la Settima donna
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Voto:
Suor Cristina (Florinda Bolkan) e le sue giovani studentesse sono in ritiro in una villa sul mare per preparare l'opera teatrale "Sogno di una notte di mezza estate". Irromperanno tre malviventi che avevano compiuto una sanguinosa rapina in una banca poco lontano e prenderanno in ostaggio la suora e le ragazze, seviziandole e stuprandole.
LA RECE
Combinazione del genere Rape & Revenge con la struttura da assedio domestico con ambientazione nell'insolito scenario toscano dell'Argentario. Pur essendo meno violento di altri film del genere, offre comunque tensione grazie alle performance di Florinda Bolkan e Ray Lovelock, risultando una possibile introduzione "moderata" all'R&R.
Film del genere Rape & Revenge, di quelli che vedono come capostipite l'Ultima casa a sinistra (1972) di Wes Craven ma che, nella fattispecie, s'innesta con la trama di Ore disperate (1955) di William Wyler. Quindi abbiamo, sì, lo stupro e la vendetta delle vittime ma in un assedio compiuto da alcuni criminali che si devono nascondere dalla polizia. Insomma, un soggetto filmico che non brilla per originalità ma che permise a Prosperi di cavalcare narrative e stili molto in voga ai tempi, quelle del suddetto lavoro di Craven e accoliti ma anche il crime-thriller stile Quel pomeriggio di un giorno da cani (1975) o il Giustiziere della notte (1974), però collocando l'azione in inusuale cornice: lo scenario naturale toscano dell'Argentario. Per Prosperi è l'occasione di scovare anche soluzioni che preparino alla sorpresa: bella l'iniziale scena della rapina ripresa ad altezza gambe che impedisce di vedere in volto il più spietato dei rapinatori; la medesima scena verrà, poi, riproposta mostrando il viso degli interpreti. L'uso del grandangolo esaspera le scene di stupro: uno dei criminali prende un lungo bastone e, con la soggettiva della ragazza aggredita, osserviamo al rallenty il bruto che infila il legno nella vagina della giovane; tutto off-screen, ovviamente, ma con buona dose sleaze. La Bolkan (Non si sevizia un paperino, 1972; le Orme, 1975), come suo solito, dà l'idea di metterci anima e corpo nel personaggio: la sua recitazione è sempre intensa, anche se vederla in abiti monacali crea qualche perplessità, forse non il viso più adatto per la tonaca; pur vero che Suor Cristina sarà chiamata ad una missione che richiede una durezza ben veicolata dal viso incisivo della Bolkan. Interessante la parte scritta per Ray Lovelock (un Posto ideale per uccidere, 1971; Macchie solari, 1975) nei panni del rapinatore Aldo: per buona parte del film si spera che l'unico fra i tre che mostra un briciolo di umanità possa liberare gli ostaggi e porre termine alle sevizie; il suo ambiguo inquadramento rende lo svolgimento dei fatti più teso. Il film, benché tratti di violenza e stupro, non è uno dei più volenti all'interno del sottogenere; altre le pellicole più brutali, ma non per questo meno efficaci (l'Ultimo treno della notte, 1975), sono andate al di là della violenza sessuale, l'unica violenza compiuta ai danni delle ragazze de la Settima donna. li lavoro di Prosperi risulta, quindi, meno forte di altri consimili ma può pur sempre risultare materia ostica per chi non fosse abituato al Rape & Revenge. Forse, il film potrebbe funzionare come introduzione "moderata" all'R&R per coloro che volessero iniziare a indagare il genere. La violenza vi sarà servita con l'accompagnamento di bottiglie di Punte Mes e J&B, e ai ritmi della musica del maestro Pregadio, proprio quello della cara vecchia Corrida con Corrado.
TRIVIA
⟡ Nel film vengono mostrate in tv le immagini del film l'Occhio dietro la parete (1977).
⟡ L'utilizzo da parte del regista del nick Franco al posto dell'esteso Francesco ha causato confusione, portando alcuni a pensare che questo regista fosse il documentarista che realizzò insieme a Jacopetti Mondo cane (1960).
Regista:
Franco Prosperi [Francesco Prosperi]
Durata, fotografia
90', colore
Paese:
Italia
1978
Scritto da Exxagon nell'anno 2011 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
