il Terrore viene dalla pioggia

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Voto:

Il professor Hildern (Peter Cushing) teme che la figlia Penelope (Lorna Heilbron) sia matta come la moglie internata in manicomio. Per curarla, le inietta un siero ricavato dallo scheletro di un'entità malvagia che, però, è in grado di rigenerarsi con l'acqua. James (Christopher Lee), fratellastro di Hildern, vuole rubare la scoperta a quest’ultimo.

LA RECE

In epoca vittoriana, un mostro si rianima con l'umidità e, in parallelo, abbiamo donne che esprimo la loro pulsioni. Interessante psico-mostro con tanto di Peter Cushing che deve gestire il problema. Prodotto curioso e poco noto.

Interessantissima produzione inglese alternativa alla Hammer e alla Amicus. Il Terrore viene dalla pioggia fu l'ultimo di cinque film prodotti dalla Tigon che iniziò a proporsi sul mercato nel 1968 con il mondo-movie Love in our time e che, in breve tempo, chiuse i battenti. Negli ultimi anni di successo dell'horror britannico, prima che la diffusione dello slasher anni '80 ne decretasse una brusca battuta d'arresto, la Tigon riuscì a riunire due mostri sacri del cinema di paura, Christopher Lee e Peter Cushing, più il sottovalutato regista Freddie Francis. Qui abbiamo un intrigante film gotico con un finale un po' appeso ma con un soggetto molto ambizioso. Soprattutto nella prima parte, si costruisce, senza troppe scenografie, una favolosa atmosfera vittoriana che rispolvera con sottigliezza due temi caldi del tempo: la paleontologia e la psicologia, il che, al tempo, significava soprattutto la sessualità. In qualche modo, il film si ricollega alle atmosfere di Rose rosse per il demonio (1972) e con esso condivise il moderato incasso nelle sale cinematografiche dovuto a un pubblico ormai in cerca di situazioni cruente e storie contemporanee. Peccato, perché the Creeping flash sa costruire con raffinatezza le ansie di un medico scompensato, il bravissimo e misurato Peter Cushing, che proietta la propria patologia su moglie e figlia considerandole pazze ma, in realtà, solo colpevoli d’aver espresso in modi diversi la propria sensualità: la moglie l'ha tradito, la figlia è libertina. Da qui, la presenza del mostro che si rigenera tramite la pioggia - elemento di una simbologia tanto ovvia che non sto a dire - che incarna la furia connessa alle paure di Hildern e le pulsioni "fuori controllo" delle donne. Il mostro, quindi, come di norma nei film d'epoca vittoriana, è l'incarnazione del represso. La paleontologia, d’altra parte, fu argomento di grande interesse perché ribaltò le tesi creazioniste scardinando l'antropocentrismo e ridimensionando l'essere umano a semplice prodotto evoluzionistico derivato da animali con pulsioni e istinti al di fuori del controllo del raziocinio; ciò si collega facilmente alla psicologia che spalanca un mondo mentale in cui l'inconscio ha un ruolo preponderante, impensato in un'epoca in cui la ragione e il "cogito ergo sum" la facevano da padroni. Dopo un inizio lineare ricco di profonde riflessioni, il film si dirama in una serie di sub-plot la cui soluzione è puramente incidentale rispetto al resto della storia. Il finale, nonostante la chiusa beffarda, rimane incerto, con il mostro che s’aggira per le strade inglesi, come dire che certe cose non possono essere annientate; in qualche misura, però, si rimane orfani di un confronto conclusivo fra lo scienziato e il mostro. Delle qualità di Peter Cushing si è già detto, ma non meno brava è la semi-esordiente Lorna Heilbron. Canonicamente bravo Christopher Lee che indossa una questionabile barba finta corredata da altrettanto false sopracciglia. Sangue e violenza, come prevedibile, non sono il piatto forte della pellicola.

TRIVIA

⟡ Nessun dato, per ora.

Fast rating

etichetta di valutazione veloce del sito exxagon per i film giudicati di buon livello

Titolo originale

The Creeping Flesh

Regista:

Freddie Francis

Durata, fotografia

92', colore

Paese:

UK

Anno

1972

Scritto da Exxagon nell'anno 2012 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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