la Sorella di Ursula

Voto:

Ad Amalfi, arrivano la triste Ursula (Barbara Magnolfi) e sua sorella Dagmar (Stefania D'Amario) che non dà peso alle turbe della prima. Una serie di omicidi scuote la costiera. A braccare il killer ci pensa un poliziotto che si finge tossico (Mare Porel) per bloccare il traffico di droga. Bella strategia.

LA RECE

Grosse riserve circa il fatto che senza inserti sessualmente espliciti, il film potesse essere un capolavoro del giallo all'italiana; nondimeno, è certo che le spinte del produttore a far uscire una versione hot abbia scontentato sia il pubblico, sia i partecipanti. Milioni scrive anche la sceneggiatura e, da qui, la vera tragedia.

Esordio di Milioni alla regia, tentando un recupero del giallone argentiano, nel '78 un po' inflazionato, con inserimento di parecchie tette e boschetti ma anche nudi maschili integrali, con tanto di morbide musiche sax di Domenico "Mimì" Uva. Tutto questo per poi incazzarsi con il produttore Armando Bertolucci poiché ficcava nella pellicola inserti porno, quando tutti sapevano che Bertolucci aveva quel vizietto per rendere più appetibili le pellicole. Il povero e poco prolifico Milioni, in realtà, avrebbe voluto esordire dietro la cinepresa con un buon thriller ma l'autarchico produttore aveva già provveduto a scarnificare l'impianto giallo di uno script titolato "Occhi" per assicurare l'emersione del fattore erotico che, anche nelle versioni non hard, sarà preponderante fra masturbazioni, sesso orale tutti-frutti, etero e lesbian love. E così, la Sorella di Ursula finisce per non funziona granché con quel killer, di nero vestito e guantato come si conviene, che utilizza come arma un fallo di legno. Capito?! Fra zoomate insistite e nudi frontali già regalati sulle prime (la D'Amario dopo tre minuti), il film langue e solamente in pochi momenti diverte per il potenziale trash. Dialoghi di una vacuità imbarazzante: "Un pianoforte, la sera, il mare. È romantico, un po' troppo romantico!" "Io direi suggestivo più che romantico, non le pare?" "Già, ma la suggestione a volte è pericolosa" "Ah, lei pensa!?". E, ancora, un frasario ciancicato: "Camminiamo sul selciato dell'egoismo e crediamo che sia la strada dell'amore. Attingiamo forza dalla nostra mediocrità e siamo convinti di usare il linguaggio della comprensione... ". A pronunciare 'ste cose tormentate, la bella Magnolfi, fu Olga in Suspiria (1977), che, a posteriori, esprime qualche riserva: "Il motivo per cui non mi piace essere accostata a questo film è perché il film non è quello che doveva essere [...] Non corrisponde alla sceneggiatura originale, fu deciso dal produttore e dal regista, nel bel mezzo della produzione, di aggiungere scene di sesso spinte, senza il mio consenso ed a mia insaputa. [...] Questo mi turbò molto, poiché io ero la star del film; il mio nome è collegato a questo titolo e a un genere a cui non voglio essere affiancata" (lachetti, 2017). Nel disastro si salva Porel, ai tempi già sposato con la Magnolfi, che mostra una sufficiente interpretazione; ma anche la fotografia non è malfatta. Il sesso ostentato, tuttavia, disintegra una storia già di per sé traballante; in più, l'identità del colpevole s'intuisce praticamente subito. Il sub-plot della droga ci sta come un calcio sui maccheroni ma è coerente con un film che, in una scena di sangue, vede l'ombra di un'erezione sul muro nel momento stesso dell'omicidio. Dieci e lode alla location amalfitana che garantisce, almeno, una confezione passabile. Benone anche la Pejo, il Punt-e-Mes e il J&B che finanziarono.

TRIVIA

Enzo Milioni (1934) dixit: "Mi chiamò Luciano Perugia, che era rimasto spennato dopo aver prodotto Fratello sole, sorella luna di Zeffirelli. Andai da lui in via Valadier e mi disse: "Ho 60 milioni, facciamo un sequel de la Sorella di Ursula?". Io obiettai: "Ma se Ursula è morta nel primo film!", "Embè?! La facciamo resuscitare", rispose lui. In realtà, io non lo sapevo ancora ma la scena della morte di Ursula, nel primo film, l'avevano tagliata in una versione molto più spinta. Insomma, un vero casino. Restai due anni senza lavorare perché volevano solo sequel di Ursula" (Nocturno 100, 2010).

⟡ Marc Porel, al secolo Mare Michel Marrier de Lagatinerie, e Barbara Magnolfi si sposarono nel 1977. Nel film, Marc interpreta il tossico Filippo, cosa inquietante data la dipendenza da eroina della quale soffrì Porel e la tragica fine dell'attore avvenuta nel 1983 per, si dice, meningite ma, alcuni dicono, overdose.

Regista:

Enzo Milioni

Durata, fotografia

91', colore

Paese:

Italia

Anno

1978

Scritto da Exxagon nell'anno 2011 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

commercial