Rose rosse per il demonio
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Voto:
Il barone Zorn (Robert Hardy) chiama a sé lo psicologo sui generis Falkberg (Patrick Magee) per curare la pazzia trasmessa geneticamente ai due figli, Emil (Shane Briant) ed Elizabeth (Gillian Hills) tenuti segregati nelle proprie camere; anche il barone, però, non pare essere tanto a posto. Intanto, alcuni omicidi scuotono il vicino villaggio e il prete locale fomenta gli abitanti contro il barone.
LA RECE
Film sulla possessione ma, qui, rappresentata dalle psicosi, dalle ossessioni ereditarie e dall'isteria collettiva, anticipando, senza saperlo, il così detto "elevated horror", mescolando elementi soprannaturali con disturbi psichici e dinamiche familiari disfunzionali.
Tardo hammeriano di quelli che, per rinnovarsi e andare incontro ai nuovi gusti del pubblico, abbandonarono le consuete atmosfere gotiche tentando variazioni morbose in tema thriller '60/'70, cioè con molti più elementi sessuali. Rose rosse per il demonio è stato definito da più parti un fallimento interessante. Lo script di Christopher Wicking, validissimo sceneggiatore emerso nel rinascimento anglo-horror con pellicole quali la Rossa maschera del terrore (1969); Terrore e terrore (1969); Exorcismus - Cleo, la dea dell'amore (1971); i Terrificanti delitti degli assassini della via Morgue (1971), esprime un rifiuto per le canoniche atmosfere vittoriane decostruendo i goticismi e lo scientismo tramite l'inserimento di elementi legati all'inconscio, secondo il paradigma inaugurato da Hitchcock e poi diffusosi ampiamente dopo gli anni Sessanta con derive connesse alla psicopatologia sessuale. Siamo, quindi, nell'ambito di un von Krafft-Ebing piuttosto che di un von Frankenstein. Benché questa variazione avrebbe avuto le potenzialità per far emergere una storia interessante, Peter Skyes (una Figlia per il diavolo, 1976) realizza senza troppo sfarzo usando una fotografia e scenografie sobrie, forse troppo. Il problema è che il plot non risolve chiaramente la dinamica fra incesto e malattia ereditaria, peraltro ben rappresentata in alcune scene, o se gli stessi figli siano un prodotto della follia del barone. Ancor peggio il fatto che, esauritasi la variazione psicologico-incestuosa, il film cada all'indietro recuperando le più tipiche situazioni dell'horror d'antan: l’eroe romantico, il popolino scatenato contro il barone, il servo brutale e gli inquietanti giri per i boschi. L'impressione generale è che Rose rosse per il Demonio cerchi di profilarsi come un horror moderno ma non abbia sufficiente nerbo per sperimentare passaggi originali, ricadendo, quindi, su vecchi paradigmi. Tuttavia non tutto è da buttare: la protagonista veicola una buona dose di erotismo e l'atmosfera globale mantiene quel quid di fascino tanto amato dai fan della Hammer. Vedibile ma solo dalla vecchia guardia.
TRIVIA
Peter Sykes (1939-2006) dixit: “Sono soddisfatto di tutti i miei film che abbiano una parte che mi piace” (sparebricks.fika.org).
⟡ Robert Hardy rimpiazzò Eric Porter all'ultimo minuto, dato che quest'ultimo andò a recitare nel contemporaneo gli Artigli dello squartatore (1971). Il film, però, rimase fermo per oltre un anno e fu poi distribuito in double-bill con Perché il dio fenicio continua ad uccidere? (1972).
⟡ Il ruolo di Elisabeth era stato pensato per la famosa cantante Marianne Faithfull che, però, non poté recitare per motivi assicurativi.
Titolo originale
Demons Of The Mind
Regista:
Peter Sykes
Durata, fotografia
89', colore
Paese:
UK
1971
Scritto da Exxagon nell'anno 2013 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
