le Notti porno nel mondo n.2

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Voto:

Film documentaristico.

LA RECE

Raccolta di sessualità allegrotte incartate dalla prosopopea di Ajita Wilson. Abbiamo detto tutto. Di hardcore vero e proprio non ce n’è, però c'è l'attitudine.

Mondo-movie d'amatiano che, in quanto tale, esagera mostrando boschetti con dovizia di particolari e, anche sì, la verga di un pony. Di hardcore vero e proprio non ce n’è, però c'è l'attitudine. D'Amato recupera filmati girati per il precedente le Notti porno nel mondo (1977) e confeziona un documentario erotico spinto ma noioso che, tuttavia, ha un valore cult per il cinefilo della serie-B, sicuramente più di quello girato da Mattei. C’è del genio: Massaccesi prende Marina Lotar, che nel ‘75 aveva divorziato dal giornalista Paolo Frajese, e la manda all'Holiday Inn di Roma nei panni di una giornalista (!) a intervistare Ajita Wilson, noto trans operato, riguardo la sessualità umana come se fosse una psicosessuologa, invece si tratta di una hostess che la sa lunga. Basterebbe questo. La Wilson fa la seria e basa la sua analisi sull'assunto che in qualsiasi fenomeno sessuale si possa rilevare un elemento di prevaricazione, e che è la performer ad esercitare violenza sul pubblico e non il contrario. Le due considerazioni non sono sconsiderate dal punto di vista psicologico - cfr. Stoller (1975), Perversione, la forma erotica dell'odio - ma avrebbero avuto bisogno di ben altra voce, anche perché, dopo tale incipit, la Wilson inizia a inanellare una serie di cazzate colossali che meriterebbero di essere trascritte, cosa che, ovviamente, non ho mancato di fare. Giustamente, la Lotar continua a chiedere alla Wilson se sia sicura di ciò che sta dicendo; dal canto suo, Ajita, tetragona, si versa bicchieroni di J&B o succhia dalla cannuccia degli interminabili beveroni e, per tutto il film, racconta e beve. Alla fine, da brava giornalista, la Lotar vuole toccare con mano il sapienziario della Wilson, e le due si mettono a fare un po' di petting; ne esce una scena lesbo-soft senz’anima. Però, rimangono le citazioni latine sbagliate, gli sproloqui assurdi e la Wilson che balla intorno a un mega glande di polistirolo. I filmati, che dovrebbero essere il piatto forte del documentario, sono, invece, di una noia solenne: lotta nel fango, frustate, coprofagia (filmato fintissimo, grazie al cielo), il Nord Europa come luogo di ogni perdizione e il pony di cui sopra. I filmati si aprono con un segmento simile a quello che aveva chiuso il film dell'anno prima: qui c'è Susy che s’infila delle palline da pingpong nella vagina e le spara nei whisky degli avventori del locale che non tolgono la pallina dal bicchiere e continuano a bere. La Lotar si domanda cosa succederebbe se si usasse una palla da basket al posto delle palline. Immagino che il locale dovrebbe rifornirsi di bicchieri più grandi. Prodotto dalla Esagono Cinematografica, le Notti porno nel mondo n.2 è spiazzante: i pezzi con le due attrici divertono ma i filmati erotici annoiano mortalmente; sarà anche che l'ho visto alle due di notte.

TRIVIA

Aristide Massaccesi raccontava senza troppi giri di parole: “Ma la cosa più divertente […] era questo “Ercolino” che faceva le scene erotiche […] Lo chiamavano Ercolino perché era uno che sembrava un culturista e aveva il pisello che gli si addrizzava sempre. […] Dunque, questo Ercolino era tutto verniciato di bianco e faceva la statua: la Wilson comincia a ballare sculettandogli intorno e a lui, a Ercolino, comincia a drizzarglisi l’uccello; solo che, non essendo prevista la cosa, l’uccello era di colore diverso dal resto… E quindi abbiamo dovuto stoppare la scena perché era soltanto un film soft. Poi, quando gli dicemmo che la Wilson era, in realtà, un uomo, non gli si è più drizzato. La cosa tragica è che io, questo ercolino, l’ho rivisto sei mesi fa in America […] Fa l’attore lì a Los Angeles ed è diventato completamente omosessuale. Vive in una specie di sottoscala, poveraccio, una pena… Il suo vero nome era Rick Martino e in quel periodo ebbe un certo successo nel porno. Poi l’ha beccato un vecchio omosessuale che se l’è portato in America e se lo inculava… Così è diventato un frociaccio, proprio una checcaccia di quelle peggiori e adesso, poveretto, sta proprio alla fame” (Nocturno dossier 35; 2005).

⟡ Una serie di follie mostrate e dette nel film. • Viene citata la locuzione latina “nascimur in merdis”. La citazione è sbagliatissima, oltretutto accreditata a un non precisato salmista. La frase corretta è “inter faeces et urinam nascimur”, nasciamo fra le feci e l'urina, e viene erroneamente attribuita a Sant'Agostino, che non è un salmista. Altre fonti ritengono che la frase sia da attribuirsi a Sant'Odone di Cluny. In realtà, tale frase, citata da diversi autori compreso Freud, non sembra avere paternità certa. • "Perché poi la chiamino danza del ventre non ho mai capito? Il ventre c'entra fino a un certo punto! Quello che danza, si sommuove, si sobbalza, si contrae, si distende, ondeggia, non è il ventre ma... le natiche, insomma!". Questo è vero soprattutto riguardo la danzatrice mostrata nel filmato. Aisha Mitrodin, questo il nome da farmaco della donna, è la danzatrice del ventre più scarsa mai vista, fa "la mossa" e basta; due uomini che osservano, infatti, abbandonano qualsiasi istinto eterosessuale e si baciano. Quello a destra è un po' schifato, però. • "I popoli nordici sessuofobi nel loro intimo per tradizioni religiose, liberi di costume per scelta politica derivante dal loro individualismo ancestrale, sono particolarmente soggetti all'eccitazione squisitamente cerebrale”. Sì, cerebrale... Ajita non ha mai visto un porno tedesco, evidentemente. • "Favolosi rompiscatole come Lutero e Calvino hanno creato questo assurdo senso di colpa nelle popolazioni di Centro Europa favorendo la nascita del sadismo e del masochismo. Si deve a loro se certe manifestazioni hanno origine sotto l'ombra delle guglie gotiche". Parole in libertà. • "Vuol mettere quanto è meglio essere frustata da un gladiatore con l'elmo anziché da un ragioniere con le emorroidi?". Tertium non datur. • "Qualsiasi opera letteraria, anche la più innocente, nasconde un complesso e profondo simbolismo sessuale anche se non appare a prima vista" "Allora anche la costituzione degli Stati Uniti?" "Certo, ma non ti darò la mia interpretazione in chiave sessuale di fronte ad un registratore". Ah, ok, cazzata enorme detta da Ajita che giustamente ridacchia.

Regista:

Joe D'Amato [Aristide Massaccesi]

Durata, fotografia

71', colore

Paese:

Italia

Anno

1978

Scritto da Exxagon nell'anno 2012; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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