lo Sguardo di Satana - Carrie

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Voto:

Carrie White (Chloe Grace Moretz) viene cresciuta dalla madre Margaret (Julianne Moore) la cui nevrosi mistico-sessuale lascia la figlia totalmente disarmata rispetto alla vita. Il menarca è accolto come orrida sorpresa da Carrie e, per questo, viene umiliata delle compagne di scuola; soprattutto Chris Hargensen (Portia Doubleday) sembra averla particolarmente in odio, anche perché le sue malversazioni contro Carrie le procureranno l'interdizione alla partecipazione alla Prom Night liceale. D'altra parte, Sue Snell (Gabriella Wilde), rosa dai sensi di colpa, fa in modo che Carrie venga accompagnata alla festa scolastica dal suo ragazzo Tommy Ross (Ansel Elgort). Margaret diffida la figlia dall'andare alla festa ma Carrie, ora consapevole dei poteri telecinetici che possiede, sfida la bigotta genitrice e accetta l'invito di Tommy. Tuttavia, Chris ha pianificato di far eleggere Carrie reginetta della serata per poi darle il colpo di grazia con uno scherzo brutale.

LA RECE

Remake senza coraggio che riproduce pedissequamente il lavoro di De Palma eliminando però tante delle sue importanti scelte artistico-narrative. Il tutto si riduce a mero tributo commerciale con effetti speciali da X-Men e un cast che fatica a reggere il confronto con Spacek e Piper Laurie. L'unico consiglio sensato è recuperare l'originale del '76 che rimane superiore in tutto.

Remake di un gran pezzo di cinema depalmiano (Carrie - lo sguardo di Satana, 1976) emerso in un'epoca di rifacimenti e riproposizioni a una nuova generazione di pubblico per la quale gli anni '70 vengono visti come una remota era geologica. L'originale, tratto dalla prima novella scritta da Stephen King nel 1974, viene, quindi, ammodernato con l'auspicio che, alla nuova leva di attori, l'avventura possa portare la medesima fortuna che portò agli interpreti originali, tra i quali si poteva scorgere anche un misconosciuto John Travolta. La regia va alla statunitense Kimberly Peirce, scelta che parrebbe saggia, dato che una donna potrebbe rileggere con sensibilità diversa le dinamiche di un film che vede la donna assoluta protagonista: la donna nelle dinamiche della relazione patologica madre-figlia, la donna e il "trauma" del menarca e della crescita, leitmotiv, quest'ultimo, negli scritti di King. Tuttavia, Peirce (Boys don't cry, 1999) non sembra aver riletto con particolare originalità il film realizzato da De Palma, anzi, sembra aver preferito realizzarne una replica, anche perché, alla sceneggiatura, c'è Lawrence D. Cohen già impegnato per lo stesso compito nel '76. A parte qualche breve scena nuova e un minimo approfondimento su mamma Margaret e sulla bellissima Sue Snell, pare proprio che si sia voluto realizzare un tributo all'originale più che una rilettura del soggetto, cosa resa evidente dalla riproposizione della scena finale, non scritta da King ma inventata da De Palma, che tutti i conoscitori dell'originale sanno essere una delle più spaventose e che ora, rifatta, risulta fortemente sbiadita. La Peirce, come tanti altri registi di sequel e remake che hanno diretto gli altri sequel e rifacimenti, sembra non aver avuto il coraggio di aggiungere alla storia una sua impronta tecnico-artistica a differenza di De Palma, il quale, tramite lunghi piani sequenza, split-screen e nudi integrali, innalzò la sua pellicola sopra la media delle produzioni horror coeve. I nudi, così necessari nel film originale come sintesi di tutte le tematiche espresse: la giovinezza, la sessualità, la donna, prima dipinta come un ideale di finezza e poi trasposta in un monstrum di crudeltà, ferocia e vendetta. In questo remake, che modernamente calca la mano sul fattore paranormale illustrato dall'effettistica come se Carrie fosse una X-Man in fieri, si evitano le significative nudità e, grottescamente, si ricade in una forma di bigottismo che tanto felicemente sarebbe stato accolto da mamma Margaret. Ad ogni modo, rimanendo inalterato il soggetto, molte delle riflessioni valide per la pellicola del '76 rimangono valide anche per il remake. Il sesso, elemento centrante nel racconto di King come pivot del passaggio dall'infanzia all'età adulta, è, tuttavia, presentato in una forma manichea: tanto desiderato ed esposto dai giovani, quanto represso dalla madre di Carrie che vive un delirio religioso che la difende proprio dai pensieri sessuali. Ciò che più colpisce, è il fatto che i timori di Margaret relativi a una società corrotta soprattutto dal sesso, vengano, però, subdolamente confermati nel film dal comportamento promiscuo e facile dei ragazzi del liceo. Ne deriva che lo spettatore si trovi fra l'incudine e il martello, con l'unica possibilità di identificarsi con Carrie ma non è facile poiché Carrie ispira empatia ma non simpatia. E poi c'è la violenza delle compagne, a sottolineare il Male che permea la società così temuta da Margaret - quindi, giustamente? - che si esprime con una violenza tanto più brutale e inumana in quanto agita da donne, poco prima presentate in tutt'altra luce. Lo Sguardo di Satana - Carrie è, d'altronde, un film di donne in cui esse agiscono come personaggi primari e secondari, compensando in toto l'insipienza degli uomini che non hanno polso (si veda il preside del liceo), che hanno generato danni (si chieda a mamma Margaret) o che sono esecutori delle strategie femminili. Il film è un crescendo di tensione generalizzata non solo rispetto a ciò che concerne Carrie ma anche rispetto alle dinamiche fra altre donne: Margaret e la madre di Sue o la maestra di ginnastica e le alunne. Di fatto, il film non si costruisce solamente come un racconto di vendetta dell'offeso, seppure questo meccanismo sia basilare e garantisca la catarsi finale, ma funziona come una sorta di pentola a pressione che utilizza la protagonista come devastante valvola di sfogo. Il tema della telecinesi di Carrie sarebbe quasi secondario, frutto della moda del '70 sul poltergeist che alcuni "studi" avevano messo in relazione con poteri mentali caratteristici di individui in età infantile o adolescenziale. Così come un po' Seventy sembrano essere spunti che, riproposti oggi, potrebbero risultare deboli: il fondamentalismo di Margaret che è anche uno scontro generazionale ora meno sentito, la preclusione alla festa scolastica allora sentitissima e oggi evitabile con una certa serenità. E non basta lo spunto del filmato postato su YouTube per dare modernità alla pellicola. Perplessità legate al cast. Duro confrontarsi con le performance della Spacek e Piper Laurie, lavoro che procurò ad entrambe una nomination all'Oscar. Chloe Grace Moretz è sicuramente bellina e ha, peraltro, il vantaggio di aver un'età compatibile con il suo personaggio, mentre la Spacek aveva circa 27 anni nel '76. Tuttavia, la Moretz deve faticare per risultare bruttina e impacciata, mentre la Spacek aveva una connaturata aura di fragilità. Questa divergenza viene accresciuta anche per scelta realizzativa: nel finale, Carrie è consapevole e tronfia per i suoi poteri, mentre nella pellicola originale i poteri esplodevano dal corpo della protagonista che ne era psicologicamente travolta, vittima di sé stessa. Julianne Moore è una valida professionista ma rimane all'ombra della performance offerta ai tempi dalla Laurie. Le comprimarie, classiche ragazze da film collegiale, potrebbero facilmente essere intercambiabili senza nessuna grossa perdita; inoltre, alla figura del bel Tommy viene ritagliato uno spazio forse più ampio del necessario. Data la volontà di non apportare nulla di sostanzialmente nuovo, lo scarso coraggio registico, il non rilucente risultato delle star sul set, e gli effetti speciali costruiti secondo modelli di routine, vale per questa Carrie lo stesso discorso fatto per tanti altri remake realizzati nel primo decennio del XXI secolo: cui prodest? Ai produttori, certo. L'invito per le nuove generazioni è recuperare l'originale che non è noioso, fa paura, ci sono nudi, c'è il sangue, fari flettere e, tenetevi forte, è pure a colori. Plauso alla distribuzione italiana per l'indolenza espressa con la scelta del titolo.

TRIVIA

Kimberly Peirce (1967) dixit: "Il Padrino mi ha dimostrato che posso prendere l'amore per il film di gangster e posso proiettarlo attraverso un dramma familiare. Nei miei film, la famiglia è molto importante, la violenza è molto importante. Mi interessa molto la rappresentazione psicologica e autentica della violenza, in particolare la violenza che nasce dalle emozioni" (IMDb.com).

⟡ Il film, costato circa 30 milioni, è stato girato prevalentemente in Canada: il liceo è la Northern Secondary School (Toronto), mentre la casa di Carrie si trova a Mississauga (Ontario).

⟡ Poiché Chloe Grace Moretz era minorenne ai tempi delle riprese, il suo tempo sul set era limitato a 8 ore di lavoro al giorno. Molte scene che vedevano la Moretz insieme alla madre, quindi, vennero girate dalla sola Julianne Moore con una controparte fittizia che, nella maggior parte dei casi, era la regista stessa.

⟡ La poesia che Carrie legge in classe è un estratto da "Samson Agonistes" scritto da John Milton nel 1671.

⟡ Le rocce che piovono dal cielo alla fine del film erano veri sassi. Furono usate delle controfigure in modo che gli attori non potessero essere feriti.

⟡ Era stata programmata un'iniziale scena nella quale una giovanissima Carrie, vagando nel cortile di casa, scopriva alcune vicine che prendevano il sole; la madre Margaret sarebbe uscita di casa su tutte le furie e Carrie, in preda a una crisi di rabbia, avrebbe fatto piovere pietre. Questo prologo, che era stato realizzato anche per il film del 1976, è stato cancellato sia in quella versione, sia in questo remake.

⟡ Per prepararla al ruolo di una ragazza che aveva avuto una vita difficile, la regista Peirce mandò la Moretz presso un istituto in cui venivano ospitati dei senzatetto per farsi raccontare la loro complessa esistenza.

⟡ Alla prom night hanno partecipato anche: Brian Cranstone (tecnico di scena), Emma Tamblyn (assistente di produzione, costumi), Jordan Samuel ( capo del dipartimento trucco) e Susan Reilly Lehane (truccatrice di Julianne Moore).

⟡ Questo è il primo adattamento dal romanzo che cita la gravidanza di Sue.

Titolo originale

Carrie

Regista:

Arthur Crabtree

Durata, fotografia

100', colore

Paese:

USA

Anno

2013

Scritto da Exxagon nell'anno 2017 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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