Spasmo

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Voto:

In un frangente inusuale, Christian (Robert Hoffmann) incontra la bella Barbara (Suzy Kendall). Recatosi a casa della donna per fare l'amore, Christian viene aggredito da un uomo (Adolfo Lastretti), si difende e lo uccide. Ciò darà il via a una serie di situazioni che porteranno Christian a dubitare di Barbara, di suo fratello Fritz (Ivan Rassimov) e di se medesimo. Nel frattempo, nelle vicinanze, vengono trovati dei manichini di donna seviziati o accoltellati.

LA RECE

Giallo italiano sui generis, amato da alcuni, da altri avversato. Lo stesso regista rimane perplesso. Io mi appassiono ad alcuni quadretti ma non mi entusiasmo per il mystery complottistico.

Film divisivo. Fra i suoi detrattori anche lo stesso regista, il quale dichiarò di non amarlo molto a partire dalla locandina che gli ricordava una pubblicità per un farmaco contro il mal di testa. In effetti, Spasmo è sottopotenziato sia rispetto al livello di sangue, sia relativamente alle scene di tensione, poiché concentrato a svilupparsi come un thriller di scoperta del sé: il protagonista passa dall'essere un nullafacente miliardario, all'essere sospettato di omicidio, mentre una realtà paranoica lo divora. Quella che sembra una semplice storia fra amanti che si organizzano per una sveltina in un ecosistema borghese, si trasforma in un mystery che vede un incipit fra spazi aperti e una chiusa in una stanza abitata da esseri artificiali. Fra bottiglie di Punt & Mese, BrancaMenta (con ghiaccio), fra dialoghi basici e primi piani risibili o inutili, si snoda una trama di tutto rispetto che ha una degnissima conclusione, inverosimile a livello scientifico ma funzionale a livello artistico, soprattutto nelle immagini conclusive, con un Lenzi attento all'estetica e al dettaglio che riecheggia Bava. Lento nella prima parte e accelerato nella seconda, sembra di vedere un recupero del filone complottistico del quale Lenzi fu maestro con la sua musa Baker ma addizionato dal fattore psicopatologico, con queste bambole orrorifiche icona del giallo argentiano. Il freno, però, è tirato: non avrete più di due colpi di pistola, qualche strangolamento off-screen e il seno della Kendall (i Corpi presentano tracce di violenza carnale, 1974) perdipiù di sfuggita. Se la coppia Kendall-Hoffman non sembra girare fluida così come la trama, almeno c'è la regia e la musica di Morricone a guarnire dialoghi non memorabili, oppure sì: "Questa luna... Non ti dà fastidio?" "Nel mio motel non c'è luna" "Avevo visto giusto: sei una dolce puttana. Bene, andiamo al tuo motel" "Prima, però, devi tagliarti la barba" "Cosa?" "Eh già, la dolce puttana non si fa pagare ma ha i suoi capricci". E solo per questo scatta la sufficienza.

TRIVIA

⟡ Nessun dato, per ora.

Regista:

Umberto Lenzi

Durata, fotografia

94', colore

Paese:

Italia

Anno

1974

Scritto da Exxagon nell'anno 2010 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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