il Mostro della California
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Voto:

Horror di piccola caratura ma di un qualche interesse e gradevolezza. Uscì dal cilindro del produttore Sam Katzman che, negli anni ’40 e ’50, finanziò una serie di pellicole B di nostro interesse (la Terra contro i dischi volanti, 1956; A mezzanotte corre il terrore, 1942; l’Uomo scimmia, 1943) ed affidato in regia a quello stesso Sears del bruttissimo il Mostro dei cieli, 1957. La pellicola venne realizzata in una fase di interesse discendente per la licantropia, con la Universal che si era accaparrata l’iconicità del mostro con l’Uomo Lupo (1941) lasciando agli altri gli esperimenti filmici sulla licantropia raramente davvero efficaci, con poche eccezioni (I Was a Teenage Werewolf, 1957), e tutto ciò mentre cresceva l'interesse per i fantascientifici e gli atomic-monsters. The Werevolf pare proprio vivere in una zona di trasformazioni tematiche che portarono un mostro classico, oltretutto uno dei meno amati, a mostrare caratteristiche di creature colpite da radiazioni. La storia è semplice come lo svolgimento. Duncan Marsh (Steven Ritch) smemorato e sconvolto, giunge nella piccola città di Mountaincrest e, minacciato da un rapinatore, lo uccide selvaggiamente. La poesia è incerta se si stia braccando una persona o un animale; il fatto è che Duncan è stato reso un licantropo da un dissennato scienziato che gli ha iniettato del sangue di lupo irradiato; a questo proposito, nella scena girata nello studio del mad doctor, sgradevole vedere come venivano tenuti gli animali in gabbie ristrette ma, si sa, un tempo la sensibilità animalista non era la medesima di oggi. Svolgimento decisamente banale e più versato al taglio western che a quello horror, tuttavia, la scelta dettata da limiti economici di girare le scene in esterna, davvero in zone all’aperto e boschive, rendono i percorsi del disperato licantropo davvero originali, dato che, fino ad allora, le scene in esterna dei film sui licantropi erano state realizzate in teatri di posa. Il correre a perdifiato del disperato Duncan, a volte a piedi nudi, nella neve trasmette una sua quota drammatica. Duncan, soprattutto, è il primo licantropo figlio della fantascienza e non del soprannaturale del grande schermo: nato dalle folli sperimentazioni effettuate con una sostanza radioattiva da un mad doctor, egli non necessita di proiettili d’argento per essere abbattuto, né ha bisogno di luna piena per trasformarsi ma, come Hulk, gli basta innervosirsi per dare di matto e mutare. Inizio molto interessante intinto in atmosfera noir, il resto è sottotono anche tecnicamente ma si apprezza sia il trucco applicato al volto del protagonista, semplice ma efficace e con una dentatura ben fatta con anche cascate di bava, e l’umore di questo disperato mostro che scappa inutilmente da un tragico destino che sappiamo segnato, per la disperazione anche di sua moglie Helen (Eleanore Tanin all'esordio) e suo figlio Chris. In altre mani registiche, probabilmente il film avrebbe potuto dare di più. A proposito di regia, l'anno dopo, per la precisione il 30 novembre 1957, morì il regista Sears, a soli 44 anni, per un infarto cardiaco.

Fast rating
Titolo originale
the Werewolf
Regista:
Fred F. Sears
Durata, fotografia
79', b/n
Paese:
USA
1956
Scritto da Exxagon nel settembre 2025 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0