Velluto blu

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Voto:

Il collegiale Jeffrey Beaumont (Kyle MacLachlan) ritorna alla città natale dopo che il padre è stato colpito da un infarto. Mentre cammina in un campo, trova casualmente un orecchio umano e lo porta allo sceriffo. Nonostante il consiglio di evitare di intromettersi nelle indagini, il giovane, vinto dalla curiosità, si mette sulle tracce della persona alla quale apparteneva l’orecchio. Le ricerche, coadiuvate dall'amorevole Sandy (Laura Dern), lo portano nell'appartamento della cantante Dorothy (Isabella Rossellini). Jeffrey finirà invischiato in una storia di ricatti e perversione che ha come protagonista lo psicopatico Frank (Dannis Hopper).

LA RECE

Un mondo di perversione nascosto dietro la facciata tranquilla di una cittadina. Il film contrappone l'innocenza apparente all'oscurità umana, seguendo la discesa del protagonista negli abissi morali rappresentati dallo psicopatico Frank Booth. Lynch costruisce una riflessione sul voyeurismo e sulla responsabilità dell'osservatore, anticipando temi che diventeranno centrali nell'era dei reality e di internet (ma nessuno pare badarci davvero).

Film che ha consacrato il talento visionario di Lynch anni dopo l'imperscrutabile e, fino ad allora, misconosciuto Eraserhead (1977), e prima che il suo nome riecheggiasse in tutto il mondo grazie all’esoterico serial Twin Peaks (1990). La tematica che farà il successo del sopracitato prodotto tivù, ovvero il losco che si nasconde dietro un'apparente quanto mai melensa realtà, è anche il motore primo di quest’opera controversa comparsa in un decennio in cui imperversavano film perbenisti. Considerato da alcuni come una delle migliori pellicole degli anni '80 e avversato da coloro che rimasero delusi per i limitati momenti scioccanti e bizzarri, Velluto blu è un film sulla visione, sull'occhio che spia, sulla telecamera che si fa occhio attraverso il viaggio di un semplice ragazzo nei reconditi recessi dell'anima. A ben guardare, però, Jeffrey non è così semplice né così innocente: è avvinto dalla curiosità, prima mentale, poi voyeuristica, quindi sessuale quanto perversa, fino al punto di essere pronto a perdere il pacifico amore di Sandy per cedere al gioco oscuro di Dorothy, una vittima non così vittima. Lo psicopatico Frank non è che il doppelgänger, il doppio malefico di Jeffrey: il suo linguaggio volgare fa da nemesi ai dialoghi banali, sdolcinati e un po' vacui che strutturano il rapporto fra Jeffrey e Sandy. Non è un caso che il film si apra sul primo piano di un orecchio mozzato appartenete a una persona invischiata nel giro losco, e si chiuda su un primissimo piano dell'orecchio di Jeffrey, come a sottolinearne il legame. Jeff esce dall'incubo in cui è stato attore e osservatore per tornare al suo mondo tranquillo in un finale che è iperbolicamente positivo. Jeff, tuttavia, è ancora quello di prima? Velluto blu è uno strale contro la perfetta vita di una certa perfetta America che si configura come un libro dalla copertina patinata ma con le pagine spiegazzate e sporche. Nei recessi di un prato inglese ben curato e verde da fare invidia, si nascondono masse di scarafaggi brulicanti. Solo l'amore, si dice alla fine, può sistemare tutto. Dobbiamo crederci? Lynch, con il suo solito stile visionario, inframezza scene da film classico a incubi che ricordano quelli di the Elephant man (1980), gioca con l'amore di due collegiali per poi far piombare lo spettatore nella perversione di un folle che sniffa amilnitrato da una bombola, che ha un feticismo per il velluto, che picchia le donne e che dice parolacce ad ogni piè sospinto. Il tutto, in un gioco di luci e scelte scenografiche che ricordano, quelli sì, gli strani incubi di Twin Peaks. Quello di Lynch è proprio uno strano mondo, parafrasando una battuta ripetuta dai protagonisti del film. Eccellente la performance di Hopper, ottima quella coraggiosa della Rossellini che, come fa notare Mereghetti: "Non ha avuto timore di esibire un corpo che non è certo da spot di Lancôme". Perfetta la seppur breve prestazione di Stockwell che molti ricorderanno per il ruolo del simpatico Osservatore nel serial Quantum leap (1989-1993) o anche come protagonista ne i Langolieri (1995). Film eccellente e, in una certa misura, profetico rispetto all’attuale importanza dello spiare e della responsabilità che l’osservatore ha nel processo; nell'era del reality e di internet sembra ormai una riflessione scontata ma, negli anni ’80, non era così ovvia. Film, d’altro canto, non adatto al mainstream che potrebbe ridurre il tutto a un thriller un po' lento con qualche momento hot.

TRIVIA

⟡ Isabella Rossellini era davvero nuda sotto il vestito di velluto nella scena dello stupro compiuto da Frank. Hopper, tuttavia, ne era inconsapevole finché è partito il ciak e la Rossellini ha aperto le gambe davanti alla faccia dell’attore, ed era la prima volta che i due si incontravano sul set. Interessante primo appuntamento.

⟡ Lynch ridusse personalmente la durata del film da quattro ore a due. Nonostante i molteplici tentativi, nessuno è stato in grado di recuperare le due ore perse. Esistono solo fotografie di quell'enorme taglio.

⟡ Don Stockwell usa una lampada da lavoro nella scena della canzone "In Dreams" anche se, inizialmente, doveva usare un microfono. L'idea venne a Lynch dopo aver visto l'attore maneggiare la lampada nelle prove d'illuminazione.

⟡ Dennis Hopper dice "fuck", che diventa "cazzo" nella versione italiana, praticamente in ogni scena in cui compare, ed è l'unico personaggio del film a usare quella parola a parte Stockwell che la dice una volta ma esortato da Hopper.

⟡ Il ruolo di Jeffrey era stato offerto a Val Kilmer (1959-2025), il quale rifiutò perché ritenne lo script pornografico, anche se poi ammise, dopo aver visto il risultato, che sarebbe stato il caso di partecipare al film. Al tempo preferì un ruolo secondario in Top gun (1986).

⟡ Parecchi attori vennero vagliati per il ruolo di Frank ma quasi tutti trovavano quel ruolo ripugnate e troppo forte. Dennis Hopper, invece, si dice che abbia esclamato: "Io devo recitare nei panni di Frank, perché Frank sono io!".

⟡ Lynch, inizialmente, aveva in mente di far inalare elio a Frank nelle scene di sesso con Dorothy; Hopper, invece, optò per l'amilnitrato, più noto come popper, anche se anni dopo disse di aver compreso il valore bizzarro di far parlare un maniaco con la voce distorta e acuta, tipica conseguenza dell'inalazione di elio.

⟡ Lynch pensò la parte di Dorothy per Hanna Schygulla. Quando questa rifiutò, il regista diresse le sue attenzioni su Helen Mirren, prima di incontrare casualmente la Rossellini in un ristorante di New York.

⟡ Il produttore Dino De Laurentiis ha dovuto fondare la compagnia di distribuzione D.E.G. per far approdare il film nelle sale, dal momento che nessun altro distributore voleva aver a che fare col film.

⟡ La scena in cui Dennis Hopper colpisce la Rossellini fu editata in modo che non si vedesse la mano che colpiva il viso di Isabella, e ciò per evitare gli strali dell'MPAA riguardo la rappresentazione della violenza sulle donne. Lynch disse che quel cambiamento non fece altro che rendere la scena ancor più disturbante.

⟡ Nel film si vede uno dei marchi di fabbrica del regista David Lynch: l'autostrada di notte.

⟡ Come anche in Mullholland drive (2001), dove una donna dai capelli blu è seduta su una balconata, Velluto blu presenta molti riferimenti all'assassinio di Abramo Lincoln. A Jeffrey Beaumont si dice di non recarsi in Lincoln Street dove si trovano gli appartamenti Deep River; Frank Booth ricorda il nome John Wilkes Booth, l'assassino di Lincoln; Don Valens è colpito alla testa pressappoco nello stesso modo in cui lo fu Lincoln.

⟡ La Rossellini riferì che, durante le riprese della scena dello stupro, Lynch non la smetteva di ridere dietro la cinepresa per la stranezza della situazione. Benché ai tempi rimase perplessa per la cosa, ammise a posteriori che, rivista la scena, questa ora muove al riso pure lei.

Titolo originale

Blue Velvet

Regista:

David Lynch

Durata, fotografia

120', colore

Paese:

USA

Anno

1986

Scritto da Exxagon nell'anno 2013 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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