Terrore nel buio
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Voto:
Il brillante oftalmologo Leonard Chaney (Richard Basehart) non si rassegna all’idea che sua figlia Nancy (Trish Stewart) sia divenuta cieca in seguito a un incidente stradale. Secondo il medico è possibile trapiantare direttamente i bulbi oculari e, così, nel segreto della sua villa e con la complicità della moglie Katherine (Gloria Grahame), Leonard tenta l’operazione, prima a spese di Dan (Lance Henriksen) ex di Nancy, poi di altra gente che l’uomo trova in giro per la città. Le persone deorbitate verranno segregate in una cella nello scantinato della villa.
LA RECE
Un Charles Band alle prime armi scimmiotta Occhi senza volto con risultati sonnacchiosi ma le vittime chiuse in cantina, quelle sì che trasmettono qualcosa di davvero inquietante. Film adatto ai soli appassionati di horror registrati male su VHS.
Primo film prodotto da Charles Band. Terrore nel buio valse anche come debutto alla regia per l’attore Pataki che solo altre due volte avrà modo di dirigere una pellicola, e solo una volta con un certo successo tramite il bizzarro erotic-musical Cinderella nel regno del sesso (1977). Mansion of the doomed fu gestito un po’ come un affare di famiglia, con Charles a produrre, suo padre Albert nel ruolo di produttore esecutivo e il fratello Richard, altrove a curare gli score musicali dei prodotti Band, qui come assistente alla regia. L’idea base del film non è malvagia benché pesantemente in debito con Occhi senza volto (1959) di Georges Franju. Il paragone, però, si risolve a pesante svantaggio di Pataki e di un plotoncino di sceneggiatori che riesce solo a comporre un soggetto che ripete, scena dopo scena, la medesima sequenza: il medico impianta gli occhi di una vittima nella figlia, questa ha un rigetto, e l’oftalmologo, follemente persuaso di essere a un passo dal successo, va in cerca di un'ulteriore vittima. L’attore Basehart sembra essere fuori parte se si pensa a un novello Frankenstein ma, in effetti, la sua posticcia signorilità ben contrasta con gli orrori che hanno luogo nella villa. Il plus del film, infatti, non si ha nel sonnacchioso svolgimento dei fatti né s’incentra sul dramma della povera Nancy, che finisce con la faccia pasticciata a furia di trapianti, bensì fra i disgraziati ai quali vengono cavati gli occhi e che, non uccisi, sono tenuti in una cella elettrificata in attesa che i successi scientifici del dottor Leonard possano poi essere usati per ridar loro la vista tolta dallo stesso medico. Il delirio del folle oftalmologo non viene più di tanto approfondito se non con la reiterazione dei rapimenti e delle operazioni chirurgiche, peraltro colpevolmente poco splatter; però, le scene nello scantinato, con i poveracci che si risvegliano dalla sedazione scoprendo di essere deorbitati, trasmettono qualcosa di malsano e, come recita il titolo, doomed, (con)dannato. Peccato per la confezione scadente, a maggior ragione per il fatto che in Terrore nel buio hanno lavorato il grande effettista Stan Winston, il professionale Lance Henriksen e, davvero non si direbbe, il direttore della fotografia Andrew Davis (il Fuggitivo, 1993). Il premio Oscar Gloria Grahame (1923-1981), una che ha partecipato a film quali il Grande caldo (1953) e la Vita è meravigliosa (1946), finisce qui in mezzo e non sapremo mai il perché.
TRIVIA
Charles Band (1951) dixit: “Il mio primo film era uno strano piccolo horror chiamato Terrore nel buio. Nel cast c’era Lance Henriksen, Gloria Grahan e alcuni altri attori ora ben noti. Il mio direttore della fotografia era Andrew Davis il quale divenne un grande regista di Hollywood che diresse film tipo il Fuggitivo. Il mio effettista era Stan Winston che finì per vincere, penso, cinque Oscar. Il mio montatore, che usava uno pseudonimo, era John Carpenter e lui, in effetti, ha montato alcuni dei miei film. È stato uno di quei grandi momenti della vita” (Rausch, 2013).
⟡ L’attrice Gloria Grahame aveva discendenze regali: suo padre veniva dal ramo di re Edorado III attraverso Giovanni di Gand, e sua madre dai re scozzesi delle Ebridi. Oltre a ciò, suo nonno Reginald Francis Hallward fu colui che diede ad Oscar Wilde l’idea per “Il Ritratto Di Dorian Gray”. Gloria era riconosciuta come un’attrice rigorosa sul set e di una peculiare sensualità data anche da un sorriso non canonico; la donna, in effetti, aveva labbra sottili con un arco superiore accentuato, cosa che lei, tuttavia, viveva con disagio e come limite estetico, infatti prese a mettersi del cotone fra labbro e gengiva per farsi venire una bocca più carnosa. L’effetto, però, era meno che esaltante, e alcuni attori, nelle scene romantiche, baciati Gloria si trovarono in bocca il cotone che l’attrice usava come discutibile rimedio estetico. Sposatasi quattro volte e divorziato lo stesso numero, la Grahame fece esplodere i giornali scandalistici quando, nel 1960, sposò Anthony Ray che non solo aveva 14 anni in meno di lei ma era anche il figlio di Nicholas Ray con il quale Gloria era stata sposata dal ‘48 al ’52. Mica male! L’attrice, morta nel 1981 per un cancro allo stomaco, è sepolta nella Pioneer Section, lotto 242, spazio 8 dell’Oakwood Memorial Park, 22601 Lassen, Chatsworth, California.
Titolo originale
Mansion Of The Doomed
Regista:
Michael Pataki
Durata, fotografia
89', colore
Paese:
USA
1976
Scritto da Exxagon nell'anno 2014 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
