i Raptus segreti di Helen

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Voto:

Anni ’30 del secolo scorso. Un processo segna indelebilmente due donne: Helen Hill (Shelley Winters) e Adelle Bruckner (Debbie Reynolds) sono le madri di due giovani assassini giustiziati per omicidio. Travolte dallo scandalo e perseguitate da telefonate minacciose, le due decidono di fuggire dallo Iowa in direzione Hollywood, luogo in cui potranno aprire la "Adelle and Helen's Dancing School", scuola per bambine con ambizioni di cinema; Helen suona il piano ed Adelle è la maestra di Danza. Il passato, tuttavia, le perseguita. Helen, oltretutto divorata dalla colpa per un vecchio dramma della sua vita familiare, deraglia in un delirio religioso, mentre Adelle, conosciuto l’azzimato Linc Palmer (Dennis Weaver), spera di riscattarsi con un matrimonio. Le cose non andranno benissimo.


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LA RECE

Shelley Winters e Debbie Reynolds madri di due assassini perseguitate dal passato e dalla follia. Il film, pur tecnicamente modesto e datato, offre una riflessione amara sulla maternità fallita, lo stigma sociale e l'impossibilità del perdono, con sottotesti inquietanti e una Winters straordinaria nella discesa psicopatologica.

Geriatric horror con tutti i crismi, anche perché scritto da Henry Farrell che aveva già sceneggiato Che fine ha fatto Baby Jane? (1962) e Piano… piano, dolce Carlottaem> (1964), due pilastri del genere. Qui, tuttavia, la star è di caratura un po’ inferiore rispetto alla grande Bette Davis; nondimeno, Shelley Winters offre il notevole ritratto di una psicosi domestica niente male, a metà fra le conseguenze del dramma di avere un figlio assassino, di aver perso il marito in un tragico incidente e poi… be’, scopriremo che la signora non è semplicemente "pazza", è una donna schiacciata da un senso di colpa materno insostenibile che cerca redenzione in una religiosità isterica e infantile. Al suo fianco, quasi come un riflesso uguale e contrario, l’amica Adelle che, con un fragile pragmatismo e desiderio di essere amata ed ammirata lasciandosi alle spalle tutta una vita di inciampi, prova a salvarsi la vita; entrambe con una lora peculiare estetica e sensibilità camp che, sulle prime, sembra offrire un’involontaria cifra ironica, la quale, però, progressivamente s’annoda con l’orrore fino ad una macabra scena finale decisamente incisiva in cui si respira con totale chiarezza la quota di follia che, in effetti, era presente nel racconto fin dall'inizio, e da molti anni nella vita delle due. Pur debole per una certa povertà rappresentativa, una regia piatta, una fotografia non brillante e alcuni sipari che vedono l’attività di ballo delle bambine (in effetti negli anni ’30 ad Hollywood fiorirono scuole per tutte le mamme che speravano che le loro bimbe divenissero delle novelle Shirley Temple), il film offre una lettura aggiuntiva alle classiche narrative del geriatric horror. What’s the matter with Helen è una riflessione amara sulla maternità come costruzione sociale fragile, sullo stigma che accompagna il fallimento educativo e sulla violenza dell'opinione pubblica. Anche se il finale del film precipita in una dimensione di grave psicopatologia individuale per offrire la scossa shock al pubblico, in realtà la parte intrigante della pellicola rimanda alla lettura di queste due fragili donne vittime di un sistema che non concede seconde possibilità o, meglio, di un sistema che non sa perdonare una madre che ha sbagliato e neppure in forma diretta. Peccato che il film, oggi, arrivi come lavoro un po’ datato, anche se i fattori inquietanti della pellicola non mancano né sono occulti; infatti, non sono solo inquietanti i raptus segreti di Helen ma anche l’antisocialità “in abstentia” dei due giovani assassini, la manipolazione settaria di Sister Alma (scritta sulla traccia dell’evangelista furbacchiona Aimee Semple McPherson, 1890-1944) e di un sotteso legame omosessuale fra le due protagoniste suggellato da un bacio sulla bocca che, però, venne poi tagliato in montaggio per evitare rating severi. Il film, ahimè, dà l’idea di non essere quello che godrà di recupero nel tempo; quindi, godetevelo prima della caduta nel dimenticatoio. Avrete modo di vedere la Raynolds prima del suo noto ruolo di mamma-strega Endora nel serial Vita da Strega (1964-1972) e di un fresco Dennis Weaver prima dello stressante viaggio in macchina intrapreso con Duel (1971). Ah, dimenticavo, il doppiaggio dei nostri, questa volta. non è buono.

TRIVIA

Shirley “Shelley Winters” Schrift (1920-2006) dixit su Marlon Brando nella produzione teatrale di un Tram chiamato Desiderio (1951): “C'era una carica elettrica e un odore quasi animalesco, che proiettava sulle luci della ribalta, che rendevano impossibile al pubblico pensare o guardare gli altri artisti sul palco. Tutto ciò che si poteva fare era sentire la cosa; l'eccitazione sessuale totalizzante. Non credo che questa qualità si possa imparare; è semplicemente lì, primitiva e irresistibile. L'unica volta che ho sperimentato una reazione simile è stato quando ho visto Elvis Presley esibirsi a Las Vegas.”

⟡ Il caso di omicidio per il quale i figli di Adelle e Helen vengono condannati all'inizio del film sembra essere ispirato al caso reale di Leopold e Loeb degli anni '20, in cui due giovani rapirono la loro vittima "just for the thrill of it”, ovvero solo per l’intento di provare il brivido di commettere un omicidio.

⟡ A quanto riferì Debbie Reynolds, lo psichiatra di Shelley Winters le consigliò di non interpretare una donna in preda a un esaurimento nervoso perché, in quel momento, l’attrice pativa davvero un qualche tipo di disagio psichico. E, infatti, a quanto pare, la Winters esasperò tutti sul set. Per dare un’idea, una mattina, mentre la Reynolds andava a prendere Shelley, la prima notò una donna in camicia da notte sul Santa Monica Boulevard che cercava di fermarla. Quando Reynolds si fermò e le chiese perché non la stesse aspettando a casa, la Winters rispose: "Pensavo di essere in ritardo”.

⟡ Debbie Reynolds ci credeva molto in questo film; infatti, mentre la NBC (National Broadcasting Company) finanziò il film con 750.000 dollari, la Reynolds ne investì 800.000 di tasca propria, producendo il film senza essere accreditata.

⟡ Rita Hayworth fu contattata per interpretare Adelle ma, all'epoca, pativa le prime fasi del morbo di Alzheimer e, quindi, non fu nelle condizioni per accettare la parte.

⟡ Shelley Winters decise che, in una specifica scena, tornata in casa dopo essere stata sotto la pioggia, il suo personaggio avrebbe baciato sulle labbra Adelle. Questo momento, non previsto dal copione, fu girato, ma poi rimosso dalla versione finale del film per evitare che ricevesse un rating R.

⟡ Linc porta Adelle su una nave da gioco per il loro primo appuntamento. Queste navi erano comuni al largo di Long Beach e Santa Monica dal 1928 al 1939. All'epoca si trovavano appena oltre il limite di tre miglia della giurisdizione legale dello Stato. Il Procuratore Generale della California, Earl Warren, le chiuse tutte nel 1939. Alcune tentarono di riaprire dopo la Seconda Guerra Mondiale ma furono dichiarate illegali dalla legge federale nel 1948, quando la giurisdizione federale si estese a 12 miglia, rendendo impraticabile il viaggio di andata e ritorno per raggiungerle.

⟡ Tre attrici di questo film, Shelley Winters (4), Agnes Moorehead (4) e Debbie Reynolds (1) hanno ottenuto un totale di 9 nomination all’Oscar nella loro carriera.

⟡ L'auto gialla di Linc è una Duesenberg modello J., un’auto storica che, se acquistata adesso in buone condizioni e con certe caratteristiche del motore e della carrozzeria, potrebbe costare anche un milione di dollari.

Fast rating

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Titolo originale

What's the Matter with Helen?

Regista:

Curtis Harrington

Durata, fotografia

101', colore

Paese:

USA

Anno

1971

Scritto da Exxagon nell'ottobre 2025 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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