Penny dreadful

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Voto:

Penny (Rachel Miner) ha la fobia delle automobili e questo da quando i suoi genitori morirono in un incidente stradale. All'interno di un percorso psicoterapeutico, la sua psicologa (Mimi Rogers) la convince a fare un viaggio in macchina con lei verso il posto in cui i genitori di Penny ebbero l'incidente. Durante il viaggio, le due donne incontreranno un pazzo omicida che intrappolerà Penny in auto e farà di tutto per terrorizzarla.

LA RECE

Slasher di serie B atipico con buon impegno recitativo ma di scarso impatto genereale anche dovuto ad una scarsa distribuzione. Ormai da tempo nel dimenticatoio.

Interessante fusione di slasher e horror psicologico. Il modello hitchcockiano, ammesso dal regista, traspare dall’idea di costruire un film ad alta tensione da svolgersi soprattutto nello stipato spazio di un’automobile, il che richiede una protagonista all’altezza che somministri tutto un ventaglio di emozioni. La poco nota Rachel Miner (the Black Dahlia, 2006) ci mette l'anima per trasmettere il panico derivante da un disturbo psicologico (amaxofobia) poco noto ma neppure troppo raro. Non comune il fatto che tutto questo dispendio recitativo avvenga in un film slasher, genere cinematografico che, come noto, non si spende molto in scavo psicologico e recitazione. Sfortunatamente, fuori dalla macchina, i meccanismi superficiali dello slasher si palesano e, sia il killer incappucciato e lurido, sia le uccisioni che procura raccontano cose già viste altrove e troppe volte. Perché tale cattivo decida di vessare la povera Penny non viene chiarito, così come il rivelarsi del volto dell'assassino non comporta nessun sostanziale twist conclusivo. Il film costruisce una notevole tensione per tutto lo svolgimento ma il finale di poco senso, e quasi improvviso, la spreca tutta. Creativa la regia di Brandes e curata la fotografia di Joplin Wu, ma l’impressione è che ciò che c’era da dire poteva essere espresso anche in un corto o in un mediometraggio. Particolare ed accattivante, comunque, il modo in cui sono stati realizzati i titoli di testa in digitale e, chicca per l'appassionato, la presenza cammeo di Michael Berryman, il Pluto de le Colline hanno gli occhi (1977). Il livello recitativo fa di Penny dreadful un prodotto interessante non solo per l'horror fan, ma si tratta, comunque, di un film di seconda fila. Nel tempo, questo titolo diventerà noto non per questo lavoro di Brandes, finito nel dimenticatoio, ma per la serie televisiva creata da John Logan che è andata in onda dal 2014 al 2016.

TRIVIA

Richard Brandes dixit: “Per me, la chiave per raccontare questa storia, e farlo in un modo interessante che tenesse impegnato il pubblico e, si spera, sul bordo delle loro sedie, è stato quello di cercare di metterli al posto di Penny, nei suoi panni, per così dire, e farli sentire come se stessero sperimentando la stessa paura di Penny vivendola il più possibile in tempo reale” (richard-brandes.com).

⟡ Mimi Rogers ricorda come l'esperienza di recitare al freddo della notte e all'interno dello spazio ristretto della macchina risultasse particolarmente dura. La cosa funzionò solo grazie all'enorme entusiasmo del regista. La Rogers ha detto: "La crew era tutta imbacuccata come se fossero degli yeti ma ricordo che Richard saltava a destra e a manca fuori dalla macchina gri-dando ’Urlate! Energia, più energia!’" 

⟡ Il titolo del film riprende un genere letterario dell’era vittoriana caratterizzato da melodrammaticità e narrazioni eccessivamente dilatate, ciò perché gli scrittori venivano pagati un penny a parola. 

⟡ Rachel Miner ha detto questo degli appassionati di film horror: "Una cosa che amo dei fan dei film horror è che hanno un grande interesse rispetto alla regia e al processo di produzione dei film. Questo ha molto a che fare con l'arte e non solo col prodotto finito".

Titolo originale

Id.

Regista:

Richard Brandes

Durata, fotografia

92', colore

Paese:

USA

Anno

2005

Scritto da Exxagon nell'anno 2007; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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