Soluzione Finale

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Voto:

Harry Washello (Anthony Edwards) incontra Julie Peters (Mare Winningham) in un museo e si innamora a prima vista. Dopo un appuntamento perfetto, si addormenta e perde l'incontro notturno che aveva fissato con lei al diner Johnie's sulla Miracle Mile. Alle 4 del mattino, Harry risponde casualmente a una telefonata in una cabina telefonica davanti al locale. Dall'altra parte, un soldato in preda al panico racconta di essere in un silo missilistico nel North Dakota e che missili nucleari sono stati lanciati verso l'Unione Sovietica, che risponderà colpendo gli Stati Uniti entro 70 minuti. Con il diffondersi della notizia, Los Angeles sprofonderà nel caos.

LA RECE

Curioso film sulle ansie nucleari, poco noto forse perché ibrido tra dramma apocalittico e black comedy sentimentale. Los Angeles diventa un territorio kafkiano in cui una telefonata casuale scatena il panico. Nonostante evidenti limiti, anticipa l'estetica catastrofista degli anni '90 ma privilegiando il dramma umano rispetto agli effetti spettacolari. Culto postumo.

Esiste una categoria particolare di film che si potrebbe definire "orfana": opere che nascono nell'ombra di giganti del loro genere e vi rimangono, nonostante posseggano una loro peculiare dignità artistica. Miracle Mile di Steve De Jarnatt appartiene a questa stirpe di pellicole misconosciute, scivolate via dal radar del pubblico in un'epoca già satura di ansie nucleari cinematografiche. Il film si inserisce, infatti, in un filone consolidato che aveva dato vita a capolavori come A prova di errore (1964) e Il Dottor Stranamore (1964), per poi evolversi negli inquietanti scenari televisivi di The Day After (1983) e nelle meditazioni intimiste di Testament (1983), Ipotesi sopravvivenza (1984) e Quando soffia il vento (1986). Eppure, a differenza di questi illustri predecessori, il lavoro di De Jarnatt conobbe una distribuzione timida e distratta da parte della Hemdale Film Corporation - la stessa che aveva prodotto Terminator (1984) e Platoon (1986) - evidentemente incapace di riconoscere il valore di un'opera che solo anni dopo la Library of Congress Film Collection avrebbe preservato come documento significativo del cinema indipendente americano. La ragione di questa iniziale incomprensione risiede, probabilmente, nella natura ibrida del film, sospeso com'è tra territori artistici apparentemente inconciliabili. Troppo sofisticato per aspirare al successo commerciale immediato, troppo bizzarro per conquistare il pubblico mainstream, Miracle Mile abita quella terra di mezzo dove prosperano le opere destinate al culto postumo. La brillantezza narrativa di De Jarnatt - regista dal destino prevalentemente televisivo - emerge nella costruzione di un soggetto che sfugge alle classificazioni tradizionali: dramma nucleare, disaster-movie e riflessione sulla comunicazione nell'era moderna si fondono in una miscela che anticipa con sorprendente lucidità le dinamiche informative del nostro tempo. I telefoni pubblici, le radio, i televisori diventano altrettanti nodi di una rete nevrotica dove i messaggi si moltiplicano, si contraddicono e si trasformano in virus informativi ("video virale"). Questa paranoia tecnologica cattura perfettamente lo zeitgeist degli ultimi anni della Guerra Fredda - si pensi al ruolo nodale del telefono in A prova di errore - quando l'informazione iniziava la sua inesorabile mutazione verso l'era digitale. Al centro di questa dinamica abbiamo Harry Washello, interpretato da un Anthony Edwards destinato a diventare il volto rassicurante del Dr. Mark Green in E.R.: l'uomo qualunque trasformato simultaneamente in salvatore e dannato da una telefonata ascoltata per caso. Attraverso gli occhi di Harry, la Los Angeles notturna si trasforma in un territorio psico-geografico di matrice kafkiana, dove la realtà urbana assume contorni onirici e minacciosi. La città che lentamente sprofonda nel caos diventa il palcoscenico perfetto per un film che, con attitudine decisamente pop, si dispiega come l'ibrido affascinante che è: pellicola apocalittica, black comedy e love story in una sintesi che anticipa l'estetica del cinema catastrofista degli anni Novanta. Opere come Independence Day (1996), Vulcano (1997) e Deep Impact (1998) devono qualcosa alla lezione di De Jarnatt, benché il suo approccio privilegi il dramma umano rispetto all'effettistica spettacolare. L'olocausto nucleare rimane strategicamente sullo sfondo, fedele a quella lezione narrativa del cinema catastrofista che sa bene come la tensione si costruisca nell'attesa del peggio piuttosto che nella sua plateale manifestazione. La colonna sonora sintetizzata dei Tangerine Dream incornicia perfettamente questo assurdo urbano che richiama, per certi versi, l'atmosfera di Fuori orario (1985) di Scorsese. Tuttavia, il film tradisce occasionalmente una certa fragilità nella scrittura: la tendenza a saltare da una sequenza all'altra, pur regalando momenti di piccola poesia (la sequenza dei due anziani che si ricongiungono), e rivela talvolta una "pelle" leggermente televisiva che ne limita l'impatto complessivo. Nonostante questi limiti, Miracle Mile rimane un'opera curiosa e meritevole. Un film che ogni cinefilo in cerca di stranezze dovrebbe inserire nella propria lista dei visionabili.

TRIVIA

Anthony Edwards (1962) dixit: “Era una sceneggiatura che tutti volevano fare, ma volevano che lui [il regista] cambiasse il finale. Era una grande avventura ma volevano che avesse un lieto fine. Ma lui ha resistito, e per fortuna ha resistito abbastanza a lungo da permettermi di avere l'età per interpretare la parte. Così ho avuto modo di farlo, e l'abbiamo fatto in un'epoca in cui non esisteva il green screen per gli effetti speciali. Bisognava riprendere quello che c'era. È incredibile quanto quel film sembri datato oggi, grazie alla nostra capacità di fare le cose tecnicamente. Voglio dire, sembra davvero antiquato. [...] Le riprese notturne durarono otto settimane, quindi tornavi a casa dal lavoro alle 6 del mattino, dopo aver bevuto una birra a fiumi, e all'improvviso pensavi: "Oh mio Dio, cosa pensa la gente di qualcuno che beve una birra alle 6 del mattino mentre tutti gli altri stanno andando al lavoro?” (IMDb.com).

⟡ Circa tre decenni dopo aver girato questo film insieme, dopo che entrambi avevano divorziato da altri coniugi, Anthony Edwards e Mare Winningham hanno iniziato a frequentarsi nella vita privata e si sono sposati nel 2021 e sono tuttora insieme (dato 08/2025).

⟡ Il Johnie's Coffee Shop, situato nel quartiere Miracle Mile di Los Angeles, ha chiuso i battenti alla fine degli anni Novanta. Tuttavia, l'edificio non è mai stato demolito e ha continuato a essere utilizzato per molti altri film. Il 27 novembre 2013 è stato dichiarato monumento storico. Oggi viene affittato principalmente per produzioni cinematografiche e televisive, oltre che per pop-up shop e funzioni temporanee simili.

⟡ La sceneggiatura del film era stata presa in considerazione per Ai confini della realtà (1983) prima che Steven Spielberg fosse coinvolto nel progetto. Il film sarebbe stato composto solo da questa storia, invece dei quattro segmenti che poi sono diventati, e avrebbe avuto un finale leggermente diverso, con una svolta tipica dei film giocano con la percezione della realtà. A Steve De Jarnatt non piacque il cambiamento del finale e l'idea fu abbandonata.

⟡ Secondo una storia raccontata dal direttore del casting Billy DaMota nel documentario I Don't Know Jack (2002), il ruolo di Fred il cuoco era stato originariamente offerto alla star di Eraserhead - La mente che cancella (1977) Jack Nance, che rifiutò il ruolo perché voleva concentrarsi sul suo lavoro diurno di guardia giurata.

Fast rating

etichetta di valutazione veloce del sito exxagon per i film giudicati di medio livello

Titolo originale

Miracle Mile

Regista:

Steve De Jarnatt

Durata, fotografia

87', colore

Paese:

USA

Anno

1988

Scritto da Exxagon nell'agosto 2025 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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