Murders in the zoo

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Voto:

Il ricco Eric Gordman (Lionel Atwill) torna dall'Indocina con diversi animali per lo zoo. Il gelosissimo Eric elimina sua moglie Evelyn dandola in pasto ai coccodrilli e lo spasimante di lei con il veleno di un mamba. Quando si scoprono le sue attività criminose, l'uomo dovrà uccidere ancora.

LA RECE

Thriller e melodramma, un protagonista sadico che anticipa lo psycho-trhiller e gli animali ad incarnare la ferina brutalità umana in una sorta di natural-horror ante litteram.

Uno degli horror degli anni '30 prima perduti poi recuperati. Come molti film del tempo, anche Murders in the zoo è tessuto con sequenze comiche, melodrammatiche e alcune altre notevolmente ciniche che rivelano un gusto orrorifico non meno pungente di tanti film moderni. Il film di Sutherland è soprattutto noto per una scena iniziale di grande effetto nella quale il protagonista cuce la bocca di un uomo, così che non possa più mentire agli amici né baciare la donna altrui; la vittima viene mostrata in primo piano e il suo volto disperato con la bocca serrata con ago e filo rimane uno dei momenti più disturbanti del cinema pre-Code. Non altrettanto cruda, ma comunque d'effetto, la sequenza nella quale Gorman butta la propria moglie nella vasca dei coccodrilli, i quali si contorcono per mangiare il cadavere. Il film si gioca soprattutto sull'esoticità degli animali quando ancora la gente di città sbigottiva davanti a un grosso felino o a un rettile, quando, cioè, si poteva spacciare, come accade nel film, un boa per un mamba. Grandi scene di animali in gabbia: leoni che ruggiscono, orsi, serpenti e scimmie. Quando arriva il momento finale in cui un gruppo di felini viene liberato in un ambiente chiuso e questi si azzannano davvero l'uno con l'altro (un leone vuole seriamente fare le penne a un leopardo) non mi sono affatto divertito ma, ai tempi, la sensibilità verso gli animali era quella che era. Il film rimane soprattutto uno degli esempi del talento dello sfortunato Atwill che si era già distinto in Doctor X (1932) e ne la Maschera di cera (1933) con una carriera che poteva pareggiare quella di Chaney o Lugosi ma che fu rovinata da problemi personali. Murders in the zoo ha i suoi momenti ma rimane una vecchia pellicola che potrebbe scontentare, anzi lo farà sicuramente, coloro avvezzi solo ai moderni.

TRIVIA

⟡ Il 14 ottobre 1942, Lionel Atwill fu condannato a cinque anni con la condizionale per aver mentito a un processo che lo vedeva imputato per oltraggio alla morale poiché aveva mostrato un film pornografico ad alcuni amici in un party natalizio tenutosi nel 1940. Successivamente, la sua posizione fu chiarita e la sentenza venne in qualche modo annullata ma andò peggio con la commissione censura, l'Hays Office. L’attore perse tutte le sue credenziali a Hollywood e sua moglie Louise, ex moglie del generale Douglas MacArthur, lo lasciò. L'unica occupazione che Atwill trovò fu con la PRC (Producers Releasing Corporation) che lavorava solo con attori in disarmo o con nuovi volti. Benché ad Atwill fu concesso sporadicamente di tornare a lavorare con la Universal in ruoli secondari, la sua vita professionale finì nel "poverty row", il lato scalcagnato delle produzioni cinematografiche. Nato nel 1885, Lionel Atwill morirà nel 1946, periodo in cui lavorava per il serial Lost city of the Jungle.

Titolo originale

Id.

Regista:

A. Edward Sutherland

Durata, fotografia

62', b/n

Paese:

USA

Anno

1933

Scritto da Exxagon nell'anno 2008; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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