima. Ripresosi e tornato ad alcuni prodotti cinematografici, Lewis finì in bancarotta nel 1981 con debiti ammontanti a 21.000 sterline (80.000 sterline del 2020). L’11 gennaio 1982, Ronald Lewis si suicidò tramite un’overdose di barbiturici mentre risiedeva in un alberghetto di Pimlico (Londra). Kenneth Williams, attore con il quale Lewis aveva recitato in Twice round the daffodils (1962), a propria volta suicidatosi con i barbiturici nel 1988, così scrisse nel suo diario alla data 12 gennaio 1982: “Il giornale dice che Ronald Lewis si è preso una dose letale! L’anno prima era andato in bancarotta! Ovviamente nessuno gli aveva offerto un lavoro ed è stato portato alla disperazione. Ricordo Ronnie… e quelle sessioni di bevute al White Horse anni orsono… Era un ragazzo gentile e la gente lo ha sfruttato. Aveva 53 anni”.
⟡ Il soggetto del film deriva dal breve racconto “Sardonicus” (1961) di Ray Russell (1924-1999), prolifico scrittore di genere, apparso la prima volta sulla rivista Playboy e i cui diritti furono subito acquistati da Castle.
⟡ William Castle, in effetti, ha sempre dichiarato di aver girato anche il finale benevolo per Sardonicus ma nessuna platea lo avrebbe richiesto, né nessuno ha mai avuto il piacere di vederlo! Inoltre, Castle faceva in modo che fra il pubblico fossero nascosti dei prezzolati che inneggiavano al pollice verso.
⟡ In una versione preparata per i drive-in, al posto delle carte, veniva chiesto agli spettatori di usare i fari della macchina per votare.
⟡ Nonostante nel film si ribadisca che l’ago ipodermico fosse un nuovissimo ritrovato della scienza medica; in effetti, quello strumento venne presentato a Londra dal dottor Alexander Wood nel 1854, quindi, arrivati al 1880, cioè quando si volge il film, diversi medici facevano già uso della siringa.
Titolo originale
Id.
Regista:
William Castle
Durata, fotografia
89', b/n
Paese:
USA
1961
Scritto da Exxagon nell'anno 2008; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
