Nekromantik

-

Voto:

Rob (Daktari Lorenz) lavora per una società che si premura di togliere i cadaveri dal luogo di incidenti automobilistici. Insieme alla sua ragazza Betty (Beatrice Manowski) condivide la passione per le cose morte, passione che Rob soddisferà pienamente portando a casa uno dei cadaveri recuperati sul lavoro. I due iniziano un ménage à trois col cadavere, finché Rob non viene licenziato e Betty lo lascia portandosi con sé il cadavere. Rob non riuscirà a sopportare la vita da single.

LA RECE

Grezzo ed exploitation, sì, ma anche provocatorio; forse una meditazione sulla solitudine urbana, sull'orrore del privato domestico. Come ha detto sarcasticamente dal critico Mark Kermode: "È probabilmente l'unico film che ti farà pensare due volte se è il caso di organizzare un appuntamento romantico in un obitorio".

Titolo a doppia K, locandina da lurido home-video anni Ottanta, film ben noto fra gli appassionati di horror a fette spesse ma assolutamente ignoto al mainstream. Comprensibile. Un’altra linea di confine valicata, uno shock di certo meno acuto di quanto potesse essere ai suoi tempi ma ancora capace, oggi, di fare abbassare gli occhi. Nel rinascimento dello splatter anni '80, il lavoro di Buttgereit riuscì a distinguersi per qualche merito positivo e si sollevò non poco dalla base underground tedesca tutta presa a produrre pellicole ultragore che peccavano di idee e di tecnica (Violent shit, 1989) spingendo il limite dell'orrore un po' più in là. Buttgereit dimostrò di avere un talento, tra l’atro meglio percepibile in Nekromantik 2, anche se la carriera di questo regista non sembra essere evoluta oltre corti, programmi televisivi e altri indie interessanti ma commercialmente poco incisivi (Schramm, 1993). In Nekromantik assistiamo a una fusione di elementi fortemente erotici e tematiche ultra-splatter. Nonostante la copula dei due protagonisti col cadavere sia passata alla storia come una delle scene più disgustose della settima arte, va ammesso che la resa non è così realistica come si potrebbe pensare. Mentre Buttgereit mostra una vena grottesca quando associa il coito necrofilo a musiche romantiche e rallenty da film d'amore, evitando di cadere nella brutalità, scade, invece, nell’exploitation con l’inserimento del filmato che mostra l’uccisione e lo spellamento di un coniglio stile mondo-movie. Interessanti, invece, alcune riflessioni sulla sovraesposizione all’orrore che porterebbe a una desensibilizzazione rispetto allo stesso (cfr. Benny's video, 1992), tanto più che accade esattamente questo con il film: acclimatarsi agli accoppiamenti abominevoli e alle frattagli sparse nella casa del protagonista, porta all’emersione di una certa noia anche giustificata da un ritmo poco vivace. Non aiutano l'atteggiamento registico che fa ricorso a scene oniriche dal gusto art house e, soprattutto, i pochissimi dialoghi. Nekromantik ha sollevato da una parte dure critiche per l'eccessivo livello splatter e per un certo maschilismo, o antifemminismo, esplicito nel secondo capitolo e, dall'altra, ha fatto gridare gli appassionati al piccolo capolavoro. La scena finale, che vede Rob pugnalarsi mentre il suo pene in erezione, palesemente posticcio, spruzza grosse quantità di sperma e sangue, supera il segno, è grottesca, orrorifica ma meno grossolana di quello che si possa pensare. Nekromantik, con tutti i suoi evidenti limiti, è un film che rimane. Sull’argomento e sui toni ci si ricasca da anni ma con mediocrissimi risultati (Necrophile passion, 2013), ma qualcuno ha anche superato il maestro (Aftermath, 1994). Cult ex-underground da vedere, questo e il seguito (Nekromantik , 1991), ma solo se sapete sopportare il cinema con un piede oltre il limite; e, in alcune sequenze, tutti e due.

TRIVIA

Jörg Buttgereit (1963) dixit: “Ho avuto tutti i tipi di problemi che potevo avere con i miei film. Ho fatto di tutto, mi sono fatto valere, ho recuperato i miei vecchi film dalla censura, sono stato nominato per un premio che alla fine non ho vinto […] Sono approdato su un altro pianeta: documentari, teatro, radio, opere teatrali, fumetti, questo genere di cose. Perché tornare a fare un film dell'orrore?” (exberliner.com).

⟡ Il film venne girato in 8 mm e gonfiato a 16 mm per il grande schermo. 

⟡ In camera di Rob si può intravedere, attaccata al muro, una foto che raffigura Charles Manson. 

⟡ La musica del film proiettato al cinema è la stessa di Zombi 2 (1979) di Fulci. 

⟡ L'attrice Beatrice Manowski, l'anno stesso, comparirà nel film di Wim Wenders il Cielo sopra Berlino

⟡ Buttgereit compare nel film come uno dei dipendenti della società Streetcleaning. 

⟡ Il film è bandito in alcuni Stati, fra cui: Finlandia, Norvegia, Singapore. 

⟡ John Waters, il regista di Pink flamingos (1972), parlò di questa pellicola come del “primo film erotico per necrofili".

Titolo originale

Id.

Regista:

Jörg Buttgereit

Durata, fotografia

71', colore

Paese:

Germania

Anno

1987

Scritto da Exxagon nell'anno 2007; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

commercial