Oscenità
Voto:
In una riunione che dovrebbe essere una specie di terapia di gruppo, i partecipanti che hanno approfittato della bella Mireille (Mirella Rossi) spiegano le loro ragioni perverse, mediati dall'aiuto dello psichiatra Roberts (Isarco Ravaioli). Segue immancabile excursus sui comportamenti perversi.
LA RECE
Psicanalisi ed erotismo alla Polselli, quindi il tutto un tanto al chilo; in più, un taglio di carne in guisa - per modo di dire - femminista che andò di traverso al regista stesso. Robetta manco erotica ma solo sexploitation.
Psicanalisi ed eros alla Polselli. Sulla traccia di Rivelazioni di uno psichiatra sul mondo perverso del sesso (1973), o forse quello sull'impronta di questo, Oscenità è un’amenità sessual-psicanalitica in salsa femminista che, propagandando l'emancipazione con tutte ‘ste donne nude, fa ovviamente un po’ ridere. Come per altre opere dello stesso regista, la storia produttiva affrontò delle difficoltà. Il film fu realizzato nel ‘73 ma venne bocciato dalla censura; Polselli, quindi, lo rimontò e lo ridoppiò con l'aggiunta di dialoghi di tono femminista. Uscito nel ‘73 col titolo Quando l'amore è oscenità, il film tornerà sugli schermi nel 1979/80 col titolo Oscenità. Al di là dei soliti dialoghi barocchi tipici del cinema di Polselli, possiamo assistere a siparietti anche notevoli come l'accoppiamento di una prostituta con un mulo. Si dice che il filmato sia vero; da notare che il mulo, poco prima, si libera le viscere come natura vuole e non sia mai che in montaggio si opti per qualche taglio. Per il resto si tratta di stupri (finti, ovviamente), frustate, pannocchie usate come dildo, immagini evocative, pelame anni '70, pisciate in un pitale, Mireille sempre con le tette al vento, luci psichedeliche, camporelle e tanta tanta noia che supera di gran lunga l'erotismo di grana grossa. Qualche scena non è male ma il merito è più che altro connesso al fascino della pellicola vintage e all'imperizia tecnica piuttosto che alle pulsanti scene di sesso. Da farci qualche risata con gli amici, benché Oscenità abbia una sua schiera di fan che l’ha eletto a piccolo cult. Il titolo è cult di sicuro.
TRIVIA
Renato Polselli (1922-2006) dixit: "Venne respinto dalla censura perché, come tanti altri miei lavori, portava avanti un discorso contro il potere e contro i tabù che quest'ultimo è interessato a perpetuare e consolidare all'interno della società. In particolare, in Oscenità [...] mi scagliavo contro l'oscurantismo della Chiesa cattolica ma la censura, come ho già detto, mi bocciò il film e io fui costretto a modificarlo e a farne un prodotto “femminista”, a favore delle donne e del diritto a non essere vessate dal maschio" (Giusti, 2004).
⟡ Nessun dato, per ora.
Regista:
Renato Polselli
Durata, fotografia
84', colore
Paese:
Italia
1973
Scritto da Exxagon nell'anno 2011; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
