una Figlia per il diavolo

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Voto:

Michael Rayonor (Christopher Lee), prete scomunicato, ha fondato una setta che in apparenza sembra richiamare il cristianesimo ma, di fatto, è profondamente satanica. Il seguace Henry (Denholm Elliott) viene convinto a cedere l'anima di sua figlia affinché diventi la rappresentante di Astaroth sulla Terra al compimento dei diciotto anni ma, pentito, chiederà aiuto a John Verney (Richard Widmark), saggista esperto di occultismo, per salvare la vita della giovane Catherine (Nastassja Kinski).


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LA RECE

Tentativo Hammer di agganciarsi al trend moderno attraverso una coproduzione tedesca che impose la presenza della quattordicenne Kinski in scene controverse. Christopher Lee offre una performance efficace come prete corrotto ma il risultato è un'opera che combina momenti d'impatto con un finale imbarazzante risolto frettolosamente, testimonianza delle difficoltà creative ed economiche della Hammer nei suoi anni terminali.

Uno dei tanti figli del ciclo di pellicole Seventy a tema satanistico emerse dopo il successone di Rosemary’s baby (1968) e l’Esorcista (1973), nonché secondo film Hammer tratto da uno scritto di Dennis Wheatley dopo the Devil rides out (1968). Peccato che si trattasse, per la Hammer, di una fase di enormi difficoltà economiche, tali che, dei lauti incassi di questo film non finì nulla nelle casse della casa di produzione inglese oberata dai debiti. L’operazione commercialmente scricchiolante venne tenuta in piedi da una joint-venture con la Terra-Filmkunst berlinese, la quale pretese che nel film comparisse almeno un attore tedesco, cosa che spalancò le porte all’arrivo dell’acerba Nastassja Kinski. E qui si tocca un punto sensibile del film. Con spirito chiaramente exploitation, all’allora quattordicenne Nastassja vengono scritte scene sessualizzate, nonché un finale nel quale la diabolica Catherine si mostra in un nudo frontale completo. Questo, oltretutto, non era neppure il primo film nel quale la giovane compariva nuda: nel tedesco Falso movimento (1975) di Wim Wenders, Nastassja, tredicenne, presenziava in una scena in cui era in topless a letto e baciava un uomo adulto; momenti del suo percorso artistico che l’attrice non ricorda con positività (leggi più sotto). D’altra parte, la presenza della vergine-satanica destinata al sacrificio offre una gradevole quota estetica al film - più quando è vestita da suora che quando è in déshabillé! - e la bellezza acqua e sapone della giovane viene sottolineata da parecchi primissimi piani del viso. Di “contorno”, abbiamo il culto di Astaroth - con tanto di croce rovesciata con uomo con le gambe spalancate! -, qui gestito da un malvagio Christopher Lee che funziona bene nel ruolo di salvatore corrotto per i seguaci e predatore sessuale nei confronti di Catherine, tutto ciò, però, in un contesto urbano che lo distanzia parecchio dalle scenografie e dai chiaroscuri gotici ai quali ci aveva abituato la Hammer. Questo attrito raggiunge il suo massimo con la presenza dell'attore Widmark (che odiò il film), volto più idoneo al crime o al noir, spaesato in un universo orrorifico. In effetti, anche l’imperfetto tono recitativo della Kinski aumenta la percezione di una vittima spaesata e plagiata. Di un certo impatto, benché di scarsa cura effettistica, il demone neonato che striscia fra le gambe della giovane ed entra dentro di lei via vagina (off-screen), in un abominevole parto inverso. Imbarazzante, invece, il finale con spostamento di tonalità cromatica (hue shifting) e uno scontro fra buono e cattivo risolto in un nonnulla come se si dovesse scappare dal set; un finale che tradisce la capacità della Hammer di quei suoi anni terminali di sostenere con efficacia le proprie idee, anche se poi, nella circostanza, il mercato premiò la quota sexploitation del film.

TRIVIA

Nastassja Aglaia Nakszynski (1961) dixit: “Se avessi avuto qualcuno che mi proteggesse o se mi fossi sentita più sicura di me stessa, non avrei accettato certe cose. La nudità. E dentro di me questo mi stava distruggendo.” (IMDb.com)

⟡ Lo stesso anno in cui uscì il film, Nastassja Kinski fu sorpresa a rubare e condannata a tre mesi in un carcere minorile. Poco dopo, ancora minorenne, iniziò una relazione con il regista Roman Polanski, di 28 anni più vecchio, il quale, poi, le assegnò il ruolo da protagonista in Tess (1979), pellicola che diede fattivamente inizio alla carriera della giovane donna.

⟡ Olivia Newton-John, che all'epoca aveva 27 anni, era una candidata per il ruolo di Catherine ma si rifiutò di girare la scena di nudo.

⟡ Il diavolo-neonato è stato riciclato per la sequenza della Foresta di Weir nel film fantasy la Spada di Hok (1980).

⟡ Circa questo film, Christopher Lee ha sempre parlato poco. Nella sua autobiografia lo ha liquidato con un “more anon”, che è un modo british per dire “più informazioni verranno date in seguito”, ma con il senso di glissare costantemente sul tema. In altre occasioni, tuttavia, si era detto deluso per i continui cambi di sceneggiatura e per il bizzarro finale.

⟡ La famigerata scena di nudo di Sir Christopher Lee venne, in realtà, eseguita dalla sua controfigura Eddie Powell, che è stato filmato dall'alto, per non mostrare il suo volto.

⟡ Questo è stato l'ultimo film di Christopher Lee per la Hammer classica; tornerà a lavorare per la rifondata Hammer (2008) con the Resident (2011).

⟡ Prima che Richard Widmark fosse scelto, il suo ruolo era stato offerto a Klaus Kinski. Il fumantino attore rifiutò, affermando che non aveva problemi a recitare in un film in cui la sua giovane figlia era completamente nuda, ma non poteva garantire che sarebbe rimasto sobrio per tutta la durata delle riprese. D’altra parte, lo stesso Widmark, accortosi delle problematicità della produzione, dovette essere convinto più volte a non abbandonare il set.

⟡ L'autore del romanzo su cui si basa il film, Dennis Wheatley, rimase sconvolto dal contenuto generale del film finito; lo percepì come troppo violento e, in una lettera di fuoco diretta alla Hammer, dichiarò che il film non aveva alcuna somiglianza con il suo libro e che non avrebbe più permesso alla Hammer di ridurre cinematograficamente altri suoi romanzi. Questo era avvenuto perché lo sceneggiatore Christopher Wicking pensava che il romanzo originale di Wheatley fosse estremamente brutto e, perciò, ci mise pesantemente mano. La sua sceneggiatura, tuttavia, a propria volta, venne rimaneggiata e, così, Wicking si dichiarò insoddisfatto del film, in particolare del finale.

⟡ Durante le riprese, la Kinski provò una forte antipatia per Richard Widmark. La cosa fu voluta dall’attore, il quale, credendo che l'adolescente avrebbe avuto difficoltà a proiettare la paura e l'odio con cui Catherine respinge gli sforzi di Verney per rimuoverla dall'influenza satanica di Padre Michael, incoraggiò la sua antipatia, rimanendo in disparte e parlandole duramente quando la sua performance era troppo morbida. Prima di tornare a casa negli Stati Uniti, Widmark le telefonò per scusarsi e per elogiarla per il lavoro svolto. L’attrice, col tempo, apprezzò l’atteggiamento dell’uomo che trovò molto formativo.

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Titolo originale

To the Devil a Daughter

Regista:

Peter Sykes

Durata, fotografia

93', colore

Paese:

Regno Unito

Anno

1976

Scritto da Exxagon nel settembre 2025 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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