These Final Hours

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Voto:

La Terra è alla fine. Ognuno chiude la propria esistenza come preferisce: celebrando la vita con una festa, o drogandosi, o uccidendo, o stuprando, o suicidandosi. James (Nathan Phillips), impaurito, abbandona la compagna incinta Zoe (Jessica De Gouw) e si dirige verso un party ma, sulla strada, incontra la piccola Rose (Angourie Rice) rapita da due pedofili in procinto di farne scempio.

LA RECE

Apocalittico aussi-road-movie che ci racconta di cosa siamo in grado di fare, nel bene e nel male, quando il mondo sta per finire. Intimista come Cercasi amore per la fine del mondo (2012), si evitano SFX per dare peso al dramma umano e alla ricerca di significato di fronte all'inevitabile, e nella desolazione dell'outback si amplifica il senso di isolamento e urgenza esistenziale.

Due milioni e mezzo di dollari per rifare il verso, in chiave moderna, a l’Ultima spiaggia (1959) con Gregory Peck e Ava Gardner, a Last night (1998) del canadese Don McKellar o all’atomic-drama Soluzione finale (1988). Come in queste tre pellicole, anche in These final hours manca poco alla fine dei tempi e l’umanità mostra il suo volto più disperato che, in misura equanime, è fatto di una fenomenologia selvaggia ma anche amorevole. In una fase terminale del percorso proprio e comune, il protagonista James, che qualcosa ci dice abbia vissuto una vita piena d'inciampi, trova una missione che dà senso all’esistenza. Qualcosa che, al di fuori di quelle ultime ore finali, si dà per certo non sarebbe stato in grado di trovare. Con il budget ridotto di cui sopra, l’australiano Hilditch punta sulla sottolineatura della psicologia dei personaggi con solo qualche guizzo effettistico. Il minimalismo pre-apocalittico risulta assai verosimile sia nei brutali eccessi, sia nelle piccole storie di chi si ama e aspetta di essere lambito dalle fiamme con chi ama o, non volendo aspettare, si toglie la vita in un abbraccio. Il racconto del Gigante e la Bambina funziona perché si evitano eccessi di eroismo e gravi saggezze pre-morte per arrivare ad un corretto finale intimista nel quale ognuno trova una propria collocazione consona. Qualche eccesso nella descrizione degli eccessi, soprattutto circa il party di gente che decidere di chiudere in “bellezza, anche se non escludo affatto che, nel caso, parecchi amerebbero passare gli ultimi minuti nel più totale parossismo: lo fanno già di norma senza neanche lo spauracchio della fine dei tempi. A parte qualche sbavatura, il lavoro di Hilditch piace, fra road-movie e fotografia virata all’aridità, oltretutto molto attento a tutto ciò che è genitorialità e figli. Fossero tutti così i low-budget.

TRIVIA

Zak Hilditch dixit: “Il genere di film più interessanti per me sono quelli che si concentrano su persone che affrontano situazioni straordinarie, che si tratti di un horror o di un film apocalittico, o nello spazio, va bene tutto. Sono quei film che si focalizzano sulle persone e ti offrono personaggi con cui puoi relazionarti, nonostante le situazioni inverosimili in cui si trovano; sono persone vere. Risuona con quello che sono io. Questo è ciò che stavo cercando di fare con questo film, la mia personale interpretazione de l’Esercito delle 12 scimmie o 28 giorni dopo, che sono i miei film di fantascienza preferiti, fantastici esempi di quel genere di film ma anche con una vera storia umana dietro. These final hours è solo il viaggio di un eroe davvero semplice” (screendirector.org).

⟡ Nessun dato, per ora.

Fast rating

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Titolo originale

id.

Regista:

Zak Hilditch

Durata, fotografia

87', colore

Paese:

Australia

Anno

2013

Scritto da Exxagon nell'anno 2015 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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