Cinque corpi senza testa
Voto:
Geriatric horror con una superba Crawford da poco uscita dalla fortunata esperienza di Che fine ha fatto Baby Jane? (1962) e, quindi, sfruttata ancora come personaggio squilibrato, esaltato nella resa italiana dalla nostra doppiatrice Simoneschi. Il trafficone Castle rifece Hitchcock a modo suo, cioè un po' melò e un po' exploitation, basandosi, comunque, sulla solida sceneggiatura di Robert Bloch, la stessa penna di Psycho (1960). Lucy (Joan Crawford) "intensamente donna e consapevole di esserlo" (meh...) prende male il tradimento del suo uomo e lo decapita con una scure; sua figlia Carol (Diane Baker) la riaccoglie all'uscita dal manicomio ma Lucy non sembra stare ancora benissimo. Finale a (mezza) sorpresa. Film di alta godibilità, fra il logo della Columbia pictures con la statua decapitata, i disegni nei titoli di testa che sanno di argentiano, personaggi equivoci come lo stalliere interpretato da George Kennedy pre-pre-una Pallottola spuntata (1988) e un clima psicologicamente malsano. Film da vedere assolutamente, con la Crawford, nota stronza nella vita reale, che titaneggia sul set ma pure fuori: ordinò pesanti modifiche al plot e impose la presenza di Mitchell Cox (Dr. Anderson), non un attore ma il vice presidente della Pepsi-Cola, piazzando anche lattine in scena per omaggiare il marito morto Alfred Steele, CEO dell'azienda. Storie da Hollywood Babilonia.

Titolo originale
Strait-Jacket
Regista:
William Castle
Durata, fotografia
93', b/n
Paese:
USA
1963
Scritto da Exxagon nell'anno 2020; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0