Tremors: Shrieker Island
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Voto:
E così, pare proprio che il nostro amato Burt Gummer, animato ancora vivacemente dal settantatreenne Michael Gross nel ruolo della vita, chiuda, con questo film, la sua caccia ai Graboids, i vermoni antropofagi emersi dal terreno del cinema con Tremors (1989); quello che i mostruosi esseri non erano riusciti a fare per sei film, cioè, liquidare il protagonista, riesce, qui, ad un graboids sull’isola disgraziatamente abitata da un sacco di Shrieker, i mostri bipedi, in quanto geneticamente modificati come armi biologiche. Il plot, che strizza con tutta evidenza l'occhio a Jurassic Park (1993) e la Pericolosa partita (1932), viene ancora diretto da Don Michael Paul, regista dalla filmografia prevalentemente direct-to-video, che offre agli amanti del B il solito comfort food visivo con anche qualche competente scena d’azione innestata in una Thailandia che dovrebbe suonare come una “dark island”. Male la color correction satura e innaturale ma bene, invece, il villain interpretato dalla faccia giusta di Richard Brake, e bene pure la bella virago Cassie Claire. Ovviamente, benissimo, per l’ennesima e ultima volta, il Gummer di Gross, un Sisifo condannato a combattere in giro per il mondo delle creature ineliminabili in toto (valle a pescare tutte sottoterra!). Finale con immagini di repertorio per sollecitare l’operazione nostalgia. Certo, non un capolavoro ma, in un panorama pieno di prodotti plastificati, iperattivi o, peggio, di un buonismo nevrotico, l’artigianalità e bonaria semplicità di questo lavoro meritano rispetto. Rispetto, sì, ma anche la sola attenzione dei completisti, ovvero di coloro che si sono presi la briga di passarsi in rassegna tutto il franchise. Gli altri evitino o, almeno, si preoccupino di vedere i primi due film di una saga che forse, ma forse, è finita qui.

Fast rating
Titolo originale
Id.
Regista:
Don Michael Paul
Durata, fotografia
103', colore
Paese:
USA
2020
Scritto da Exxagon 07-2025; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0