l'Ossessione del mostro

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Voto:

Già basterebbe l’ossimoro di un incipit che vede Peter Cushing ad una festa di alternativi per motivare alla visione. Poi, però, si ripropone stancamente il plot di Occhi senza volto (1960) con il Nostro nei panni di un chirurgo che ammazza per ridare il bel volto alla propria amante involontariamente sfigurata dopo una scazzottata con un Andy Warhol wannabe. In realtà, Lynn s’era solo bruciata un po’ la guancia; bastava una pomata. C’è da aspettare parecchio, prima di vedere un allucinato Cushing che aggredisce in treno una biondona e la decapita, portandosi via la testa e nascondendo alla bene e meglio il corpo sotto i sedili; in effetti, questa scena, censurata in numerose distribuzioni, rappresenta una delle più audaci visualizzazioni della violenza nel cinema britannico pre-slasher. Finale home-invasion con una banda di dementi, e chiusa del film con una strage; uno degli aggressori è vestito da marinaio, ha gli occhiali spessi un dito e mastica schifosamente. Peter Cushing s’impegna con grande energia in questo horror che oscilla tra modernità urbana e ruralità, facendo pure a pugni come mai altrove, e l’uso del grandangolo nelle scene concitate accresce lo scompenso. Però, filmetto è e filmetto rimane, anche se la versione non censurata include sequenze di nudità e violenza che collocano Corruption più vicino al giallo italiano che al gotico britannico, consolidando la sua posizione di ponte tra diverse tradizioni del cinema di genere europeo.


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Titolo originale

Corruption

Regista:

Robert Hartford-Davis

Durata, fotografia

91', colore

Paese:

UK

Anno

1968

Scritto da Exxagon nell'anno 2019; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0