i Langolieri

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Tutti i passeggeri di un volo aereo scompaiono nel nulla, tranne coloro che stavano dormendo e che, risvegliatisi, si accorgono della paradossale situazione. Il gruppo riuscirà a portare l'aereo a terra ma si ritroverà in un aeroporto deserto. Il mondo è vuoto, strano, pervaso da un sinistro rumore di fondo: sono i Langolieri che stanno arrivando a divorare tutto.

LA RECE

Prodotto per la tv con tutti i limiti del caso: dalla color correction, all'effettistica. Però il mystery venato di horror si fa apprezzare e il concetto dei Langolieri è indubbiamente affascinante.

Guilty pleasure con tutta la patina brutta da tv-movie ma anche intrigante riduzione di uno scritto kinghiano che l'autore statunitense dice essergli stato ispirato da un incubo in cui una donna fantasma cercava di mettere una pezza ad una breccia nella carlinga di un jumbo. Oppure, King, prima di andare a let-to, aveva visto due specifici episodi di Ai confini della realtà: the Odyssey of flight 33, bianco e nero del 1961 (stagione II, ep.18) e a Matter of minutes, XV episodio, I stagione, serie 1986. Nondimeno, i Langolieri coglie nel segno, e ben prima di Lost (2004-2010), istruisce una valida atmosfera mystery per un gruppo di superstiti a uno strappo nel tessuto temporale. Prima parte realmente intrigante e capace di occultare cos’abbia colpito i presenti e cosa abbia fatto sparire gli assenti; con il passare dei minuti, e con il disvelarsi dei misteriosi langolieri, il gioco va un po’ alle corde a causa delle logiche di diluizione che governano i serial. Felici di rivedere Dean Stockwell, coprotagonista del simpatico e poco visto serial Quantum leap (1989-1993) che, qui, fa da pivot nel ruolo di un uomo innocuo ma inquisitorio e analitico a metà fra Topolino e il tenente Colombo. I protagonisti sono, in effetti, un po' macchiettistici e rappresentano una tipologia ben precisa di persone ma probabilmente questo era nelle intenzioni dell'autore. La tenuta del racconto è tale che si perdonano diverse leggerezze tipiche dei prodotti televisivi, la pallida color correction tipica dei serial di basso profilo e la scarsissima qualità digitale con la quale sono realizzati i langolieri; non che fossero molti i film del ’95 con un buon digitale, e ancor meno le produzioni tv. Pur lontano dalla perfezione, e con una seconda parte stagnante, i Langolieri non si fa dimenticare da coloro che hanno avuto l’occasione di visionarlo: mystery e sottile atmosfera sinistra, ingredienti essenziali per gli appassionati di fantascienza e gialli. Pollice versissimo, invece, per il finale con i protagonisti che corrono e saltano tutti insieme, inchiodati da un pietoso fermoimmagine. Però, ammettimo che la locandina ha una qualche golosa evocatività.

TRIVIA

⟡ Il film è stato girato presso l’aeroporto internazionale di Bangor (Maine), la città natale di King. 

⟡ L’aereo usato nel film è un Lockheed L-1011-385-1 TriStar (reg. N31018) di proprietà della fallita Trans World Airlines, poi venduto alla svedese Air Ops, quindi dismesso definitivamente nel 1996. 

⟡ Dean Stockwell e l’attrice Kate Maberly, nel film la giovane Dinah, avevano già recitato insieme ne il Giardino segreto (1993). 

⟡ Nel film ha un ruolo anche il regista Tom Holland (la Bambola assassina, 1988; Ammazzavampiri, 1985). 

⟡ Inizialmente si era pensato di rendere i Langolieri con la forma di burattini, cosa che sarebbe stata decisamente inquietante, tuttavia, alla fine, si optò per una soluzione digitale che però, come detto, risultò decisamente mediocre.

Titolo originale

The Langoliers

Regista:

Tom Holland

Durata, fotografia

71', colore

Paese:

USA

Anno

1995

Scritto da Exxagon nell'anno 2005; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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