Nosferatu a Venezia

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Voto:

Durante una seduta spiritica, la principessa Helietta (Barbara De Rossi), il Professor Paris Catalano (Christopher Plummer) ed altri svegliano Nosferatu (Klaus Kinski) dalla sua bara. Il vampiro seduce subito Helietta, cosa pericolosa per molti ma soprattutto per Nosferatu stesso che, se amato da una vergine, può morire.

LA RECE

Enorme pasticcio in fase produttiva si rispecchia in una risultato bolso ed incapace di gestire una dualità (vampiro + Venezia) che funzionerebbe anche in folle. Morte (di noia) a Venezia.

Non andiamo bene, soprattutto perché, nelle intenzioni, Nosferatu a Venezia avrebbe dovuto essere una sorta di seguito del Nosferatu (1978) di Herzog, e il modello giocava già in partenza terribilmente a sfavore. Poi, come se non bastassero le difficoltà produttive legate al budget risicato, ci si misero le incomprensioni e i litigi; c'era Kinski, quindi nulla di strano. Con ordine. Inizialmente, il produttore Caminito ingaggiò come regista Maurizio Lucidi, scelta questionabile, dato che quest'ultimo non aveva nessuna esperienza nel genere horror. Dopo poche riprese, Caminito mandò a casa Lucidi e chiamò Pasquale Squittieri, che ne sapeva di mafia-movie ma nulla di vampiri. Squittieri, al quale fu dato anche il compito di scrivere la sceneggiatura, ne preparò una troppo costosa per i soldi a disposizione e Caminito mandò a casa pure lui. Reteitalia, coproduttrice del film, iniziò a spazientirsi e, così, il tenace Caminito convocò Mario Caiano che ne sapeva di spaghetti western ma era poco incline all’horror, nonché poco consapevole delle turbolenze di Kinski che si presentò sul set il primo giorno di riprese con un make-up scelto da lui stesso, mentre tutti si aspettavano di vederlo come si era mostrato nel film di Herzog; l'atto-re non ne voleva sapere di stare ore al trucco, così scelse arbitrariamente qualcosa di più sbrigativo. Kinski e Caiano litigarono il primo giorno delle riprese, e l'attore puntò i piedi minacciando di andarsene se non fosse stato messo in panchina Caiano. E l’ennesimo regista venne espulso. Caminito, a questo punto, decise di prendere mano lui stesso la cinepresa e iniziò a girare il suo terzo e ultimo lungometraggio. L'autocrate Caminito, però, non era particolarmente pratico né di horror né di macchine da presa, quindi si fece assistere da Luigi Cozzi e, per alcune scene, lasciò il timone direttamente a Kinski. Alla fine, i credits della regia andarono solo a Caminito ma, in realtà, i registi furono sei. Terribile. Nosferatu a Venezia riflette la frammentazione produttiva, i pochi soldi a disposizione, l’assente serenità sul set e le limitate idee in cantiere. Nonostante la presenza di Pleasence e di Plummer, e nonostante la De Rossi si mostri generosa, il film non funziona. La Venezia filmata con una certa accortezza da Tonino Nardi è più morta che mai, ma in senso negativo. La cultura (horror) era poca e confusa: "Questo non è un pipistrello. Questo è un vampiro e succhia il sangue alle mucche"; il vampiro È un pipistrello. Occasione sprecata di trasportare con stile un mostro storico del cinema in una località che, con lui, può avere potenzialità di legame. Kinski, a un decimo del suo magnetismo, si aggira imbalsamato per la laguna. In qualche modo, traspare come tutti i protagonisti del film siano dei patetici perdenti ma non mi è chiaro se la cosa sia voluta o sia conseguenza del risultato pasticciato; visto che Kinski non si è impegnato col make-up io non mi impegno a comprendere. In qualche circostanza musica di Vangelis, qui assolutamente sprecato. Ricorderò sempre Nosferatu a Venezia per la noia terribile che mi ha inflitto.

TRIVIA

James Mangold (1963) dixit: “Dovremmo scrivere più grandi ruoli per le donne, punto. Un altro problema è che i film sono generalmente fatti per ragazzi di 14 anni, e i ragazzi di 14 anni vogliono guardare eroi d'azione di 25 anni” (IMDb.com).

⟡ Nessun dato, per ora.

Regista:

Augusto Caminito

Durata, fotografia

97', colore

Paese:

Italia

Anno

1988

Scritto da Exxagon nell'anno 2011; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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