l'Ultima casa a sinistra

-

Voto:

I due sadici maniaci sessuali Krug (David Hess) e Fred (Fred J. Lincoln) evadono dal carcere e, insieme a un drogato e ad una prostituta loro complici, adescano due ragazze, Mari (Sandra Cassell) e Phyllis (Lucy Grantham), poi torturate e ammazzate a sangue freddo. Dopo l'omicidio, i colpevoli si fanno ospitare nella casa degli ignari genitori di una delle due ragazze uccise.

LA RECE

Lavoro seminale di Craven che inaugura il filone Rape & Revenge, ispirato a Bergman ma contaminato dal grindhouse e dalla disillusione post-Vietnam. La violenza infetta entrambi gli schieramenti, trasformando la famiglia borghese perbenista in brutale carnefice dei carnefici. Nonostante i limiti tecnici e narrativi, resta un cult capace di colpire basso anche oggi, seppur meno che in passato.

Difficile riconoscere in questo film grezzo e violento la mano dello stesso regista che ha portato alla notorietà Freddy Krueger, un’icona dell’horror mainstream. L'Ultima casa a sinistra è, nondimeno, il cult-movie che ha dato una spinta decisiva alla carriera del regista Wes Craven, il quale ha ridefinito ogni dieci anni i limiti entro cui si muoveva il cinema horror: Nightmare - dal profondo della notte (1984) e Scream (1996) stanno lì a comprovarlo. A ciò si aggiunga l’apporto in ambito slasher di Sean Cunningham che, in the Last house on the left ha messo mano alla sceneggiatura e che, nel 1980, dirigerà Venerdì 13. Per questa piccola pietra miliare del cinema estremo, Craven e Cunningham s’ispirarono a la Fontana della vergine (1959) di Ingmar Bergman che narra la storia della giovane Karin stuprata e uccisa nel bosco da tre pastori, i quali, poco dopo, cercano rifugio nella fattoria di Töre, padre della giovane. Il regista americano spinse il piede sull'acceleratore rispetto a quanto visto nella pellicola svedese e mischiò questa storia derivata dalla ballata del XIV secolo “Töre's dotter i wänge” con le nuove suggestioni del cinema grindhouse, con il movimento pacifista flower power, con la disillusione seguita al conflitto in Vietnam e con un desiderio di vendetta fuori misura. Vendetta, tremenda vendetta che già era stata portata sugli schermi da Peckimpah con Cane di paglia (1971) a descrivere un brutale contrappasso messo in essere da un privato cittadino prima civile ora brutale; un filone che piacerà decisamente al pubblico che troverà nel vendicatore una sorta di riflesso supereroico capace di portare giustizia dove la giustizia legale non arriva. Esempi: il Giustiziere della notte (1974), un Borghese piccolo piccolo (1977) e Stupro (1976), quest’ultimo a cavallo fra i generi. È, però, il film di Craven, soprattutto in virtù del suo finale, ad abbandona lo spettatore a un senso di sbandamento sfuggito ai consimili che si limitarono a saziare il pubblico con la vendetta. In realtà, Craven, che non pensava di muoversi distributivamente più in là dell’area bostoniana, quindi non prevedendo il successo della pellicola, si scatenò nel superare il limite del tollerabile scrivendo un plot che esaltasse l'escalation del panico, dell'inevitabilità e della verosimiglianza dei protagonisti, fino a giungere ad un rispecchiamento fra cattivi e buoni che poi si troverà chiaramente espresso in le Colline hanno gli occhi (1977). “Non avevamo intenzione di stare alle regole che erano state codificate nel campo della rappresentazione della violenza, dove a commettere atti malvagi erano sempre e solo i cattivi e se era uno dei buoni a farlo, si trattava di una cosa “pulita e veloce”. Più o meno era questo l’atteggiamento degli americani nei confronti della guerra del Vietnam” (Nocturno dossier 4, 2003). L'Ultima casa a sinistra andò a toccare troppi punti deboli e ferite ancora aperte nell'America puritana e borghese, non ultimo il brutale fatto di cronaca relativo all’omicidio Tate-LaBianca perpetrato dalla Manson Family, benché Cunningham abbia sempre affermato che non ci fosse nessuna attinenza fra il film e le gesta della banda Manson, e che il fine de l’Ultima casa a sinistra era solo portare alla ribalta se stesso e Craven con qualcosa di forte e doloroso, ma molto umano, che rappresentasse il modo in cui la violenza infetta le persone. I due schieramenti contrapposti, la famiglia perbenista di Mari e la banda di Krug, all’apparenza l’una nemesi dell’altra, si incontrano sul piano della violenza: la tipica famiglia repubblicana benpensante e reazionaria dimostrerà di saper parlare lo stesso linguaggio primitivo di Krug e soci, e il culmine si avrà con la madre di Mari che staccherà a morsi il pene di Fred. È proprio per il sotteso commentario sociale che il film di Craven si distingue dal basilare intento exploitation delle pellicole Rape & Revenge che seguiranno. The Last house on the left ha un perché culturale che trascende l'immagine violenta, la quale diviene sintomo di un disagio, mentre nelle produzioni successive diverrà motore primo e unico del film stesso. La nota tagline secondo la quale: "per evitare di svenire ripetetevi, è solo un film... è solo un film" è diventata famosa e, con il tempo, è stata copiata, con variazioni, da diversi altri film. La pellicola di Craven, però, a differenza di quanti hanno promesso orrore e non hanno mantenuto, riesce davvero nell'intento di scioccare lo spettatore, oggi come ieri, a dispetto di tutti gli evidenti limiti realizzativi: la regia non è perfetta, così come non lo è il montaggio o la sequenzialità delle scene che sono un po' forzate al fine di far giungere i protagonisti nei pressi della casa dei Collingwood. Un po' superficiali, poi, le descrizioni dei personaggi e le frasi che gli vengono fatte pronunciare: "La vita mi sorride", detto da Mari, è un banale preludio che cerca forzatamente di sottolineare la disfatta finale. Anche la reazione alla scoperta della morte della figlia da parte dei Collingwood non è molto credibile, a cui sommare i poco divertenti siparietti comici dei poliziotti che vorrebbero spezzare (o potenziare?) le intermittenti esplosioni di violenza. Pur nella sua imperfezione, o forse proprio per la sua grezza realizzazione, l’Ultima casa a sinistra è un film che si fissa nella memoria e i cui meriti di seminalità cinematografica non vanno sottovalutati. La pellicola si incolla addosso al bravissimo David Hess, attore e musicista che, a causa della sua partecipazione in questo film, finirà ostracizzato sia dall'ambiente musicale, sia da quello cinematografico; ma non è morto di fame essendo, tanto per dire, l’autore del pezzo musicale “Speedy Gonzales”. Film cult consigliato anche al pubblico mainstream che voglia deviare dal solito percorso; la visione, tuttavia, si ribadisce, non è adatta a tutti. Voto che tiene conto dell’importanza storica ai fini del sottogenere R&R con accoliti quali: Thriller - a cruel picture (1974), l’Ultimo treno della notte (1974), la Casa sulla collina di paglia (1975), Stupro (1976), Non violentate Jennifer (1978), Autostop rosso sangue (1978), la Settima donna (1978), la Ragazza del vagone letto (1979) la Casa sperduta nel parco (1980), l’Angelo della vendetta (1981), Oltre ogni limite (1986), Baise-Moi - scopami (2000), Irreversible (2002). Voto che rispecchia l'importanza storica del film più che le sue qualità intrinseche; comunque, pellicola la cui visione è più necessaria rispetto a quella del suo remake non ufficiale (Chaos, 2005) e a quello ufficiale (l'Ultima casa a sinistra, 2009).

TRIVIA

Wesley “Wes” Earl Craven (1939-2015) dixit: “I film horror non generano paura, la liberano” (IMDb.com).

⟡ Quando Wes Craven portò questo film all'MPAA, essa affibbiò l'X-rating come si trattasse di un film per adulti, giudizio che avrebbe affossato il film nelle sale. Siccome il regista voleva l'R-rating, eliminò 10 minuti di girato, riportò il film e si vide attribuire di nuovo la X. Poi, Wes tolse 20 minuti ma non fu ancora abbastanza. Craven, a quel punto, riportò tutto alla condizione iniziale, si prese il Rating-R grazie ai maneggi di un amico e distribuì il film.

⟡ Davi Hess, l’attore che ha guadagnato di più per l’ingaggio, venne pagato 900 dollari (5600 dollari aggiornati al 2020). In realtà, Hess guadagnò molto di più con la colonna sonora composta che gli fece incassare 18.000 dollari di allora.

⟡ Il film, in alcuni cinema, non venne preso bene dagli spettatori: in un caso, alcuni spettatori inferociti picchiarono un incolpevole proiezionista.

⟡ Il film venne distribuito inizialmente come Sex crime of the century ma questo titolo non attirò pubblico nelle sale. Fu un semplice distributore locale a suggerire il titolo Last house on the left ed anche la famosa tagline “keep repeating, it’s only a movie, only a movie…” perché era proprio questo che quel distributore ripeteva a sua moglie mentre, atterrita, guardava la pellicola.

⟡ Il nome Mari Collingwood è stato preso dal nome del liceo in cui andava Wes Craven.

⟡ Sul set del film, aleggiava anche il futuro regista Steve Miner (l'Assassino ti siede accanto, 1981; Chi è sepolto in quella casa, 1985) che, ai tempi, però, era in fase di gavetta; il suo ruolo era portare i caffè e cose così.

⟡ A dispetto del clima teso del racconto cinematografico, sul set, tutti si divertirono molto, anche sessualmente: a quanto hanno riferito i “cattivi” Hess, Lincoln e Sheffer, tutti e tre hanno conosciuto in senso biblico la truccatrice Anne Paul; Lincoln ed Hess sono stati anche con Lucy Grantham.

⟡ Il film è stato bandito per 30 anni in UK; fa parte dell'elenco dei video nasties.

⟡ Per realizzare il sangue finto sono stati usati due coloranti alimentari, rosso e blu, addizionati con sciroppo di caramello; il risultato fu superiore alla media.

⟡ Come fu riferito da alcuni attori del film, Sandra Cassel, vero cognome Peabody, era veramente terrorizzata durante le riprese; a un certo punto si allontanò persino dal set.

⟡ I distributori della Hallmark and Atlas International cercarono di spacciare il film come uno snuff.

⟡ La violenza rappresentata nel film ebbe un impatto negativo sulla carriera di Fred Lincoln e David Hess: il primo fu scaricato da ben venti commercial pubblicitari pianificati, il secondo venne mollato dalla sua casa discografica.

⟡ Lucy Grantham sostiene che per la scena dell'urina fu usata vera urina ma questo contraddice quello che ha scritto David A. Szulkin sul making of del film. Szulkin scrive che fu semplicemente inserita una spugna bagnata nei pantaloni della Grantham.

⟡ Quando i genitori di Mari la ritrovano morta sulla sponda dello stagno, la ragazza respira ancora. La cosa è ben visibile, e ciò perché, inizialmente, si pensava a una scena in cui lei avrebbe riconosciuto i suoi aguzzini prima di morire.

Titolo originale

Last House On The Left

Regista:

Wes Craven

Durata, fotografia

91', colore

Paese:

USA

Anno

1972

Scritto da Exxagon nell'anno 2006 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

commercial