Violent shit

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Voto:

Mentre la polizia lo trasporta chissà dove, un killer demente, Karl The Butcher Shitter (Karl Inger), si libera e inizia una strage interminabile: un po' dilania, un po' mangia carne umana, un po' squarcia genitali. Poi, in preda a un delirio mistico, il killer sventra Gesù. Il folle finirà per autodistruggersi e generare un figlio.

LA RECE

Piccolo cult underground casereccio e parossisiticamente splatter. In realtà, la sua forza sovversiva e la sua violenza sono limitate nell'effetto da un evidentissima imperizia generale. Comunque, se ne apprezza lo spirito DIY.

Horror casereccio che ha reso noto al mondo underground il modesto talento di Andreas Schnaas. Compiuti 24 anni, Schnaas si procurò una videocamera VHS-C e, supportato da qualche amico, si lanciò nell'avventura della Merda Violenta, forse galvanizzato dai lavori estremi del suo connazionale Buttgereit (Nekromantik, 1987) e dalle forti influenze slasher degli anni '80 esercitate soprattutto da Venerdì 13 (1980). Lontano dai risultati ottenuti dai suoi modelli d’ispirazione, Violent shit si configura come un accumulo di situazioni ultragore legate sottilmente da un plot bucato come un Emmenthal. Gli "attori" sono una masnada di non professionisti che, con tutta probabilità, si è fatta delle grasse risate durante la produzione; gli effetti speciali sono rustici e tutte quelle cose che accadono con le auto-produzioni girate in cortile. Poi c'è lui, Schnaas e la sua regia. Si tratta di un coacervo di errori, immagini fuori fuoco, utilizzo abnorme dell'effetto di solarizzazione, rallenty a casaccio, inquadrature traballanti e montaggio delirante. Il raffazzonato parossismo con cui Schnaas riempie le sequenze di sangue e frattaglie è tale che il film viene minato secondo la logica del troppo che stroppia, col risultato che lo spettatore, alternativamente, sorride e sbadiglia. Anche la carica eversiva e provocatoria, che s’incentra nella scena dello squartamento di Cristo, pare ricercata e stucchevole. Come fanno giustamente notare Curti e La Selva (2007): "Non basta battere il record mondiale di emoglobina utilizzata sul set [...] per potersi fregiare di un passaporto da outsider. L'estremo non è una questione di quantità: anzi, il fattore-disagio pare diminuire in maniera inversamente proporzionale all'aumento di materia prima, soprattutto quando quest'ultima è offerta con noncurante prodigalità". Quando il sangue non è in scena, tocca sorbirsi alcune tediosissime scene di gente che guida; nelle situazioni splatter, invece, occorre chiudere un occhio su più di un elemento illogico: un uomo con un’erezione mentre viene aggredito dal killer? Ok, almeno l’ironia non manca. La gioiosa inettitudine generale e l'affastellamento di elementi ultragore ottiene, comunque, la sua risonanza. Nonostante la sua notorietà, immeritata se lo si cita come uno dei film più violenti, Violent shit rimane un filmetto fatto in casa che gioca con la morbosità tardoadolescenziale di vedere "roba", fregandosene altamente se, come col porno, tale pubblico skippa dialoghi e trama e si getta in fast forward verso i momenti hard-gore. Innegabile che Schnaas sia stato un pioniere e abbia entusiasmato molti giovani nella misura in cui ha dimostrato che con pochi mezzi e tanta buona volontà ci si può fare un nome. I suoi successivi film sono la prova che chi la dura la vince; e questo non glielo si può negare. Passaggio vagamente obbligato se siete attivi in qualche forum o pagina social frequentata da ragazzi appassionati di horror, i quali è bene che sappiano che l’horror di qualità risiede altrove ma che, nondimeno, anche questo è amore. Con due seguiti evitabili dai più: Violent Shit II (1992) e Violent Shit 3 - Infantry of Doom (1999); io mi sono fermato qui ma, nel 2010, Schnaas si associò a Timo Rose e realizzarono Karl the Butcher vs Axe (2010).

TRIVIA

Andreas Schnaas (1968) dixit: “Ho sempre pensato che Lucio Fulci avesse uno stile tutto suo e che fosse molto coerente nei suoi film. Mi è piaciuto il suo stile. Oggi c'è un nuovo standard cinematografico ma per me i film italiani degli anni '70 hanno fascino e polso, tanto quanto tutti quei film americani ad ampio budget” (racksandrazors.com).

⟡ Nessun dato, per ora.

Titolo originale

Id.

Regista:

Andreas Schnaas

Durata, fotografia

75', colore

Paese:

Germania

Anno

1989

Scritto da Exxagon nell'anno 2005 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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