der Todesking

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Voto:

Sette giorni della settimana, ognuno rappresenta un modo diverso di porre termine alla propria vita. Lunedì: un uomo torna a casa dal lavoro, riordina le proprie cose e si suicida con un'overdose di barbiturici. Martedì: un giovane uomo noleggia un film naziploitation in cui a un prigioniero viene tagliato il pene (off-screen). Quando la ragazza del giovane torna a casa, lui le spara in testa e incornicia la macchia di sangue sul muro. In realtà, tutto ciò viene mostrato in un televisore acceso nella casa di un uomo che si è impiccato. Mercoledì: un uomo seduto su una panchina pubblica racconta a una donna i problemi che ha con la moglie, problemi che hanno raggiunto un livello tale per cui l'uomo ha compiuto un uxoricidio. La donna punta una pistola all'occhio dell'uomo ma l'arma s'inceppa, lui prende la pistola e si suicida. Giovedì: riprese di un ponte autostradale mentre, in sovrapposizione, appaiono i nomi di coloro che si sono suicidati gettandosi da tale ponte. Venerdì: una donna di mezza età spia i vicini di casa che si scambiano effusioni. La coppia sparisce lasciando la donna alla sua solitudine; tuttavia, si scopre che i due si sono suicidati. Sabato: una donna legge un libro che narra di un assassinio di massa. La donna prende una pistola, si monta addosso una telecamera e va a un concerto a sparare alla band e al pubblico, poi si suicida. Domenica: un uomo depresso si rigira nel letto, piange e si dispera, poi picchia la testa contro il muro fino a morire.

LA RECE

Horror ad episodi emerso dall'undergorund tedesco. Buttgereit costruisce un mosaico del suicidio alternando sequenze narrative a immagini di un cadavere in decomposizione, creando un'ideale ponte di connessione con la necrofilia di Nekromantik, il suo precedente lavoro. Un po' arty con i suoi dialoghi non tradizionali, l'OST industrial e le immagini/messaggi disturbanti per veicolare un messaggio nichilista ma non privo di declinazioni ironiche. Radicale e non per tutti.

Secondo lungometraggio di Buttgereit dopo Nekromantik (1987). Il regista, analizzando l’argomento tabù del suicidio, non condanna né giudica: si pone in una posizione neutrale, quasi ambiziosamente documentaristica, con una messa in scena quasi d'essai che ha fatto storcere il naso ad alcuni. Questo distacco emotivo, in realtà, intensifica l'impatto dei frammenti interpolati con la sequenza di un cadavere che va incontro alla putrefazione. Buttgereit sa sfruttare appieno il budget limitato: 8 mm alla mano e colori desaturati enfatizzano l'atmosfera morbosa e depressa, chiaramente in linea con il tema. Il paradigma del regista tedesco è post-moderno e surreale ma non sempre le sue ricercatezze arty entusiasmano: lunghi silenzi, rotazioni a 360 della macchina da presa, citazioni dotte (il cadavere "accelerato" è cosa già vista in lo Zoo di Venere di Greenaway) che paiono, alla lunga, un po' stucchevoli nel raccontare di questo Re della Morte che spinge le persone al suicidio. Il segmento di maggior impatto, per quanto didascalico, è quello del ponte che ottiene un suo effetto senza bisogno di mostrare nulla di graficamente violento a patto, però, di non sapere che si tratta di nomi inventati e ironici. Quindi, un filo presuntuoso ma, comunque, un'interessante pellicola girata da un regista estremo che, sfortunatamente, al giro del millennio non ha prodotto nulla di altrettanto interessante. Der Todesking, se non fosse chiaro, è un prodotto non adatto a tutte le sensibilità ma consigliato ai pescatori d'altura.

TRIVIA

⟡ Ecco cosa c'è scritto nella lettera inviata dalla Fratellanza del Settimo Giorno visibile nel segmento "venerdì": "Noi perdiamo la nostra vita con gioia (Lautréamont). Questa è una catena di Sant'Antonio. Ed è un messaggio. Ed è l'ultima parola, per concludere una battaglia molto lunga. Nel momento in cui ricevi questa lettera, noi siamo morti. E ti vogliamo, dopo che avrai mandato quante più copie possibili ai "non-ancora-morti", per prendere la tua stessa vita senza esitazione. In accordo con la nostra realizzazione: muoio quindi sono!! La vita è un'illusione e diventa ridicolmente senza senso nel momento in cui l'affrontiamo. L'unica sicurezza che la vita ha da offrire è la morte. Noi miriamo a LEI, noi siamo promessi a lei e prima c'è solo agonia e assurdità. L'uomo nasce solo e rimane solo. La sua vita è una lotta infinita impostagli, una battaglia contro questo antico desiderio, il più dolce degli impulsi, che ci tiene tutti nelle sue mani: thanatos, il desiderio di morte. Tutto ciò che ti chiediamo è di seguire questo desiderio. È il momento... La vita è un anacronismo. In sei giorni, dio ha creato il cielo e la terra. Il settimo si è suicidato... lasciateci morire. Il vangelo secondo La Fratellanza del Settimo Giorno". Questa lettera cita il nome Lautréamont. Al secolo Isidore Lucien Ducasse (1846-1870), questi fu un poeta francese che usò il nome Conte di Lautréaumont come pseudonimo. La morte prematura avvenuta a 24 anni fece pensare, erroneamente, a un suicidio, mentre, più probabilmente, il giovane morì per una violenta febbre durante l'assedio di Parigi da parte dei Prussiani del novembre 1870. Le sue liriche erano caratterizzate da violenza espressiva, fantasia immaginifica e una visione romanticamente satanica, cosa che lo pose nel novero dei poeti maledetti. Le sue opere vennero ignorate fino al 1890, finché i surrealisti ne iniziarono il recupero considerando Lautréamont un loro predecessore.

⟡ L'episodio del giovedì è incentrato sulle riprese di un ponte che si trova presso Berlino, noto come il Ponte delle Lacrime in quanto scelto sovente dai suicidi come luogo per mettere in pratica i loro tristi scopi. I nomi che compaiono nel segmento dovrebbero essere quelli di persone che si sono suicidate gettandosi dal ponte nell'anno precedente all'inizio delle riprese ma, in verità, si tratta di in-jokes, cioè di nomi burla, ad esempio Bettina "Pfister" equivarrebbe a "scoreggia" sottintendendo che la ragazza si sia suicidata per le prese in giro derivante dal cognome.

⟡ Nel segmento "martedì", nella videoteca in cui si reca il protagonista, si notano sia un poster sia una videocassetta del film Nekromantik dello stesso Buttgereit.

⟡ Il prigioniero a cui viene reciso il pene è lo stesso Buttgereit.

Titolo originale

Id.

Regista:

Jörg Buttgereit

Durata, fotografia

74', colore

Paese:

Germania

Anno

1989

Scritto da Exxagon nell'anno 2005 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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