il Grande inquisitore
Voto:
Inghilterra, 1645. Il paese è scosso dalla guerra civile fra Carlo I e Cromwell. In mezzo agli scontri, il giudice Matthew Hopkins (Vincent Price) giunge a Brandiston per mettere alla sbarra il pastore John Lowes (Rupert Davies) e sua nipote Sara (Hilary Dwyer) con l'accusa di stregoneria. Sara si offre a Hopkins nella speranza di risparmiare la vita allo zio ma John Stearne (Robert Russell), l'aiutante del giudice, scoperta la tresca, uccide il prete e stupra Sara. Il fidanzato della donna, Richard Marshall (Ian Ogilvy) giura vendetta.
LA RECE
B-movie e uno dei primi folk-horror elevato giustamente a cult, forse non a caso emerso lo stesso anno de la Notte dei morti viventi, porta il tema exploitation della tortura a un livello di critica sociale. Price titaneggia.
Michael Reeves fu considerato un giovane prodigio nel panorama horror inglese. Il suo nome acquistò prestigio grazie a due film italiani: il Castello dei morti vivi (1964) di cui pare, ma è incerto, che abbia girato qualche scena, e il Lago di Satana (1966); oltre a questi, vale la pena citare anche il Killer di Satana (1967). Ne manca solo uno per concludere la filmografia di questo giovane e sfortunato regista che l'11 febbraio 1969, durante la pre-produzione de la Rossa maschera del terrore, a soli 25 anni morì per un'accidentale overdose di barbiturici assunti con alcolici. Reeves fu un talentuoso regista e il Grande inquisitore lo dimostra, dipingendo un quadro dell'Inghilterra del XVII secolo sufficientemente realistico. D'altronde, Matthew Hopkins, l'agghiacciante figuro interpretato dal solito superlativo Price, è un vero personaggio storico che scorrazzò per l'Inghilterra condannando a morte circa 230 presunte streghe in soli 14 mesi, tra il 1645 e l'anno seguente. Il film si basa su una seria ricerca storica, “Witchfinder General” pubblicata da Bassett e Hopkins nel 1966, dalla quale veniamo a sapere che il pastore Lowes esistette davvero mentre Sara e Richard, nonché il loro amore, sono stati inventati per ragioni cinematografiche. Il gusto per la ricostruzione storica s’accompagna a un sotterraneo pessimismo per cui il bene è permeabile al male e quest'ultimo, in un modo o nell'altro, l'ha vinta su ogni cosa. Il film non lesina in situazioni crude: le streghe vengono impiccate, immerse nell'acqua in modo che possano provare la loro innocenza (morendo) o, legate ad una lunga scala, vengono lasciate sospese sopra una pira e arse vive esattamente come rappresentato poi in Silent Hill (2006). Così, all'interno di un film dai toni drammatici, si assiste a picchi di violenza non trascurabili. Bravi tutti gli attori ma naturalmente la scena è rubata da Vincent Price che abbandona i suoi soliti manierismi recitativi per calarsi nei panni di un personaggio gelido e arrogante, profondamente ipocrita nel suo arrivismo travestito da abnegazione religiosa; alcuni hanno definito l'interpretazione di Price in questa pellicola la migliore nella carriera dell'attore. La storia, d'altra parte, si perde fra il plot centrale e gli elementi storici della guerra fra Cromwell e Carlo I. Alcune volte si ha la sensazione che il film si compiaccia di alcune sequenze sadiche e che possa essere facilmente sopravvalutato per il fatto di essere una produzione in costume mentre la sua anima è innegabilmente horror con elementi exploitation. Eppure, il lavoro di Reeves non trascende e il risultato è ben sopra la sufficienza. In più, la pellicola risulta seminale rispetto tutta una successiva serie di film che hanno voluto raccontare la persecuzione compiuta contro le presunte spose di Satana, da la Tortura delle vergini (1970) a le Streghe nere (1973). Forse non si tratta di un must assoluto ma la visione è caldamente consigliata.
TRIVIA
⟡ In USA, il film fu rititolato the Conqueror worm, il verme conquistatore, con riferimento ad Edgar Allan Poe, anche se, nel film, non ci sono vermi né la storia è tratta dagli scritti di Poe. Fu chiaramente una mossa atta a mettere in risalto il nome di Price sfruttando il successo dei film di Corman come i Vivi e i morti (1960). Per legittimare la connessione fra il film e Poe, l'attore Price venne ingaggiato per leggere fuori campo un pezzo del racconto dello scrittore.
⟡ La versione UK definita "director's cut" è riconoscibile in quanto le sequenze un tempo tagliate dalla BBFC sono state reintegrate nella pellicola; tuttavia, tali spezzoni hanno una qualità visiva inferiore.
⟡ Il regista Michael Reeves voleva Donald Pleasence per il ruolo di Matthew Hopkins ma l'AIP, distributrice e cofinanziatrice americana, impose Price. Il regista accettò malvolentieri e continuò a suggerire a Price una recitazione ruvida ed essenziale, mentre Price, che era Price, tendeva sempre a gigioneggiare. Famosi i litigi fra i due. Anni dopo, Price ammise che Reeves aveva ragione.
⟡ Paul Ferris, compositore dello score musicale, viene segnalato con lo pseudonimo Morris Jar riprendendo il nome di un altro compositore: Maurice Jarre.
Titolo originale
Witchfinder General
Regista:
Michael Reeves
Durata, fotografia
86', colore
Paese:
UK
1968
Scritto da Exxagon nell'anno 2006; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
