le Colline hanno gli occhi
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Voto:
Il poliziotto in pensione Big Bob Carter (Russ Grieve) va, con moglie, figlio, figlie e rispettivi mariti, nello sprofondo del deserto dell'Arizona in cerca di una miniera d'argento che ha ereditato. Un incidente stradale blocca il gruppo in una landa di colline aride nella quale vive un individuo deforme e la sua progenie cannibale. Con il calare della notte inizia la lotta per la sopravvivenza.
LA RECE
Un Craven, a mio avviso, minore; tuttavia, il film trova la possibilità di farsi cult secondario con tanto di icona minore. Possibile ma forse superfluo il commentario psicosociale.
Film che si configura come una sintesi riuscita, ancorché non esaltante, de l'Ultima casa a sinistra (1972), Non aprite quella porta (1974) e un Tranquillo weekend di paura (1972). Craven, con un budget ben superiore rispetto a quanto ebbe a disposizione per la pellicola del '72, trasporta in una dimensione agorafobica la lotta fra le differenti tensioni dell'animo umano: alcune tendenze verranno incarnate dalla famiglia di cannibali che vive nascosta fra le colline rocciose, altre verranno rappresentate dalla famiglia perbene, persa in un deserto metafora dell'istinto: zona non praticata e impraticabile per la cultura perbenista. Siccome lo spirito conciliante raramente fa parte delle dinamiche horror, l'istanza civile mal si concilierà con l'istinto profondo, da cui l'orrore stesso. Il film pesca, in parte, dal rape & revenge, nella misura in cui vede degli innocenti vessati e trasformati in crudeli vendicatori ma, soprattutto, si rifà alle dinamiche del backwood brutality con i soliti villici deformi e cannibali, al tempo, però, non così scontati. Quest'ultimi, chiaro richiamo a Leatherface & Co, incarnano elementi antitetici: se, da una parte, rappresentano un brutale e selvaggio lato dell'inconscio, d'altra parte sono organizzati secondo un rigido modello patriarcale reazionario. In un moto uguale e contrario, la famiglia perbene finirà per lottare con le unghie e con i denti, così come il cannibale con le unghie e i denti mangia. Craven pare che abbia negato l'influenza di Non aprite quella porta sostenendo che il soggetto fosse stato ispirato dall'antico fatto di cronaca riguardante Sawney Beane di cui faccio cenno nei trivia. Il risultato non cambia. Si tratta sempre di un film che mira a un certo grado di analisi sociale senza dimenticare che, trattandosi di un prodotto horror, il sangue e lo shock rimangono centrali. Il commentario sociopsicologico funziona, il film, come horror, un po' meno in quanto la famiglia di redneck squinternati pare più bizzarra che minacciosa e, dopo il primo assalto riuscito a livello filmico, lo scontro tra le due fazioni diventa routinario. Rispetto a l'Ultima casa sinistra, le Colline hanno gli occhi è meno cinico e non presenta un vero ribaltamento di ruoli. Una certa divisione di detti ruoli permane e viene avvertita come liberatoria la meritata batosta da parte di quelli che buoni erano e buoni rimangono, anche se parecchio arrabbiati. Qua e là, si respira aria pesante da cinema di serie-B ma la cosa più fastidiosa riguarda il doppiaggio italiano davvero posticcio. Il film lancia nel mondo del cinema il calvo Michael Berryman che, per fattori strettamente anatomici, diventa una piccola icona in diverse successive produzioni e rende, di fatto, iconico il film stesso. Trampolino anche per Dee Wallace nei panni di Lynne poi ne l'Ululato (1980), Critters (1986) e mamma in E.T. l'extraterrestre (1982). Da vedere ma, a mio parere, non è un must. Craven filma pure un seguito scadente che, col tempo, avrà modo di rinnegare (le Colline hanno gli occhi II, 1984) e supervisionerà il remake diretto da Alexandre Aja (le Colline hanno gli occhi, 2006) che, a propria volta, godrà di un seguito: le Colline hanno gli occhi 2 (2007). Esiste anche un the Hills have eyes III (1995), anche noto come Mind reaper o the Hills still have eyes, film tv per la HBO prodotto da Craven che poco c'entra con la saga.
TRIVIA
⟡ Nei primi anni del XV secolo in Scozia, vicino ad Edimburgo, lo sbandato Sawney Bean s'installo con una compagna in alcune cave vicine alla scogliera. Qui iniziò a figliare e, in bel quadretto incestuoso, il capofamiglia procreò anche con le figlie, e i figli con le sorelle, finché la famiglia allargata, ormai simile a un clan, decise che per far provviste sarebbe stata buona cosa uccidere i viandanti e mangiarseli conservandoli in acqua marina, cioè in salamoia. Fecero una strage nella zona finché il Re di Scozia si scocciò delle continue sparizioni e mandò il suo esercito a braccarli. Furono catturati e, senza processo, furono giustiziati in maniera brutale. Gli storici moderni, tuttavia, ritengono che il clan Bean non sia mai esistito e le sue nefande azioni non siano mai avvenute, dato che non vi è documentazione seria che possa attestarne la veridicità. Sawney Bean sarebbe dunque un mito paragonabile a quello dell'orco con una serie di topoi archetipici quali le terribili conseguenze della violazione dell'incesto.
⟡ La versione originale del film si beccò il divieto ai minori (X Rating), così, furono eseguiti tagli per assicurarsi il rating R. La versione originale si è persa definitivamente.
⟡ li produttore Peter Locke compare nei panni di Mercury, quello più stupido con il cappello di piume. Si vede solo due volte: al garage di Fred e mentre comunica con Mars e Pluto alla radio.
⟡ Il cane morto usato come controfigura per il pastore tedesco Bella non era un effetto speciale, si trattava di un vero cane morto che Craven e il produttore Locke si fecero dare dallo sceriffo di contea.
⟡ Molti degli oggetti di scena usati per arredare il nascondiglio della famiglia cannibale venivano dal set di Non aprite quella porta.
⟡ Inizialmente, si era programmato di realizzare una scena in cui la neonata veniva uccisa per essere mangiata, ma gli attori minacciarono di abbandonare il set se quella scena fosse stata girata.
⟡ Le neonate usate nel film furono due, anche se viene accreditata solo Brenda Marinoff.
⟡ La location, distante dal più vicino centro abitato almeno 50 km, risultò essere un vero inferno per cast e troupe: la temperatura durante il giorno saliva fino a 49 gradi per poi scendere drasticamente al tramonto.
⟡ A quanto riferì l'attore Houston, il processo di selezione degli attori si basò, più che altro, sulla capacità di questi di piangere a comando.
⟡ L'attrice Susan Lanier fu consigliata dal suo agente di non accettare il ruolo in questo film perché le avrebbe rovinato la carriera. La donna, appassionata di horror e fan di Craven, accettò comunque il ruolo di Brenda, moglie dell'ex poliziotto. In effetti, la carriera della Lanier, a parte qualche comparsata tv, non andò oltre gli anni '80; ora fa la fotografa a Los Angeles.
⟡ Le macchine da presa furono noleggiate da un famoso pornografo californiano.
⟡ Il provino per il ruolo di Ruby richiedeva che si facesse una gara di corsa. Wes Craven diede il via e tutte le potenziali attrici scattarono; Janus Blythe partì male, quindi fece uno scatto, sorpassò tutte le altre e tagliò il traguardo per prima, ottenendo la parte.
⟡ A Janus Blythe, il regista suggerì di sporcarsi il più possibile per il make-up del suo personaggio perché era troppo carina per essere credibile come ragazza che aveva passato la vita nel deserto.
⟡ Nella scena in cui la famiglia cannibale mangia Bob, gli attori stavano in realtà mangiando una coscia di agnello arrostita.
⟡ Il serpente a sonagli usato per la scena finale scappò proprio mentre ci si apprestava a filmare la sequenza; tutti fuggirono dal set per timore di essere morsicati ma, pochi minuti dopo, il serpente rispuntò fuori e venne catturato.
⟡ La reazione di Virginia Vincent nel ruolo di Ethel fu abbastanza genuina quando nel film viene colpita da un'arma da fuoco. L'esplosione della sacca di sangue sotto il vestito le fece parecchio male tanto che fu mandata all'ospedale.
⟡ li bizzarro Michael Berryman raccontò che, una volta, trovandosi al cinema a vedere questo film, sentì che una donna seduta davanti a lui si lamentava ad alta voce della pellicola dicendo: "Questo film è disgustoso e perverso!". Berryman trovò divertente sporgersi verso la donna e, alle spalle, dirle: "Signora, ha dannatamente ragione, questo film è disgustoso!".
Titolo originale
The Hills Have Eyes
Regista:
Wes Craven
Durata, fotografia
89', colore
Paese:
USA
1977
Scritto da Exxagon nell'anno 2007; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
