Mulholland Drive
Voto:
Una donna (Laura Harring) sfugge a un tentativo di omicidio finendo fuori strada con la sua auto sulla Mulholland Drive di Hollywood. La donna si rifugia nell'appartamento di Betty Elms (Naomi Watts), un'aspirante attrice arrivata a Los Angeles da Deep River, Ontario. L'ospitata, che ha perso la memoria, si presenta come Rita, prendendo il nome da un poster di Rita Hayworth. Betty cerca di aiutarla a ricostruire la sua vita ma gli unici indizi sono una borsa piena di soldi e una misteriosa chiave blu. Nel frattempo, al regista Keshner (Justin Theroux) vengono fatte pressioni dalla mafia perché ingaggi come protagonista l'attrice Camilla Rhodes (Laura Harring).
LA RECE
Uno dei più affascinanti esempi di cinema-puzzle del nuovo millennio. Partendo dalle suggestioni si Twin Peaks, e manipolando i codici del noir losangelino, si arriva trasognanti ad una riflessione meta-cinematografica sulla natura stessa delle narrazioni hollywoodiane. Hollywood non solo come location ma come stato mentale. Raro caso di film che non si limita a raccontare una storia, ma crea una nuova grammatica per raccontarla.
Se siete amanti del cinema weird, David Lynch non necessita di grosse presentazioni. Elevato quasi subito a regista di culto per quella stranezza su pellicola che fu Eraserhead (1977) e fattosi amare dal grande pubblico per i lacrimoni versati con he Elephant man (1980), Lynch ha intessuto la sua tela di regista del bizzarro con opere quali Velluto blu (1986), Cuore selvaggio (1990) e il serial televisivo Twin Peaks (1990-‘91) poi cristallizzatosi nel non apprezzatissimo Fuoco cammina con me (1992), prequel del serial. Dal picco di seguito e stima ottenuto agli inizi degli anni '90, la fama di Lynch è andata progressivamente a calare rimanendo artista di culto solo per quella schiera di irriducibili amanti del cinema "diverso". Diverso sia perché Lynch non è d'immediata metabolizzazione, sia perché, ad ogni colpo portato a segno, altri hanno mancato il bersaglio. Tutti ricordano Twin Peaks ma pochi amano citare il Lynch di On the air, miniserie andata in onda nel ’92, od Hotel Room del ’93, altra miniserie interrotta alla settima puntata. Negli anni '90, Lynch non ha realizzato molti lungometraggi: l'apprezzato Strade perdute (1997) è stato eclissato dal buonismo di una Storia vera (1999) al soldo della Disney, pellicola che ha ottenuto successo di pubblico e nomination all'Oscar. Per il suo ritorno al surreale con Mulholland drive e Inland empire (2006), Lynch ricorse a finanziamenti offerti da produttori francesi, e non era la prima volta. Mulholland drive nacque nei primi anni '90, quando le tivù trasmettevano ancora il serial Twin Peaks. Se ci fosse stata la possibilità di produrre una terza serie di quel telefilm, Lynch avrebbe chiesto alla ABC di creare uno spin-off con protagonista Audrey Horne; la Betty di Mulholland drive, quindi, altro non sarebbe se non la Audrey del vecchio serial. Lynch voleva recuperare diverse tematiche del serial e suggestioni provenienti da altri suoi lavori: un gruppo di mobster che minaccia i protagonisti come in Velluto blu e Strade perdute, personaggi bizzarri e sinistri, realtà alternative, scambio di identità e perdita dei margini dell'identità stessa. Sopra od ogni cosa, la peculiare caratterizzazione della donna dipinta sia come semplice ragazza di provincia, sia come femme fatale: appunto, Audrey di Twin Peaks. Tuttavia, la ABC, dopo un finanziamento di 8 milioni di dollari, rimase delusa dai risultati. Lynch si comprò i diritti e il materiale, lo portò in Francia da Studio Canal che aggiunse circa 7 milioni di dollari per portare a compimento un lavoro sulla dualità. In Mulholland drive, la dicotomia è veicolata dalla bella Watts, semplice biondina di provincia in cerca di successo cinematografico, e dalla procace Laura "Rita Hayworth" Harring, donna fatale che deve ricostruire la propria vita. Nel divenire degli eventi, la semplicità della prima confluirà nella seconda donna, mentre Betty si rivelerà sensuale tanto quanto la burrosa messicana Harring. Come vuole la migliore tradizione lynchiana, il linguaggio narrativo e lo sviluppo della storia segue fragili fili logici, suggestioni surreali e atmosfere da inconscio turbato che, in effetti, mal si accordano con le lineari narrative televisive. Lynch, d’altronde, si è sempre fatto forte di una cifra artistica caratterizzata da rappresentazioni simili al sonno e ai sogni senza che una logica lampante prenda il sopravvento; pare che il regista eviti anche di spiegare al cast la storia che andranno a recitare. Il thriller che Lynch ordisce, quindi, non è quello al quale di norma si è abituati, ovvero una storia che al termine completa e spiega. Il racconto di Lynch è, piuttosto, l’occasione per dar vita a un circo di suggestioni psicologiche, qualcosa che coloro che approcciano il cinema di questo regista devono accettare come qualcosa di imprescindibile, pena una grande irritazione. Mulholland drive non lesina rispetto alla destrutturazione del processo narrativo: se Lynch, in altri lavori, dipanava almeno le questioni aperte dal soggetto principale, qui non lo fa e, come aggravante, aggiunge una serie di sub-plot più o meno curiosi che confondo ulteriormente le acque fino a precipitare in un finale in cui la Harring viene risucchiata in un universo che comprende e contempla molteplici elementi del film stesso. Confusi? Normale. Districare la matassa è un lavoro bizantino e, forse, non s'ha neppure da fare; a volerci per forza pensare, forse la prima parte del film è il sogno di una delle due protagoniste. Il Club Silencio diventa, in questo contesto, non solo una location ma una chiave di lettura dell'intero film: "esto es todo una grabación", tutto è registrato, tutto è illusione. Comunque, la piena comprensione del film è secondaria all'impero del bizzarro che Lynch espande a ogni suo lavoro, e più ci sforziamo di decifrare il film, più ci rendiamo conto che esso ci costringe a ripensare la natura stessa della narrazione cinematografica. Sulla scena saffica fra la Herring e la Watts, invece, pochi fraintendimenti, e riconosciamo a Lynch la furbizia di inserire un pezzo di buon vecchio sesso che fa parlare una lingua popolare al film e fa parlare il popolo del film. Ad ogni buon conto, Mulholland drive saprà ripagare con moneta forte coloro che amano il regista e il suo modo di mescolare le carte, jolly compresi.
TRIVIA
⟡ Per il film, Lynch è stato nominato all'Oscar 2002 nella categoria Miglior Regia. Non ha vinto la statuetta, però ha vinto la Palma D'Oro a Cannes per la stessa categoria.
⟡ Nei credit iniziali non appare il titolo del film in sovraimpressione ma si legge Mulholland Dr. su un segnale stradale.
⟡ Presso il complesso degli appartamenti del Sierra Bonita, a fianco del numero 17, c'è scritto L.J. DeRosa, ovvero il nome di una degli scenografi che hanno lavorato al film, Laura J. DeRosa.
⟡ Il film è dedicato a Jennifer Syme, una giovane attrice deceduta a 28 anni, la cui storia è molto simile a quella del personaggio interpretato dalla Watts. La Syme partecipò in un ruolo secondario a Strade perdute (1997), fu fidanzata di Keanu Reeves e con lui ebbe una figlia, tuttavia nata morta. Jennifer morì il 2 aprile 2001 a Los Angeles quando la sua jeep si schiantò contro una fila di macchine parcheggiate.
⟡ Alle pizze del film distribuite nei cinema di tutto il mondo, il regista chiese di allegare una sua personale nota, scritta al PC e fotocopiata, sulla quale si davano speciali istruzioni. Si chiedeva di proiettare il film non centrato verticalmente ma facendo corrispondere il margine alto del fotogramma con il margine superiore dello schermo cinematografico, quindi parte dell'immagine inferiore finiva fuori schermo. Questo perché il film, pensato per la tv, aveva una proporzione d'immagine di 1:1,78 (16:9), mentre al cinema il rapporto è 1:1,85. Se l'immagine fosse stata centrata verticalmente, parte della testa degli attori sarebbe finita fuori dal telo di proiezione. Oltre a ciò, Lynch chiese di aumentare di due decibel il livello dell'audio in sala. La nota si concludeva con le parole "Your friend, David Lynch".
⟡ Mentre si recava in macchina al casting per il ruolo di Rita, l'attrice Laura Harring ebbe un incidente automobilistico non grave.
⟡ I critici de Les Cahiers du Cinéma scelsero Mulholland drive come il migliore del 2001; nel 2010 lo elessero miglior film della decade.
⟡ Nel film, il regista Kesher rompe il parabrezza della macchina dei produttori con una mazza da golf, riferimento all'episodio che, nel 1994, vide come protagonista Jack Nicholson, il quale fece la stessa cosa dopo che un uomo in Mercedes aveva osato lamentarsi perché Nicholson era fermo a un incrocio bloccando il traffico; ciò gli fece guadagnare il soprannome Mulholland Man.
⟡ Nell'appartamento di Betty c'è un quadro simile a "La Ragazza con l'Orecchino di Perla" di Vermeer; si tratta di "Beatrice Cenci" di Guido Reni.
⟡ Se Mulholland drive fosse stato un serial della ABC, come in effetti era in progetto, Naomi Watts e Laura Harring ci non avrebbero preso parte perché, tra tanti fattori che remavano contro, la ABC le riteneva troppo vecchie per poter funzionare come star televisive.
⟡ Rebekah Del Rio, la cantante al Club Silencio, incontrò Lynch il giorno in cui un talent scout la portò in uno studio di registrazione in cui, per caso, si trovava il regista. Lynch le chiese di cantare per lui e la donna improvvisò "Llorando" e, senza saperlo, fu registrata. Anni dopo, Lynch incorporò in questo film proprio quella registrazione fatta sul momento con l'eccezione di qualche correzione sonora.
⟡ Angelo Badalamenti, il compositore dello score musicale, compare nel film all'inizio come il dirigente che beve un espresso; Cori Glazer, supervisore alla sceneggiatura, è la donna coi capelli blu.
Titolo originale
Id.
Regista:
David Lynch
Durata, fotografia
147', colore
Paese:
USA, Francia
2001
Scritto da Exxagon nell'anno 2006; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
