Pieles
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Voto:
Un uomo (Antonio Durán 'Morris') incapace di controllare i propri impulsi pedofili, si reca in un bordello gestito da una donna pronta a soddisfare le più indicibili inclinazioni dei suoi clienti. La bambina che viene offerta all’uomo non ha occhi, e lui le regalerà due pacchianissimi diamanti da mettere sul volto che la ragazza terrà fino all’età adulta (Macarena Gomez) quando, drammaticamente, la vita di queste persone si incrocerà con quella di altra gente deforme, fra cui una ragazza che ha l’ano al posto della bocca (Ana Polvorosa).
LA RECE
Cinema spagnolo coraggioso, almeno nella forma, per la sua grottesca eplorazione del diverso e di come diversità e normalità siano in un continuo rapporto dinamico. Per qualcuno potrebbe essere un film con un piede oltre il tollerabile ma difficilemnte un pubblico di quella fatta transita di qui...
Didascalico quanto vuoi nel descrivere visivamente e dialogicamente un universo in cui il diverso è meritevole di rispetto e di trovare un amore a propria misura; Pieles, però, è anche uno dei film weird più equilibrati fra forma bizzarra e narrativa che si possa trovare in circolazione. Alex de la Iglesia finanzia la poetica dell’ex star della tv Eduardo Casanova che aveva espresso già in potentia Pieles tramite alcuni corti: la Hora del baño (2014) con la Gomez, Eat my shit (2015) con la Polvorosa. Carnevale di gente col culo in faccia, di donne col volto squagliato come gli orologi di Dalì, di nane vere alla Tod Browning, di lesbiche obese, di ustionati e un giovane con BIID che non vuole avere le gambe, Pieles è un romantico e grottesco attacco alla vista rivestito di colorismi antitetici e kitch “perché situazioni orribili sono più facili da digerire se rivestite di colori pastello”. Persone deformi vivono, amano e cercano di farsi amare ai bordi di una società che adopera protocolli standardizzati circa l’estetica. Un orrore epidermico per i brutti e un orrore morale per i belli che di problemi, a ben vedere, non è che ne abbiano meno rispetto ai primi. Per un film la cui morale emerge abbastanza velocemente e senza sorprendere circa l’indirizzo a cui inviare la propria empatia, resta lo strano attrito di chi si vorrebbe emotivamente abbracciare e chi, visivamente, non smette di repellerci. Il gioco di Pieles, o Skins sul piatto internazionale, non si esaurisce in passaggi anticonformisti, il più inquietante dei quali arriva proprio in incipit, ma sviluppa il mondo di Freaks (1932) facendolo uscire da un circo che giustifica e foraggia la mostruosità, estendendolo al sociale ed obbligando tutti, normali e non, a trovare una propria collocazione, cosa che, dolorosamente, si suggerisce sia possibile solo previo compromesso. La lezione, come fu per Moe Sislack con la midget Maya, è che il diverso non va amato nonostante la sua diversità ma proprio per essa; con buona pace di Jeanne-Marie Leprince de Beaumont. Accompagna con gran trasporto Daniel Magal con “Cara de Gitana”. Piccolo film, Pieles, e, ahimè, di target limitato ma gli amanti del cinema weird non possono perdere l’occasione di vedere una delle stranezze su pellicola meglio compiute e passibile, per la sua linea narrativa sentimentale, di essere presentato agli spettatori mainstream di maggior apertura mentale.
TRIVIA
Eduardo Reina Valdehíta “Casanova” (1991) dixit: “Quando al pubblico si offre qualcosa che è solo orribile, il pubblico lo rifiuterà. Ma quando lo avvolgi in qualcosa di bello, come il colore rosa, il pubblico lo noterà e sarà un piacere guardarlo. Questo è l'unico modo per portare un messaggio senza che venga rifiutato. Non solo in Pieles, ma in tutto il mio lavoro applico questo metodo. Quando le situazioni sono orribili, le avvolgi in colori pastello e diventano più facili da digerire. In questo modo, posso parlare di questioni orribili e dolorose. Il colore rosa ha connotazioni diverse. Si parla di rosa quando si parla di donne, di qualcosa di ingenuo o di omosessualità. Per me il rosa è solo un colore. Un colore che è ottimo da usare in spazi che sono in conflitto con esso” (roffamonamour.com).
⟡ Nessun dato, per ora.
Titolo originale
Id.
Regista:
Eduardo Casanova
Durata, fotografia
77', colore
Paese:
Spagna
2017
Scritto da Exxagon nell'anno 2020; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
