Ipotesi sopravvivenza
Voto:
I giovani Ruth (Karen Meagher) e Jimmy (Reece Dinsdale) stanno per prendere casa insieme, dopo la scoperta di una gravidanza non programmata. Le loro famiglie, inizialmente basite, vanno loro incontro. La vita in Inghilterra prosegue, così, com’è sempre andata avanti. In Iran, però, USA e Unione Sovietica iniziano ad alzare i toni. La popolazione occidentale, sulle prime poco interessata alle solite scaramucce geopolitiche, inizia ad allarmarsi quando i toni fra le due superpotenze esacerbano. Il rischio è una guerra nucleare, rischio che non viene scampato.
LA RECE
Il film sulla minaccia atomica (non scampata) che tutti dovrebbero vedere, per comprendere quale sconvolto passo falso per il genere umano sarebbe dare spazio all'utlizzo dell'atomica.
Risposta britannica allo statunitense the Day after - il giorno dopo (1983) commissionata dall’allora direttore generale della BBC, Alasdair Milne, influenzato dalla visione di the War game (1966), e offerto alla direzione di Mick Jackson in quanto il regista aveva appena lavorato ad un breve documentario sull’apocalisse nucleare: Q.E.D.: a guide to armageddon (1982). Rischiavamo di perderci questo capolavoro dell’orrore atomico poiché il regista Jackson si era demoralizzato per l’uscita di the Day after solo l’anno prima, film che presentava una struttura sostanzialmente simile: la descrizione dell’effetto di una guerra atomica sulla gente comune. Il lavoro dell’83, tuttavia, aveva evitato un “neo-realismo” al quale, invece, Jackson ambiva, con tanto di dettagliata descrizione grafica dell’orrore psico-socio-somatico indotto dalle radiazioni. Jackson e Barry Hines, al soggetto e sceneggiatura, per rendere il lor progetto realistico, girarono fra il Regno Unito e gli USA parlando con scienziati (anche Carl Sagan), psicologi ed altri espertoni in materia, basandosi poi sui numeri dello studio britannico noto come "Square Leg" che aveva calcolato come un attacco atomico su territorio inglese avrebbe causato la morte di 29 milioni di persone, il ferimento di 7 e la sopravvivenza nel breve termine di 19 milioni che poi, come mostrato nel film, si sarebbe ridotti a 4 nell’arco di una ventina d’anni. Pare che il durissimo film di Jackson sia stato visto, ai tempi, anche dal presidente USA Ronald Reagan, il quale fu convinto ad ammorbidire i toni dei suoi discorsi ufficiali per evitare le tensioni politiche prodromiche ad un potenziale conflitto senza vincitori. Con un budget limitato a 400.000 sterline (1,3 milioni del 2020), Jackson optò per un approccio minimalista, seguendo alcune famiglie della middle-class e le loro semplici beghe quotidiane all’ombra di un’incipiente guerra nucleare. Seppur povero nei mezzi e nella rappresentazione, Threads, come da titolo, segue i fili interconnessi della sorte dei pochi protagonisti, che diventano sempre meno con il tempo, fino alla scena emblematica della sfilacciatura dei tessuti per recuperare i fili di lana divenuti bene prezioso. L’escalation di tensione è perfettamente costruita, con lo spettatore ben più allarmato di chi abita il film, impegnato, invece, a districarsi nella vita. Poi, però, anche il cittadino comune si allarma e inizia a protestare, a razziare i supermercati, a correre per le strade, a costruire inutili rifugi domestici secondo le risibili indicazioni governative come mostrato anche in Quando soffia il vento (1986). Quello che segue alle esplosioni nucleari è un disperato tentativo del governo britannico di gestire l’ingestibile e una capitolazione dell’umanità che si ritrova catapultata all’indietro nel medioevo. Se Testament (1983) poneva il peso del dramma nucleare in ottica intimista, Ipotesi sopravvivenza ripete la lezione ma senza farsi mancare la descrizione spietata e realistica dell’immediata e dilazionata distruzione della vita, l’interruzione brutale di ogni progetto di vita e la riduzione al lumicino della cultura umana, a sottolineare, quasi ce ne fosse bisogno, che una guerra atomica è il servizio più demente che si possa offrire al percorso umano. Se il regista Mick Jackson conoscerà maggior successo con pellicole quali Guardia del corpo (1992) o Vulcano - Los Angeles 1997 (1997), Ipotesi sopravvivenza è il lavoro per il quale passerà alla storia e, in assoluto, il film sull’orrore post-atomico che tutti, anche gli spettatori più sensibili, dovrebbero vedere.
TRIVIA
Mick Jackson dixit: “Per molti anni ho abbandonato il grande schermo per prodotti televisivi migliori, come molti registi di lungometraggi negli Stati Uniti, poiché questi hanno argomenti più rilevanti, l'approccio è più riflessivo ed emozionante rispetto ai copioni che mi erano stati inviati dagli studios. […] Non faccio davvero distinzione tra grande e piccolo schermo. John Frankenheimer una volta disse una frase memorabile: “Se hai una troupe di 200 persone o solo una cinepresa, alla fine è la stessa esperienza. Fai del tuo meglio. È il risultato che fa la vera differenza” (denofgeek.com).
⟡ Per contenere i costi, si ricorse ad effetti speciali caserecci ma efficaci: le bruciature di terzo grado vennero realizzate con riso soffiato e ketchup, il cordone ombelicale che unisce Ruth alla sua neonata era di liquirizia e il gatto che sta male per le radiazioni è una scena girata al contrario di un gatto che aveva mangiato erba gatta.
Fast rating
Titolo originale
Threads
Regista:
Mick Jackson
Durata, fotografia
112', colore
Paese:
UK, USA, Australia
1984
Scritto da Exxagon nell'anno 2019; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
