la Rossa maschera del terrore

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Voto:

Julian Markham (Vincent Price) tiene il fratello Edward (Alister Williamson) prigioniero in soffitta dopo che questi è divenuto folle ed è rimasto deturpato in viso dopo un viaggio in Africa. Trench, un amico di Edward, insieme a un guaritore africano, fa in modo di liberare il recluso tramite una sostanza che lo manda in coma. In seguito ad alcune peripezie, il corpo viene dato al dottor Neuhart (Christopher Lee) che diviene complice di Edward nel compimento della sua vendetta.

LA RECE

Interessante, ma non esaltante, ponte tra il gotico classico e l'horror più esplicito che caratterizzerà gli anni '70. Origine letteraria non troppo rispettata per mettere in scena un revenge movie goticheggiante.

Tredicesimo film horror che si rifà ad Edgar Allan Poe, cavalcando il successo dei lavori di Roger Corman inaugurati da i Vivi e i morti (1960). La rossa maschera del terrore venne realizzato dal ramo inglese della American International Pictures che aveva prodotto la maggior parte dei film di Corman a tema Poe con protagonista Vincent Price. Dopo la prematura morte di Reeves (il Grande inquisitore, 1968), la seconda scelta in regia cadde su Gordon Hessler, cineasta che poi, a parte alcuni sparuti titoli, non ebbe molto fortuna nell'horror (Terrore e terrore, 1969; Satana in corpo, 1970; i Terrificanti delitti degli assassini della via Morgue, 1971). La distribuzione italiana, nel tentativo di fare cassa, stravolse il titolo originale tentando un chiaro riferimento alla storia di Poe "La Maschera Della Morte Rossa" che, però, nulla c’entra con la trama di questo film, a parte il fatto che Edward Markham indossa per tutto il film un cappuccio di quel colore. Il racconto di Poe dal titolo "The Oblong Box", che comunque presenta sostanziali differenze rispetto al film, tratta di un uomo che viaggia su una nave per percorsi oceanici portando con sé una lunga cassa che si scoprirà contenere il corpo della moglie; quando una tempesta sorprenderà la nave e l'equipaggio dovrà correre alle scialuppe di salvataggio, l'uomo preferirà annegare ma rimanere con la cassa piuttosto che separarsene. Nulla di ciò viene mostrato nel film che, a mala pena, mette davanti alla cinepresa una bara. La narrazione della pellicola rimane, piuttosto, sui binari del melodramma con qualche incursione negli stereotipi del gotico: sepoltura anzitempo (in effetti tematica cara a Poe), un matto tenuto segregato in una parte inaccessibile della casa, ladri di tombe, un folle libero di circolare e uccidere. La storia non è particolarmente avvincente sebbene il regista l’abbia diretta con gusto estetico, realizzando le scene d'omicidio in maniera decisamente energica. Da buon inglese, però, il film è flemmatico e poco risoluto con flashback di avvenimenti accaduti in Africa realizzati in maniera un po' pacchiana. Gli attori ci sono e sanno il fatto loro anche se l'impianto melò li spinge all'overacting: Vincent Price è sempre e comunque strepitoso. Un finale beffardo chiude dignitosamente la Rossa maschera del terrore, non il migliore horror che si rifà a Poe ma, comunque, una pellicola ricca di atmosfera e godibile da ci ama il retrò.

TRIVIA

⟡ Lawrence Huntington, che aveva scritto la prima bozza della sceneggiatura, morì dodici giorni dopo l’inizio delle riprese. Questa prima bozza, coerentemente con ciò che viene mostrato nel film, s’intitolava Man in the crimson hood, l’uomo con il cappuccio cremisi.

Titolo originale

the Oblong box

Regista:

Gordon Hessler

Durata, fotografia

96', colore

Paese:

UK

Anno

1969

Scritto da Exxagon nell'anno 2010 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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