Non aprite quell'armadio
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Il reporter Clark (Donald Grant) viene mandato a Chestnut Hills a indagare su alcuni omicidi compiuti da un mostro che abita gli armadi. La dottoressa Bennett (Denise DuBarry), coadiuvata dai consigli del Dr. Pennyworth (Henry Gibson), ha delle idee per debellare il problema ma il mostro è più aggressivo del previsto e le armi non sembrano sortire alcun effetto.
LA RECE
Rimaneggiamento comedy del fantahorror. Particolari curiosi e divertenti, anche se la ricetta, nella sua complessità, non entusiasma. Prodotto apprezzabile praticamente solo dai fan dell'horror.
Piccola produzione realizzata nel 1983 e distribuita solo nel '87. Sulla carta, un prodotto da dimenticatoio che, però, presenta alcuni innegabili pregi che lo rendono, almeno per l'appassionato, un simpatico intermezzo. Girato da Bob Dahlin poi divenuto prolifico co-direttore di film per la tivù, Monster in the Closet parodizza, senza essere smaccatamente comico, l'universo fantahorror che, evidentemente, Dalhin conosceva bene e ben sapeva come sbeffeggiare. Il film parodizza anche l'horror classico (Psyco, 1960) ma è nei confronti del fantahorror che dà il meglio. Il Dr. Pennyworth, che esteticamente ricorda Einstein, non desidera l'eliminazione del mostro ma vorrebbe catturarlo per poterlo studiare; a questo scopo, egli cerca di entrare in comunicazione coll'essere suonando qualche nota con uno xilofono, memore di Incontri ravvicinati del Terzo Tipo (1977) ma con esiti ben diversi. Riuscito anche il personaggio del giornalista che somiglia volutamente a Clark Kent, e la dottoressa Bennett alla quale piace enumerare le cose con un elenco a punti. Per una volta non disturba la presenza di un bambino occhialuto interpretato dal piccolo Paul Walker che, anni dopo, sarà il protagonista figo di 2 Fast 2 Furious (2003); diversamente dal cliché, l'intelligente bambino costruisce marchingegni che non funzionano mai. Apprezzabile, visto il tenore della produzione, l'aspetto del mostro disegnato da un poco noto William Stout che, successivamente, ha dimostrato di sapere il fatto suo in ambito fantascientifico (Predator 2, 1990; Man in Black, 1997; il Labirinto del Fauno, 2006). Il problema fondamentale di Non aprite quell'armadio è che i particolari sono superiori al quadro generale, in quanto la prevedibile evoluzione degli eventi non riesce a calamitare l'interesse dello spettatore per tutto il tempo necessario. Oltretutto, il mostro viene fatto uscire dall'armadio troppo presto, quindi molto del mistero si esaurisce in anticipo. Seguono sequenze dei nostri eroi che vagano per la città facendo risuonare lo xilofono in modo da richiamare l'essere che, però, non vede l'ora di ficcarsi in qualche armadio. Peccato che il film non osi neppure una scena di sangue; di certo lo splatter avrebbe stonato ma l'assenza totale di rosso si fa sentire. Non si tratta di un horror imperdibile, eppure è girato con decoro, è permeato da una nostalgica atmosfera Eighty e, fra le scadenti distribuzioni Troma, è una di quelle che si presenta con maggiore decoro.
TRIVIA
⟡ Kevin Peter Hall è l'attore che ha indossato il costume del mostro ma la sua fama è da attribuirsi al fatto di aver indossato il costume del bellicoso alieno in Predator (1987). Hall era alto 220 cm e aveva un fisico davvero prestante, come si ricorderanno tutti coloro che hanno visto il film con Schwarzenegger. Egli ebbe un grave incidente automobilistico a Los Angeles e dovette ricevere delle trasfusioni di sangue; il sangue che gli diedero, però, era contaminato da HIV, cosa che portò l'attore alla morte per AIDS nel 1991.
⟡ Alle ore 3:30 circa del 30 novembre 2013, Paul Walker e l’amico Roger Rodas, a bordo della Porche Carrera GT guidata da quest’ultimo, persero entrambi la vita schiantandosi contro un lampione di cemento e rimbalzando poi contro degli alberi della Hercules Street nel quartiere Valencia di Santa Clarita (California). L’autopsia effettuate sui corpi, bruciati oltre la possibilità di riconoscimento esteriore, determinò che Rodas morì per traumi multipli, mentre Paul per l’effetto combinato di traumi ed ustioni. I due non erano sotto effetto di alcol o droghe e si determinò che l’incidente fosse stato causato dalla cattiva condizione degli pneumatici della macchina e dal fatto che quest’ultima veniva condotta a circa 140 km/h in una zona dove il limite era 72 km/h.
Titolo originale
Monster in the Closet
Regista:
Bob Dahlin
Durata, fotografia
71', colore
Paese:
USA
1983
Scritto da Exxagon nell'anno 2012; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
