Nuda per Satana

-

Voto:

Nei pressi di un misterioso castello, il dottore William Benson (Stelio Candelli) e, alla guida di un’altra autovettura, Susan Smith (Rita Calderoli), sono protagonisti di un incidente stradale. Benson si reca al castello per cercare assistenza, dato che Susan è svenuta, ma qui vengono accolti da un sinistro nobiluomo (James Harris) e dai loro doppi, vissuti secoli prima.

LA RECE

Gotico-erotico in odore di (s)culto ma solo per gli amanti e i conosocitori del bis italiano. Film impotabile per uno spettatore mainstream. Categoria "so bad so good".

Film del quale si dice un gran male e che, quindi, guardo diligentemente dandogli il massimo delle possibilità, una notte buia e tempestosa con la gatta sulla pancia come avrebbe fatto Blofeld ai tempi della Spectre. La più ottimale delle prassi permette di rilevare un quasi gradevole patina gotica da fumettone erotico “Oltretomba” in questa pozione batzelliana di misteri spaziotemporali, satanismo e sesso. Tanto sesso, soprattutto se vi capita di vedere la versione di 90 minuti con inserti hard abitati da gente drammaticamente poco dotata per il porno che si esprime tramite baci con la lingua fra i più sgraziati mai visti; ma non che la Calderoli e Candelli si bacino meglio. Certo, mai peggio del bacio finale di Calà in i Fichissimi (1981). Batzella, il genio dietro la Bestia in Calore (1977), ordisce un gotico in odore polselliano - e visti certi particolari, compreso il cast, chissà che Polselli non c’abbia messo becco – che già dopo dieci secondi vede Rita correre nuda verso lo spettatore, full frontal, per poi rifilarci un maggiolone con targa inglese ma con guida a sinistra. Insomma, british gothic all’amatriciana con sproloqui di notevole ambizione melò (“naufraghi su rive infinite”) incartati dall’indomabile score musicale di Baldan Bembo. Stelio Candelli, figlio illegittimo di Jack Palance e Gordon Mitchell, si aggira per il castello con aria perennemente interrogativa. Rita Calderoli si presta ad un film che vede il trionfo del suo seno sulla sua persona, seno indubbiamente splendido che viene fatto scivolare dai vestiti, esposto, scoperto, senza che alla donna venga dato agio di fare cose ovvie come, ad esempio, ricomporsi. D’altra parte, Rita, o Susan, o Evelyn (Miraglia docet) è sconvolta dopo l’incontro con l’elemento cult del film, il ragno, “effetto speciale” di gusto ’50 che tutti coloro che hanno visto la pellicola vi diranno essere cosa scandalosa. Non mentono. Di scene scult, d’altra parte, Nuda per Satana ne è ricco: il primo incontro lisergico fra l’impomatato Diavolo-Harris e Susan, l’orgia danzerina e colorata del finale, il cero spento e infilato nella vagina dell’adepta visibile solo nella versione con inserti hard. Impossibile che Batzella e la produzione non fossero consapevoli dell’operazione sorriso che univa dialettiche barocche e una fotografia quasi attenta, a raccordi in dissolvenza che si aprono con la Calderoli, di culo, piegata in avanti a farsi il bagnetto nella vasca. Ovviamente, il film è tenuto insieme con gli elastici e, quindi, nella progressione deraglia: l’atmosfera gotica lascia il posto ad invenzioni visive da psilocibina e un finale poco comprensibile in cui il Diavolo si arrabbia con Astaroth in un tripudio di fiamme e zoommate folli. Ad amare il cinema antiborghese di Franco e Polselli, che se ne fregava degli steccati della narrativa e lasciava tutto al corpo e alle sensazioni, forse, ma forse, il bislacco lavoro di Batzella il suo perché ce l’ha. Forse.

TRIVIA

⟡ Nessun dato, per ora.

Regista:

Paolo Solvay [Luigi Batzella]

Durata, fotografia

90', colore

Paese:

Italia

Anno

1974

Scritto da Exxagon nell'anno 2008; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

commercial