Quella strana casa
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Voto:
Dopo la morte del padre, David (Eric Foster) e la sorella maggiore Lynn (Kim Valentine) vanno ad abitare con i nonni. In seguito a un sogno, David inizia a sospettare che i nonni nascondano un segreto; l'apparizione di un’inquietante donna che si aggira per il giardino rende quel sospetto più concreto.
LA RECE
Film di seconda fila ma che seppe sfruttare efficacemente l'archetipo della nonna, ribaltandolo. Tecnicamente modesto ma tematicamente ambizioso, l'horrore, qui, è specchio dell'angoscia abbandonica e la paura dell'autorità adulta corrotta.
Horror misconosciuto, sia qua che negli USA, corredato da una locandina che lascia presagire il peggio (non questa che vedete ma la più diffusa, con i due ragazzini), ovvero che Grandmother's house, sia un pezzo di cinema di basso basso rating. In realtà, quello che lo spettatore si trova di fronte fin dai primi minuti è un film cupo, con dialoghi sparuti e permeato da un alone di mistero decisamente intrigante. Benché gli interpreti vengano dalla televisione e il film stesso soffra dei limiti del low budget, facendo pensare a un prodotto direct-to-video, la regia risulta curata nel cercare di tener in bilico il plot, discretamente originale, fra l'incubo e la fiaba nera. Il punto di vista infantile, motore primo del film, richiama titoli più famosi come la Morte corre sul fiume (1955), Unico indizio la luna piena (1985) ma anche, in alcuni frangenti, Stand By Me - Ricordo di un'estate (1986). Peter Rader, la cui carriera come regista finì nel 1995 e che, in quello stesso anno, si distinse come sceneggiatore di Waterworld, costruisce parecchi momenti avvolti dal mistero: il punto di forza del film è, infatti, la sua capacità di sollecitare spiegazioni circa gli avvenimenti mostrati e, soprattutto, la tendenza a depistare lo spettatore per poi approdare a un finale shock. Povero di situazioni sanguinose o che possano davvero atterrire lo spettatore se paragonato agli standard odierni, Quella strana casa (titolo italiano poco pertinente che capitalizza sul lavoro di Raimi) si fa onore se posto a paragone con altre pellicole che hanno avuto immeritatamente più eco. Sebbene primariamente classificato come thriller psicologico con elementi horror, il film di Peter Rader presenta inequivocabili connotati coming-of-age: la traumatica perdita genitoriale e la conseguente ristrutturazione identitaria dei giovani protagonisti rappresentano, l'accelerazione della maturità attraverso il trauma. Gli attori risultano tutti convincenti nonostante non abbiano alle spalle comprovate carriere: Eric Foster non ha fatto praticamente più nulla, Kim Valentine ha fatto diversi lavori in tivù, Len Lesser (il nonno) può essere ricordato per il ruolo dello zio Leo nella sitcom Seinfeld (1989-1998) e per la partecipazione nell'altra sit Tutti amano Raimond (1996-2005). Menzione d'onore per la scream queen Brinke Stevens, qui nei panni di una donna "al limite", che apparirà in una miriade di B-movie horror dal nome più o meno indecente: Vampires vs. Zombies (2004), Tele-Zombie (2004), Zombiegeddon (2003). Gradita sorpresa, in definitiva, che avrebbe meritato sorte migliore; l'impostazione più thriller che horror ne fa un film per tutti.
TRIVIA
⟡ Nessun dato, per ora.
Titolo originale
Grandmother's house
Regista:
Peter Rader
Durata, fotografia
90', colore
Paese:
USA
1988
Scritto da Exxagon nell'anno 2014 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
