la Terra contro i dischi volanti
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Voto:
Lo scienziato Russell Marvin (Hugh Marlowe) e sua moglie Joan (Joan Taylor), in auto attraverso un area di test militari, vengono sorpresi da un disco volante del quale registrano il ronzio; quella zona, il giorno successivo, verrà attaccata e distrutta dagli alieni. La registrazione, rivela, però, che gli alieni vogliono comunicare con lui e, contro ogni consiglio, egli verrà portato a bordo di un disco volante. Qui, lo scienziato verrà a sapere che il pianeta dal quale provengono gli alieni è stato impoverito di risorse e che ora loro vogliono la nostra Terra. Noi umani abbiamo 72 ore per arrenderci. Marvin, tuttavia, sviluppa un’arma ultrasonica che annulla lo scudo magnetico dei dischi volanti…
LA RECE
Film emblematico della fantascienza anni Cinquanta che cristallizza le ansie della Guerra Fredda. Il vero protagonista è Ray Harryhausen, i cui effetti in Dynamation conferiscono credibilità alle sequenze distruttive dei dischi volanti, anticipando i disaster-movie Opera paradigmatica che riflette l'impossibilità del dialogo con l'Altro e la scienza come doppia arma di salvezza e colpa.
Il fantascientifico nel quale, per tutti il tempo, i nostri doppiatori dicono “missìli” al posto di “mìssili”, e non so il perché. Ma, soprattutto, uno dei film più paradigmatici del cinema fantascientifico anni Cinquanta, di certo messo in programmazione dalla Sam Katzman Production - e lo stesso anno in cui realizzò il Mostro della California - pensando di cavalcare l’onda alzata da la Guerra dei Mondi tre anni prima. Ispirato al saggio ufologico “Flying Saucers from Outer Space” (1953) di Donald E. Keyhoe, uno degli aspetti più interessanti di Earth vs. the Flying Saucers risiede nel tentativo di comunicazione fra specie, la nostra e quella aliena, un tentativo che fallisce rapidamente, anche se gli alieni hanno un’evoluta tecnologia che permette loro decodificare il nostro linguaggio. Il film, figlio del post-bellico e della Guerra Fredda, sembra dirci che non vi sia modo di comunicare con il nemico, che esso sia strutturalmente diverso e distante da noi e che, in assenza di funzione diplomatica, l’unica soluzione è vincere o capitolare. Il film sembra aprirsi al fenomeno alieno con toni di pacifico incontro fra creature galattiche, riecheggiando il modello “pacifista” di Ultimatum alla Terra (1951) ma, qui, con segno opposto: se Klaatu, nella pellicola del ’51, arrivava come messaggero pacifista per ammonire l'umanità sul pericolo della corsa alle armi, gli invasori diretti dal regista Fred Sears sono privi di ambiguità morale ed il loro è un vero ultimatum: sottomettersi o perire. Ma, dopotutto, il vero plus della faccenda non sono né gli alieni con la loro tuta parecchio rigida, né lo scienziato Marvin, né sua moglie la scienziata Carol - una Joan Taylor della quale m'innamoro a prima vista - ma l’effettista Harryhausen che esercita la sua tecnica Dynamation (combinazione di animazione in stop-motion e riprese dal vivo) conferendo alla minaccia aliena, pur nei limiti dell’effettistica di quel tempo, uno spessore concreto, dato dalle sequenze di interazione delle navi spaziali con l’ambiente. I dischi volanti di Harryhausen non sono semplici sovrapposizioni ottiche ma interagiscono in maniera distruttiva con l’ambiente, il che offre uno spettacolo pantoclastico che anticipa il devastante spasso dei disaster movie con lo zenit, qui, dei dischi volanti su Washington DC o schiantati contro il Monumento a Washington o nel Campidoglio; l'eredità di questo lo vedremo molti anni dopo in un blockbuster come Independence Day (1996), in cui Emmerich amplificherà, anche grazie alle maggiorate potenzialità effettistiche, la spettacolarizzazione della devastazione dei monumenti. La distruzione, però, in questo film del 1956, mantiene ancora una certa gravitas, un'aura di serietà che la distingue dal puro spettacolo; non siamo ancora nell'era del godimento ironico della catastrofe che, poi, subirà un freno nella rappresentazione filmica dopo l’11 settembre 2001. E, così come nel film succitato, la soluzione del problema non viene dalla forza bruta ma dalla scienza, ovvero dalla capacità di decodificare i principi tecnologici alieni e rivolgerli contro gli invasori. La competenza come forma di eroismo ha, però, un suo risvolto negativo; una colpa prometeica che ricorda il mad doctor Frankenstein: la scienza salvifica è la stessa che, in qualche modo, ha attirato l’indesiderata attenzione aliena; come dire che espandersi oltre i confini significa inevitabilmente attrarre minacce. Tutto questo diretto da Sears con efficienza funzionale, senza pretese autoriali ma con solido mestiere. A praticamente settant'anni dalla sua uscita, la Terra contro i dischi volanti mantiene un fascino particolare non legato a sofisticazione narrativa, all'autorialità o a tematiche complesse ma per la sua capacità di cristallizzare un momento storico preciso della rappresentazione fantascientifica legata ad un certo modo di intendere l’altro e l’altrove. Visione consigliata solo agli amanti del fantascientifico d'antan e a coloro che pensano che l'apice della bellezza femminile si sia manifestato negli anni '50 del XX secolo.
TRIVIA
Rose Marie Emma aka Joan Taylor (1929-2012) dixit: "Preferisco rinunciare a dieci Academy Awards piuttosto che perdermi la crescita dei miei figli. Certo, ho perso alcuni ruoli preziosi. Lo fai sempre quando non puoi stare sul set per lunghi periodi di tempo. Probabilmente sto danneggiando la mia carriera, ma non mi interessa" (metv.com)
⟡ Lo sceneggiatore Bernard Gordon ha dichiarato di aver scritto la sceneggiatura di questo film usando lo pseudonimo di Raymond T. Marcus poiché, ai tempi, era stato inserito nella lista nera di Hollywood di coloro che simpatizzavano per i comunisti. Per l'uscita del DVD del 2008, il suo vero nome è stato ripristinato nei crediti.
⟡ I presunti lanci di satelliti sono filmati di repertorio di razzi Viking. Le riprese successive dei razzi che si schiantano al decollo sono in realtà V-2 tedeschi, dal momento che nessuno dei primi 12 Vikings ha mai fallito.
⟡ La scena dell'esplosione di un cacciatorpediniere è un filmato di repertorio dell'affondamento della HMS Barham, avvenuto il 25 novembre 1941. A questo triste evento è legato uno strano fatto storico. Per non turbare l'opinione pubblica britannica, la Royal Navy decise di trattenere l'annuncio dell’affondamento del cacciatorpediniere; tuttavia, alla fine di novembre del 1941, una medium scozzese, Helen Duncan, che aveva avuto la soffiata dell’affondamento da un amico, rivelò la notizia durante una seduta spiritica. A causa di questa furbata, la signora fu processata in base al British Witchcraft Act, emandato durante il regno di re Enrico VIII; questa legge rese la stregoneria un reato capitale, punibile con la morte. La legge fu abrogata nel 1547, ma la legislazione successiva britannica continuò ad affrontare la questione. La truffatrice Duncan fu l’ultima persona gestita dalla leggere citando il British Witchcraft Act.
⟡ Una delle scene di un disco volante che attacca i jet è il filmato di un incidente aereo.
⟡ Questo è stato l'ultimo film in cui Ray Harryhausen ha usato la stop-motion per creare edifici che crollano. Non solo l’artista si lamentò del troppo lavoro per realizzare il crollo di edifici ma, nella sua biografia, ha dichiarato che questo film è quello che lui ama di meno fra quelli per i quali ha lavorato.
⟡ Come parte della campagna promozionale, i gestori dei teatri sono stati incoraggiati a offrire ai clienti un'assicurazione contro l'invasione aliena.
⟡ La spiaggia dove Russell e Carol parcheggiano la loro auto e vanno verso il disco volante era lo stesso posto, sulla spiaggia di Zuma (Malibu), in cui furono girate le ultime scene del film Che fine ha fatto Baby Jane? (1962).
Fast rating

Titolo originale
Earth vs. the Flying Saucers
Regista:
Fred F. Sears
Durata, fotografia
83', b/n
Paese:
USA
1956
Scritto da Exxagon nell'ottobre 2025 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
