Unico indizio: la luna piena
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Voto:
A Tarker's Mill, la gente viene uccisa in circostanze misteriose. Il giovane Marty (Corey Haim), paraplegico, inizia ad avere sospetti dei quali rende partecipe lo zio Red (Gary Busey), malvisto per la sua abitudine al bere; neanche la sorella di Marty, Jane (Megan Follow), sembra essere del tutto convinta. Le morti, tuttavia, continuano, e l'isteria si diffonde nella cittadina. Gli abitanti si organizzano per andare a snidare la bestia che si nasconde nei boschi.
LA RECE
Horror anni '80 con Stephen King che adatta una propria novella per un pubblico giovane. Film non eccezionale con una produzione travagliata, cambi di regia, dissidi sul costume del mostro e persino il protagonista poi deceduto tragicamente. Più per critici e storici del cinema che per il comune appassionato di horror.
Horror tipicamente Ottanta a beneficio del quale Stephen King fa il re-style di una sua novella, “Cycle of the werewolf”, adattandola ai ritmi dello schermo e a un target giovanilistico. Il risultato, come non di rado quando si tratta di materiale filmico tratto da King, è lontano dalla perfezione ma, comunque, sufficientemente gradevole. Dirige Daniel Attias, qui al suo unico lungometraggio prima di una carriera gloriosamente televisiva. I temi kinghinai sono sempre quelli di Stand by me (1986) con la particolarità di un giovane protagonista, interpretato con vivacità dallo sfortunato Haim, a bordo della sua fuoriserie a rotelle che si trova da solo a combattere il Male. L'inizio del film è abbastanza interessante, e la testa decapitata ben mostrata è un valido specchietto per le allodole adolescenti alle quali era diretta la pellicola, ma essa si assesta velocemente sul tema dell’indagine fino alla rivelazione finale che non sconcerta. Lo stile e il modello narrativo di questo film, che peraltro soffrì a causa di una scarsa distribuzione e per un poster poco attraente, iniziano a far sentire il peso degli anni e difficilmente Unico indizio la luna piena potrebbe piacere alle nuove leve. Rimane di un certo interesse storico per la brutta sorte toccata all’attore protagonista e per i dissidi in fase produttiva che videro Dino De Laurentiis molto insoddisfatto del licantropo utilizzato nel film: non gli piaceva come appariva il costume ideato da King e Carlo Rambaldi. Il peculiare aspetto del mostro era dovuto al desiderio di King di rendere la creatura ambigua e non troppo connotata come lupo, col risultato che sembrava un orso. Non solo, le prime riprese furono realizzate da Don Coscarelli (Fantasmi, 1979), il quale si scocciò per i contrasti fra Rambaldi, King e De Laurentis che rallentavano la produzione e abbandonò la regia presa, poi, da Attias. Minacciato da King di chiudere baracca e burattini, De Laurentis accettò il costume di Rambaldi ma, ancora, non era contento dei movimenti di chi indossava il costume, un ballerino professionista di danza moderna che era stato assunto proprio per le sue ottime capacità di movimento. Liquidato il ballerino, fu l’attore Everett McGill, nel film il reverendo Lester Lowe, a indossare il costume del mostro nella maggior parte delle scene. Detto così, Unico indizio la luna piena incuriosisce e una singola visione, per chi ne abbia tempo, potrebbe starci; magari da vedere in double-bill con gli Ammazzavampiri () per il comune approccio teen-friendly.
TRIVIA
Daniel Attias (1951) dixit: “Mi considero al servizio della visione dello spettacolo ma spero di farla progredire, di complicarla, di approfondirla. In questo senso mi sento un co-creatore ma non ne traggo una gratificazione per il mio ego. Chi ha bisogno di più ego al mondo?” (dga.org).
⟡ Corey Haim pare non ebbe un passato facile in quel di Hollywood dove iniziò a lavorare quando aveva poco più di 10 anni. Amicissimo dell’attore Corey Feldman (i Goonies, 1985) ebbe con lui anche grandissimi contrasti, il principale dei quali dipese dal fatto che un conoscente 42enne di Feldman, di cui non fu mai rivelato il nome, abusò sessualmente di Haim a partire dai 14 anni e per due anni successivi. L’esperienza dell’abuso, combinata a una vita viziata per il successo cinematografico, portò Haim all’uso di droghe che, nel tempo, implicò uno stop in ambito lavorativo e la perdita dell’agio economico. Il 10 marzo 2010 alle ore 2:15 a.m., il 38enne Corey Haim fu dichiarato morto per quella che sembrava un’overdose accidentale di farmaci. Nella sua casa a Burbank furono trovati contenitori di Valium (ansiolitico), Vicodin (antidolorifico oppiaceo), Soma (miorilassante) e Aloperidolo (antipsicotico). Haim usava nomi falsi per farsi prescrivere farmaci: nei 32 giorni prima della sua morte si era procurato oltre 553 pastiglie di varia natura. L’autopsia, tuttavia, decretò che la morte fosse avvenuta per edema polmonare conseguente a polmonite, pur confermando la sua dipendenza da farmaci antidolorifici.
⟡ Il film, che dovrebbe svolgersi nel 1976, tradisce il fatto di essere stato realizzato successivamente, per l’esattezza a fine 1984: in un quotidiano compare la data 1980; si vede una lattina di Diet Coke che fu commercializzata in USA solo nell'agosto 1982; viene mostrato una calcolatrice da polso che entrò in commercio nel 1977; nella scena del picnic si vedono lattine di Slice Apple commercializzate solo nel 1984.
⟡ Per la sequenza dell’incubo del reverendo si utilizzarono circa 70 comparse divise in quattro gruppi, ognuno con un make-up progressivamente più curato e, ovviamente, il lavoro effettistico migliore toccò agli attori che venivano ripresi in primo piano.
⟡ Per la costruzione del costume del licantropo ci vollero tre mesi di lavoro. Il costume era fatto di schiuma di lattice e poliuretano coperto da veri peli di orso. La testa veniva mossa meccanicamente da sei tecnici a una distanza di nove metri.
⟡ Il bar dove la folla si raduna prima di cercare il licantropo si chiama Owen’s Bar; Stephen King ha un figlio di nome Owen.
⟡ La scena dei fuochi d’artificio sul ponte fu realizzata in due diverse occasioni. Dopo le prime riprese avvenute nell'autunno 1984, si scoprì un problema di continuità: le riprese ampie e i primi piani di Marty che accende i petardi non si incastravano. Si procedette, quindi, quattro mesi dopo, a girare di nuovo la scena ma, a causa del cambio di stagione, buona parte degli alberi avevano perso le foglie. Fu svolto un attento lavoro di riprese ravvicinate per non far notare l’imbarazzante incongruenza.
⟡ La pistola usata per sparare il proiettile d'argento è una Smith & Wesson 629 calibro 44 magnum; nel libro di King si parla di una Colt Woodsman 38 Special ma era impossibile procurarsi quella pistola per il film poiché la Colt Woodsman è solo calibro 22. Una svista dello scrittore.
Titolo originale
Silver Bullet
Regista:
Daniel Attias
Durata, fotografia
95', colore
Paese:
USA
1985
Scritto da Exxagon nell'anno 2010 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
