Irréversible
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Voto:
Film a ritroso sulla sorte della coppia formata da Alex (Monica Bellucci) e Marcus (Vincent Cassel) che, dalle ultime immagini, sappiamo in un’estasi sessuale e in attesa di un figlio, e dalle prime immagini scopriamo drammaticamente distrutta. Alex, stuprata a morte in metropolitana dal Tenia (Jo Prestia), verrà (non) vendicata da Marcus che con l’amico Pierre (Albert Dupontel) arriva a rovistare nel torbido del locale gay Rectum.
LA RECE
Il Noé sdoganato per il mainstream (o quasi) grazie alla bella Bellucci e il di lei stupro. Film ricordato soprattutto per quello, ma Irréversible non è solo quello. Occhio, necessita di un pubblico foderato (più dramamina).
Clamoroso film di Noé, nel senso che, a suo tempo, fece parecchio clamore il lungo piano sequenza dello stupro della più che bella attrice Bellucci, bella più che attrice. Poi il brutalissimo omicidio con l’estintore. Che il film, in realtà, lo abbiano poi visto in pochi poiché spaventati dalla violenza e/o dalla destrutturazione narrativa, è un dato di fatto. Che i meriti di Irréversible si limitino a quelle due o tre scene, invece, è questionabile, ma è pur sempre vero che Noé lo fece nascere con intenti strumentali. Preso dalla scrittura di Enter the void (2009), impegnativo prodotto da girare in Giappone, Noé pensò a una pellicola minore che potesse fare da traino, anche commerciale: “Ero talmente indebitato che volevo girare qualcosa al più presto”. E co-sì, come al solito, ci pensa il cinema de-genere a foraggiare l’essai; ma che le altezzosità dell’élite siano nel libro spese dei cafoni, ormai lo si sa. Ad ogni modo, il briccone francese s’inventa un soggetto con uno stupro come non se n’era mai-visto-uno-così con, a seguire, una vendetta peggiore del crimine che andava a redimere. Irréversible funzionerà, in realtà, già sulla credibilità produttiva, non per la trovata di una narrativa invertita (ogni sequenza inizia nel momento in cui termina la sequenza successiva) in debito con Memento (2000) e Mulholland Dr. (2001) ma, appunto, per la sinergia di un regista fumantino con la bella coppia Bellucci-Cassel. E così sarà. Ma Irréversible, oltre che bestia commerciale, è un buon incubo visivo, con dialoghi perlopiù improvvisati e riprese in Super 16, che fanno del rape and revenge un viaggio irrévocable (si parte dalle conclusioni) nei più bassi quartieri della vita, il Rectum, per entrare in contatto con la visceralità dell’umano: sesso, violenza, razzismo, vendetta. Tutto, in questo macello di riprese roteanti e nauseanti, è un percorso di non-compimento. Naufraga drammaticamente la coppia, naufraga pure la vendetta realizzata sulla persona sbagliata e dalla persona sbagliata: è Pierre a frantumare il volto del poveretto con l’estintore, non l’iracondo ma inerte Marcus. Pierre che, guarda caso, era l’intellettuale del duo o, per dirla meglio, l’uomo civile che si difendeva dall’istinto tramite intellettualizzazione; illuminante, a questo proposito, la lezione che la bellissima Alex offre a Pierre circa l’errore di attendere ossequiosamente l’orgasmo della donna durante la copula, quando, invece, sarebbe più liberatorio godere e accettare, tra l’altro, che la donna possa godere del godere dell’altro. Verità assiomatiche che ci sarebbe da leggere Kernberg per capirne la pregnanza clinica. Oppure no, farlo e basta; è questo che insegna Alex in quell’apicale scena improvvisata. Peccato che lo stesso istinto viscerale, folle, animale, sia quello che animi lo stupratore. Non se ne esce, non se ne può uscire, è irréversibile. Apre in chiusura il Philippe Nahon di Seul contre tous (1998), nudo e rigonfio sul letto, che era andato a letto con sua figlia: “Era così bellina…”. L’uomo vinto dall’istinto, nudo, proprietario di null’altro che se stesso. Il film del tempo che distrugge tutto è tutto qui, ma la visione del cinema enfatico e un po’ presuntuoso di Noé vale il prosieguo della visione. Una visione, ça va sans dire, non per tutti e bandita in Nuova Zelanda e Australia, anche se Steven Schneider ha inserito il film fra i 1001 da vedere prima di morire.
TRIVIA
⟡ Stanco di gestire la cinepresa per le scene al Rectum e col braccio indolenzito, Noé ha ammesso di aver fatto uso di cocaina per darsi la carica.
⟡ La scena dello stupro fu realizzata in sei riprese effettuate in due notti diverse, dipingendo di rosso il tunnel. Il sangue sul volto della donna, così come i genitali dello stupratore, vennero aggiunti digitalmente. La Bellucci ha poi ammesso di non aver mai avuto il cuore di rivedere la scena dello stupro nella sua interezza.
⟡ L'intero film è stato girato in Super 16, trasformato in HD per eseguire la color correction e l'editing, e poi esportato in Super 35. Per molte delle riprese a mano, il regista ha utilizzato la più piccola telecamera 16 mm esistente, la Minima.
⟡ L’unico film che, pare, abbia sconvolto Gaspar Noé, al punto di dover abbandonare la sala durante la visione, fu Cane di paglia (1971), esattamente nella scena dello stupro. Irréversible e la sua violenza ancora più cruda vanno a “sanare” l’antico trauma.
⟡ Il locale Rectum è un vero locale BDSM gay parigino, il cui vero nome e Club Banque poiché ricavato da un ex banca. Affinché non fosse additato come omofobo, il regista aggiunse una scena di lui che si masturba nel club.
⟡ Mostrato al Festival di Cannes del 2002, il film fece svenire tre persone. Altre 200 su 2400 abbandonarono la sala.
⟡ Una delle scene meglio riuscite del film, quella di Cassel, la Bellucci e Dupontel che parlano nella carrozza del metrò, fu totalmente improvvisata. Era l’ultima corsa del mezzo pubblico e Noé disse ai tre attori che dovevano cavarsela in qualche modo non attenendosi al copione. Così, Dupontel si mise a chiedere alla Bellucci dei suoi orgasmi e del sesso con suo marito; l’espressione divertita dell’attrice e di Cassell tradisce la sorpresa per quelle domande improvvisate.
⟡ La testa distrutta dall’estintore venne prodotta come testa in lattice, sostituita a quella vera tramite un effetto di transizione con manipolazioni digitali.
⟡ Durante la scena del party, Marcus, a cui viene chiesto il nome, risponde Vincent. L’attore Vincent Cassel, che in effetti aveva sbagliato dicendo il suo vero nome al posto di quello del suo personaggio, per evitare di rifare una scena di realizzazione complessa, ha risolto al momento dicendo che stava scherzando.
⟡ Il libro che legge Alex sull’erba, nell’ultima scena, è "An Experiment With Time" di J.W. Dunne; suggestivo, dato il procedere temporale del film.
⟡ Per fare entrare la Bellucci nella parte, Noé le diede un VHS con registrare diverse scene di stupro. L’attrice, ad ogni modo, il giorno prima di girare quella proverbiale sequenza, guardò Non violentate Jennifer (1978), film che, pare, le piacque.
⟡ I primi trenta minuti del film sono arricchiti da un rumore di fondo a 28 Hz, una bassa frequenza poco avvertibile, che causa malessere e vertigini, usata da Noé esattamente per causare nello spettatore queste reazioni.
Titolo originale
Id.
Regista:
Gaspar Noé
Durata, fotografia
93', colore
Paese:
Francia
2002
Scritto da Exxagon nell'anno 2012; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
