la Maschera di cera

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1912, Londra. Lo scultore Igor (Lionel Atwill) è molto orgoglioso dei propri manichini di cera ma lo stesso non vale per il suo socio che non trae soldi dalle opere di Igor, così dà fuoco allo studio. Nel 1933, Igor apre un nuovo museo a New York City. La bella giornalista Florence Dempsey (Glenda Farrell) scopre che l'uomo sottrae cadaveri dall'obitorio per farne statue di cera.

LA RECE

Pellicola creduta perduta e ritrovata che merita riscoperta da parte del pubblico moderno non tanto per la sua vena horror ma per la scrittura del personaggio femminile della giornalista "smart".

Cult minore, creduto perso e recuperato solo alla fine degli anni '60, intitolato in origine Wax museum e poi rititolato Mystery of the wax museum e, particolarità, realizzato in 2-strip Technicolor in un periodo in cui il colore era una rarità. Il film servì soprattutto all'attore Lionel Atwill come trampolino di lancio nel genere horror (il Dottor X, 1932; il Vampiro, 1933; Murders in the Zoo, 1933; il Figlio di Frankenstein, 1939) prima di diventare un personaggio secondario in diverse produzioni del medesimo genere realizzate dalla Universal nel decennio seguente. Il film di Curtiz fu una bella pubblicità anche per Fay Wray, qui nei panni di Charlotte Duncan, che pochi mesi dopo l'uscita de la Maschera di cera ottenne il ruolo di protagonista femminile in King Kong (1933). In Mystery of the wax museum, tuttavia, la vera primadonna è la smaliziata e moderna giornalista Florence Dempsey interpretata dalla Farrell: è proprio per l'interpretazione di quest'ultima attrice, e per il fatto che l'orrore nel film arriva dopo il primo tempo, che il film rivela una duplice natura di horror goticheggiante e police procedural ante litteram. La protagonista interpreta una giornalista investigativa (tropo nato dopo l'uscita di the Front page, 1931) che indaga su una serie di misteriose sparizioni, anticipando quello che diventerà un sottogenere a sé: il journalist noir. Il film, quindi, è un horror, anche se ha bisogno di diversi minuti per rivelarsi tale, a ricordarlo la scenografia del laboratorio di Igor di gusto squisitamente espressionista con scale a chiocciola distorte, porte angolose e macchinari che richiamano, in qualche modo, il Gabinetto del dottor Caligari (1919). Assolutamente orrorifico il finale del film con la Wray che colpisce il viso di Igor e questo che si rompe mostrando il volto deforme dell'uomo; una scena che riprende lo smascheramento di Chaney ne il Fantasma dell'Opera (1925); infatti, il personaggio interpretato da Atwill, con la sua ossessione per la perfezione artistica che sfocia nella follia omicida, si inserisce nella tradizione dell'artista folle, "fratello" dello scienziato pazzo. Il film fu seminale e l'epigono più famoso venne realizzato nel 1953 con un grande Vincent Price nei panni dell'artista folle. Film vecchio ma con un ritmo sostenuto rispetto a molte altre pellicole dell'epoca. Non solo per cinefili.

TRIVIA

Manò “Michael” Kaminer “Curtiz” (1886-1962) dixit: “Primo la storia, secondo il regista, terzo gli attori” (Ringler, 2000).

⟡ L'attrice Glenda Farrell era famosa per riuscire a sputare 390 parole al minuto e ottenne un più che discreto successo nei panni della giornalista emancipata e "brava con le parole" Torchy Blaine nell'omonima serie cinematografica. L'icona della giornalista di quel tipo durerà nel tempo, basti pensare al ruolo di Daria Nicolodi in Profondo rosso (1975). 

⟡ Il film fu prodotto prima dell'avvento del Production Code, cioè della censura. Quando il film fu rifatto nel 1953, dalla nuova versione furono rimossi tutti i riferimenti alla droga e il personaggio del tossico fu modificato in quello di alcolista. 

⟡ Come si capisce chiaramente osservando il film, le statue non sono affatto di cera ma si tratta di persone che cercano di rimanere immobili il più possibile, e non sempre ci riescono. In origine si sarebbero dovute usare vere statue di cera ma si notò che queste si squagliavano sotto la potente luce dei riflettori.

Titolo originale

Mystery Of The Wax Museum

Regista:

Michael Curtiz

Durata, fotografia

77', colore

Paese:

USA

Anno

1933

Scritto da Exxagon nell'anno 2012; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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