Che fine ha fatto Baby Jane?

Voto:

Due sorelle, un tempo famose, vivono recluse in una villa hollywoodiana. Baby Jane Hudson (Bette Davis) era una stella bambina del vaudeville, ora alcolizzata e delirante, mentre Blanche (Joan Crawford), ex diva del cinema, è costretta su una sedia a rotelle dopo un misterioso incidente. Jane, ossessionata dal proprio ritorno sulle scene, ingaggia il pianista Edwin Flagg (Victor Buono) e inizia a torturare psicologicamente la sorella invalida, trasformando la casa in una prigione domestica nella quale il passato glorioso diventa incubo del presente. La rivalità fraterna esplode in violenza crescente fino ad un drammatico epilogo sulla spiaggia di Santa Monica.


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LA RECE

Pietra miliare dell'orrore psicologico che inaugura il genere "geriatric horror", trasforma due dive hollywoodiane in versioni grottesche di loro stesse per raccontare la rivalità fraterna come metafora dello star system. Aldrich orchestra un duello domestico tra archetipi femminili per i quali ogni gesto quotidiano diventa rituale sadico. Capolavoro che cannibalizza la mitologia cinematografica per creare una spietata autopsia del sogno americano.

Pietra miliare dell’orrore psicologico ma anche sorgente di uno specifico genere filmico: il geriatric horror, da altri definito "hag horror", "psycho-biddy", "hagsploitation" o, più elegantemente "Grand Dame Guignol". Benché il vero seme del tropo cinematografico della donna attempata folle e pericolosa andrebbe fatto risalire alla performance di Gloria Swanson in Viale del tramonto (1950), è con Che fine ha fatto Baby Jane che si viene a cristallizzare la narrativa della follia di una qualche anziana donna, interpretata di preferenza da una vecchia gloria hollywoodiana, immersa in un ecosistema disperato, pennellato di gotico e con esiti tragici. La popolarità del genere, che colse i produttori di sorpresa dato che mancava del tutto di stimoli moderni e sessualmente ammiccanti, porterà allo sviluppo di una serie di pellicole consimili: Chi giace nella mia bara? (1963), Piano... piano, dolce Carlotta (1964), 5 corpi senza testa (1964), la Terza fossa (1969), i Raptus segreti di Helen (1971), Chi giace nella culla della zia Ruth? (1972) e possiamo considerare figlio moderno di questa corrente anche the Substance (2024). Benché l’enorme successo del film sorprese ai tempi un po’ tutti, la costruzione del prodotto cinematografico non fu sciatta e casuale: prima ancora di descrivere il conflitto fra due sorelle, specchio distorto del reale conflitto fra le attrici protagoniste, il film è uno spietato ritratto dello star system hollywoodiano e dei suoi meccanismi di autodistruzione, con la folle narcisista Baby Jane Hudson a replicare, almeno in parte, le sorti della dell'ingenua del cinema muto Mary Miles Minter, la cui carriera terminò bruscamente, nel 1922, quando la stampa suggerì che fosse implicata nell’omicidio ancora irrisolto del regista William Desmond Taylor; la Minter sopravvisse per decenni, come una reclusa progressivamente delirante. L’asso nella manica della produzione, ad ogni modo, si gioca sull’ingaggio delle due grandi attrici, Bette Davis e Joan Crawford, la cui rivalità era materia di gossip già da anni, chiedendo alla due dive di interpretare versioni grottesche di loro stesse, ovvero cannibalizzando la loro stessa mitologia per nutrire una nuova forma narrativa. Quindi, abbiamo Devis ancora una volta nel ruolo della cinica - be’, qui un po’ più che cinica - dalla lingua tagliente come già avevamo visto in Eva contro Eva (1950), mentre la Crawford, al suo ultimo film importante, interpreta di nuovo una donna sofferente proprio come quando vestì i panni di Mildred Pierce nel Romanzo di Mildred (1945). Di nuovo un perfetto gioco sadomaso. Aldrich, animando con Lukas Heller la penna del romanziere Henry Farrell, torna a trasformare l’ambiente domestico in area ristretta di conflitto, così come aveva già fatto con un Bacio e una pistola (1955), fra due archetipi femminili: Jane, la bambina-mostro (il Giglio nero, 1956) mai cresciuta, perciò ontologicamente narcisista patologica, e Blanche, la vittima intrappolata dalla propria invalidità, un’invalidità psicologica ancor prima che fisica poiché si tratta di un Super-Io paralizzato dalla colpa. In quella casa e intorno a quella casa vivono solo figure femminili a creare un universo donna violentissimo nel quale lo sguardo maschile non penetra. Interessante, peraltro, la sfaccettatura psicologica dell’unica figura maschile che mette piede in casa Hudson, ovvero quel pianista Edwin Flagg che, come l’attore che lo interpreta (Victor Buono, lo Strangolatore di Vienna, 1971) è gay, divenendo l'ennesima incarnazione del fallimento come femmina di Jane, la quale, nel suoi istrionismo, crede, invece, di averlo sedotto. Ma Edwin è, di fatto, uno speculare maschile di Jane, fragile e manipolativo, intrappolato in dinamiche edipiche che lo vedono al guinzaglio di una madre possessiva dalla quale vorrebbe liberarsi sfruttando un’arte che lo vede sostanzialmente fallito come la donna della quale vuole sfruttare i sogni di gloria. La forza del film, ancora efficace dopo decenni, è quella di aver istruito una dinamica di “fraternal rivalry” nella quale, ambiguamente, il grottesco e l’ironico sconfinano nell'orrorifico, per cui ogni singolo momento di quotidianità diventa un rituale di sadismo. Simbolo di tutto questo, il volto spaventevole di Baby Jane, donna sfatta con strati di trucco che sedimentano in una grande icona dell’orrore umano e, in definitiva, del sogno americano. Scene madri più di una, a partire dal pranzo con canarino morto; tuttavia, la conclusione sulla spiaggia con Jane che canticchia offrendo il gelato ad un pubblico basito di ragazzini mentre Blanche agonizza sulla sabbia costituisce un quadro di notevole potenza. Il film fece incetta di candidature e premi, e, nel tempo, giustamente, venne riconosciuto come capolavoro da non perdere. Quindi, non perdetelo.

TRIVIA

Robert Burgess Aldrich (1918-1983) dixit, a proposito del fatto che il film venne girato in un solo mese: “Abbiamo finito le riprese il 12 settembre. Esattamente un mese dopo abbiamo tenuto la nostra prima allo State Theatre di Long Beach, in California. Il fatto che siamo stati in grado di dare forma al film in questo tempo incredibilmente breve è grazie a un gruppo di artigiani dedicati che hanno lavorato al di sopra e al di là del semplice dovere - e quasi oltre la resistenza fisica - e che hanno lavorato praticamente tutto il giorno per rispettare il nostro programma” (IMDb).

⟡ Bette Davis decise di truccarsi personalmente per il ruolo di Jane Hudson, rifiutando l'aiuto dei professionisti di Hollywood che si mostravano terrorizzati dalle sue intenzioni estetiche. Il truccatore le aveva addirittura confidato la sua paura di rovinare per sempre la propria carriera se avesse assecondato le sue richieste. L'attrice aveva una visione precisa e spietata del personaggio: Jane doveva incarnare quelle donne logore che si aggiravano su Hollywood Boulevard, ex attrici ormai disoccupate che Henry Farrell aveva usato come modello per il suo romanzo. Davis immaginò Jane come una creatura che non si lavava mai il viso, limitandosi ad aggiungere ogni giorno un nuovo strato di trucco su quello precedente - un accumulo di illusioni e autoinganni stratificati nel tempo. Il risultato fu devastante: una versione grottesca e decadente di Mary Pickford, un'icona del muto trasformata in maschera dell'orrore. Quando Henry Farrell visitò il set, esclamò sbalordito: "Mio Dio, sembri esattamente come ho immaginato Baby Jane". Era il sigillo di autenticità che l'attrice cercava. Inizialmente, il regista Robert Aldrich e i produttori guardarono con preoccupazione a quella maschera eccessiva, temendo che potesse risultare troppo esagerata per il pubblico. Ma con il passare del tempo si resero conto che l'istinto di Davis era stato perfetto.

⟡ Il film doveva originariamente essere girato a colori. Bette Davis si oppose, sostenendo che ciò avrebbe solo fatto sembrare bella una storia triste.

⟡ Bette Davis e Joan Crawford lavorarono duramente per promuovere il film, sapendo entrambe che il loro stipendio era connesso con una percentuale sugli incassi. Davis presenziò, in soli 3 giorni, contribuendo in 17 cinema in tutto lo stato di New York a regalare bambole promozionali di "Baby Jane" ai clienti tramite il gimmick della "busta fortunata" sotto il loro sedile.

⟡ Il budget del film era davvero limitato (meno di 750.000 dollari), al punto che le scene di guida dovettero essere realizzare veramente e non tramite simulazione con telo. Bette Davis girò, quindi, per Hollywood lungo Beverly Boulevard sulla vecchia Lincoln Continental Cabriolet del 1947 - erroneamente identificata nel film alla radio come del ‘40 o del ’41 -, mentre il cameraman Ernest Haller sedeva sul sedile posteriore dell'auto o stava appollaiato sul parafango anteriore per ottenere le riprese di cui aveva bisogno. E per spirito di completezza, diciamo anche che i vicini di casa dell'Hudson guidavano una Ford Galaxie 500 Sunliner Cabrio del 1962.

⟡ Questo film è stato un grande successo al momento dell'uscita nelle sale, recuperando il budget originale in soli 11 giorni e incassando alla fine 9 milioni di dollari che, aggiornati al costo del denaro del 2025, equivalgono a circa 93 milioni di dollari.

⟡ Joan Crawford era un'avida collezionista dei dipinti "occhi tristi" di Margaret Keane, aveva stretto amicizia con i Keane e aveva cercato di incorporare il loro lavoro nei film ai quali partecipava. In questo film, durante le scene interne nella dimora dei vicini di casa, si possono vedere diversi dipinti di Keane esposti alle pareti. "Big Eyes" può essere visto all'ingresso.

⟡ La parrucca che Bette Davis indossa per tutto il film era stata indossata, all'insaputa di entrambe le protagoniste, da Joan Crawford in un precedente film della MGM; dal momento che la parrucca era stata rigenerata e sistemata, la Crawford non la riconobbe.

⟡ Il successo del film portò le due star a pensare, comprensibilmente, di replicarne il modello in un successivo film che le vedesse ancora insieme. Questa avrebbe dovuto essere Piano… Piano dolce Carlotta (1964) ma problemi con il regista e Bette Davis causarono la sostituzione, all'ultimo minuto, della Crawford con Olivia De Haviland.

⟡ Da quando divenne membro del Consiglio di amministrazione della Pepsi-Cola, la Crawford riuscì a far sì che le riprese di product placement delle bevande analcoliche apparissero in tutti i suoi film, anche se impercettibile. Qui, la bevanda appare durante l'ultima sequenza, quando un ragazzo corre verso il punto di ristoro sulla spiaggia e cerca di raccogliere il deposito su alcune bottiglie di Pepsi vuote, una tipo di transazione che, in realtà, avveniva solo nei negozi. La presenza della Pepsi è rilevata anche in 5 corpi senza testa (1964).

⟡ Quando il produttore William Frye prese in considerazione l'idea di opzionare il romanzo di Farrell nel 1960, lui e l'amica Bette Davis cercarono di convincere Alfred Hitchcock a interessarsi alla regia. Questi, però, rifiutò poiché era impegnato nella promozione di Psyco (1960) e nell’elaborazione della sceneggiatura de gli Uccelli (1963).

⟡ Le riprese esterne della casa Hudson sono state girate al al 172 So. McFadden Place a Hancock Park, Los Angeles. Proprio accanto, al civico 180, si trovava la casa in cui Judy Garland visse durante la produzione de il Mago di Oz (1939).

⟡ La scelta di Victor Buono per il ruolo di Edwin Flagg fu avversata dalla Davis che avrebbe preferito l’attore che era stato inizialmente scelto, ovvero Peter Lawford, il quale, tuttavia, rinunciò al ruolo per evitare che quel personaggio poco positivo potesse gettare un’ombra negativa sul presidente J. F. Kennedy, del quale lui era cognato.

⟡ Il ruolo di Liza Bates, figlia adolescente della vicina di casa, è stato interpretato da Barbara Merrill, figlia di Bette Davis e William Grant Sherry (1914-1995), pittore e artista, adottata da Gary Merrill, divenuto quarto marito di Bette Davis nel 1950.

⟡ La casa sulla spiaggia vista nella sequenza finale è la stessa visibile nel climax del film Un bacio e una pistola (1955) sempre di Aldrich.

⟡ All'inizio del film si vede Bert Freed, che interpreta un regista, indossare una cravatta che non è annodata ma è invece incrociata e tenuta in posizione da un fermacravatta, il tipico look di Aldrich.

Fast rating

etichetta di valutazione veloce del sito exxagon per i film giudicati di ottimo livello

Titolo originale

What Ever Happened to Baby Jane?

Regista:

Robert Aldrich

Durata, fotografia

134', colore

Paese:

USA

Anno

1962

Scritto da Exxagon nel settembre 2025 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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