Red State
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Voto:
Incontro fortunato fra il factotum Kevin Smith e l’attorone Michael Parks, poi ancora insieme nel bizzarro Tusk (2014) prima della morte dell’attore. Grandissima perdita, e lo si può misurare anche qui tramite Red State, film in cui Parks è il folle predicatore Abin Cooper che, insieme ai suoi pochi e altrettanto folli fedeli della Chiesa dei Cinque Punti, aggancia tre giovani infoiati per farne lezione morale. Le posizioni di Cooper sono talmente estreme che pure i neo-nazisti lo schifano, tanto per capirci. E dalle parole di Cooper impariamo anche che l’Italia è un bel posto ma, sfortunatamente, abitato dagli italiani; niente di male, l’ho sentito dire anche da tanti italiani. La tragedia di tre giovani diventa il tragico assedio della setta da parte delle forze dell’ordine guidate da un Joseph Keenan (John Goodman in grande forma attoriale) moralmente tormentato dalle direttive ricevute: sterminare tutti in quanto terroristi; il Patriot Act lo consente. Red State, quindi, da dramma con notazioni scanzonate e spunti torture-porn si trasforma in horror settario, e poi, ancora, in assedio da western moderno e, infine, in dramma politico. La non convenzionalità di Smith, altrove non ben quadrata, qui funziona, a monte di una storia semplice e tanta carne al fuoco che fa chiaro riferimento alla tragedia di Waco del 1993. Male che, in tanta sostanza, si concluda troppo sbrigativamente. Poi, oh, se c’è qualche uomo davvero entusiasta di andare a fare sesso con una sconosciuta pescata in rete che ti accoglie, birra alla bocca, dentro una roulotte, mi contatti in privato perché la cosa mi interessa sul piano professionale.

Titolo originale
Id.
Regista:
Kevin Smith
Durata, fotografia
88', colore
Paese:
USA
2011
Scritto da Exxagon nell'anno 2018; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0