Slaughtered vomit dolls
Voto:
Angela Aberdeen (Brandy Petrie aka Ameara LaVey) fa un patto col Diavolo e, poi, inizia ad avere visioni di tremendi omicidi. Vittime e carnefici vomitano parecchio ma non è chiaro perché. La bambina che si vede all'inizio e alla fine del film rappresenta la perduta felicità di Angela... o almeno credo!
LA RECE
Quel satanasso di Lucifer Valentine se la canta e se la suona con un horror vomitevole, la quale cose era esattamente l'effetto sperato. La sua politica filth-fetish piace a lui, ai suoi accolti e, forse, alla povera "attrice" protagonista, agli altri mica troppo. Un quid di disagio c'è.
È proprio vero che ognuno ha una propria idea su come debbano essere le cose. Per esempio, il regista Lucifer Valentine, che pare faccia 666 di cognome, reputa che il non plus ultra sia associare il vomito al gore, e così crea il "vomit-gore", neologismo, o neo-sottogenere, da lui medesimo coniato. Leggo in un'intervista che Lucifer si augura che questa nuova moda del rigurgito invada anche altri generi; così, a suo dire, potremmo avere dei vomit-western, delle vomit-comedy, così come dei vomit-chick-flick; in effetti, non ho nessuna difficoltà ad immaginare Julia Roberts che vomita sul vestito buono di Richard Gere in un eventuale Pretty Woman 2 - il ritorno su. In attesa che il mainstream si lasci conquistare dal fascino degli acidi gastrici, Lucifer inscrive Slaughtered vomit dolls in una trilogia che si completa con gli stomachevoli ReGOREgitated Sacrifice (2007) e Slow torture puke chamber (2010). Cos'ha, dunque, da offrirci questo nuovo genere? Presto detto. Scene splatter con tocchi bizzarrissimi dalla velleità art house condite da immagini di gente che vomita un po' di tutto: sangue, cibo, interiora di altri. Si aggiunga una cifra di satanismo - Lucifer è, coerentemente, un satanista dichiarato - e l'immancabile sesso che, poco coraggiosamente, è incarnato dalla solita femmina da porno post-moderno, cioè rasata a boccia proprio lì. La cosa più difficile da digerire in Slaughtered vomit dolls, al di là delle scene nelle quali si vomita, ributtanti e rigorosamente non simulate, è la tecnica registica: Lucifer opta per un montaggio nervosissimo che per il dozzinale regista probabilmente rappresenta il miglior modo di rappresentare la perdizione e lo squasso psicologico. A volte, di fronte a Ameara LaVey che se ne sta tutta nuda innanzi alla macchina da presa, pare di guardare un private casting hard. Poi, però, Ameara inizia a patire incubi in cui vengono uccise brutalmente alcune persone, le voci si fanno roche come il growl di ambito metal, si vomita un po' e il risultato è che si guardano 71 minuti di film senza veramente capirne il senso. Il buon Lucifer dice che il suo fine è quello di scuotere la mente dello spettatore, di farlo sprofondare in una dimensione da incubo. Ambiziosetto anzichenò. In realtà, manco a dirlo, non basta distorcere suoni o immagini facendo ballonzolare la telecamera e mandando fuori fuoco le inquadrature per fare un buon horror. Non basta neppure lo splatter o far vomitare la gente: la bizzarria estrema serve, piuttosto, a beccarsi recensioni in siti e libri di nicchia. Valentine, tipetto loquace, ci fa sapere pure che lui è un esperto in rigurgito ma non ama vomitare sulla gente, bensì farsi vomitare addosso; auspica che un giorno gli vomitino addosso Dolly Parton, Lara Flynn Boyle o Marisa Tomei (in effetti, con la terza...). Ecco che, allora, sorge il dubbio che Slaughtered vomit dolls sia un film ad uso e consumo di coloro che condividono le gioie della doccia romana, cioè un porno-horror per feticisti di quella pratica. Il pericolo dell'autoreferenzialità non solo non viene scampato ma viene centrato. Slaughtered vomit dolls è una stranezza cinematografica che se, e dico se, val la pena di essere guardata è giusto per il fatto di essere strana. Lucifer punta tutto sull'accumulo, come un bambino che si mangi manciate di dolci e poi debba fare i conti con la nausea; ma per Lucifer non c'è nessun problema poiché la nausea è il fine ultimo. Il film, in tutto questo mettere e rimettere, però, manca. Manca il film. Si astengano assolutamente i deboli di stomaco e coloro che soffrono di attacchi epilettici; il film è composto da parti in cui le immagini sfarfallano e lampeggiano velocemente con forti bagliori luminosi. Diciamo pure che si astengano un po' tutti; una visione non necessaria e anche un po' mistera e triste sapendo che la giovane protagonista ha fatto una tragica fine. Il voto non dovrebbe essere più di 1 su 10 ma ne diamo un secondo perché, comunque, a suo tempo, in era pre-social, la cosa aveva una sua quota di originalità e inaudito.
TRIVIA
Lucifer Valentine dixit: "Tutto è iniziato con la mia relazione con Ameara Lavey, con la quale ho realizzato Slaughtered vomit dolls mentre viveva con me come mia schiava 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Lei era bulimica e io sono un satanista, quindi, se si somma tutto questo, alla fine si ottiene una trilogia vomit-gore" (buttered-popcorn.com).
⟡ Ameara LaVey, che prende il nome dal satanista Anthon LaVey, ma il cui vero nome era Brandy Petrie, è stata uccisa il primo settembre 2017 da un colpo di pistola mentre si trovava in macchina insieme al ventenne Avery Levely-Flescher, in seguito a quello che parve un tentativo di violenza sessuale compiuto dal ventunenne Travis MacPhail. Brandy aveva solo 34 anni.
Titolo originale
Id.
Regista:
Lucifer Valentine
Durata, fotografia
71', colore
Paese:
Canada
2005
Scritto da Exxagon nell'anno 2009 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
