Il tuo dolce corpo da uccidere
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Voto:
Il diplomatico Clive (George Ardisson) fa uccidere la moglie (François Prévost) dall'amante di lei (Eduardo Fajardo). Clive porterà il cadavere in una valigia fino a Tangeri per sbarazzarsene in maniera definitiva ma ci sarà uno scambio di valige e, per Clive, inizieranno i problemi.
LA RECE
Regista non esperto di Spaghetti thriller o giallo, insieme ad Antonio Fos in sceneggiatura, ordisce una storiella di tradimento, vendetta e cadaveri persi in giro. Medio se non mediocre. Pellicola ormai valida solo per gli amanti di quel genere filmico.
Prima dei grandi fasti del melodramma partenopeo con Mario Merola (Zappatore, 1980; Carcerato, 1980; Tradimento, 1982; Giuramento, 1982), il regista romano Alfonso Brescia ebbe una brevissima avventura con l’horror-thriller all'italiana; prodotti di questa fuitina furono il Tuo dolce corpo da uccidere e Ragazza tutta nuda assassinata nel parco (1972), entrambe produzioni italo-spagnole. Risultati scarsi, a dire il vero, infatti, Brescia troverà il successo, come detto, con pellicole di altro genere e film dai titoli incredibili quali Elena sì, ma... di Troia (1973). Le premesse de il Tuo dolce corpo da uccidere sono le solite dello stracollaudato thriller all'italiana: gente benestante eccentrica e viziosetta trama per farsi fuori; d'obbligo il colpo di scena finale. Il film di Brescia ha un inizio interessante con Clive Ardington che fantastica di sbarazzarsi dell'insopportabile moglie Diana: ben poco sconvolto dalla scoperta che la consorte lo cornifica con Fajardo, fatto passare come un ex medico nazista, Clive ricatta quest'ultimo per forzarlo a liquidare la moglie. Il prosieguo del film non è questo concentrato di sorprese e il finale è prevedibilissimo. Non rimane che godersi le espressioni ebeti di Ardisson che, quando ride, ricorda Rocco Siffredi, nonché i ben noti primissimi piani oftalmologici tipici del cinema bis de noantri, nonché qualche strabuzzata ripresa col grand'angolo. Finalone esageratamente tragico per il povero Clive e tragicomico per il medico. Musiche di Carlo Savina. Pezzo minore di cinema nostrano con qualche guizzo ma, tutto sommato, dimenticabile anche se non espressamente sconsigliato.
TRIVIA
Orchidea De Santis, nel film Elena Sanders, spende belle parole: “Alfondo Brescia era un omone dolcissimo, educato, rispettoso, sensibile e attento […] I produttori si fidavano molto di lui. Sapevano che non usciva mai dal budget, che molto spesso credo fosse pochino, per fare opere indiscutibilmente professionali. Ecco, lui mi ha dato la possibilità di interpretare un ruolo senza che dovessi mostrare niente di più che la mia faccia” (Iachetti, 2017).
⟡ Nessun dato, per ora.
Regista:
Alfonso Brescia
Durata, fotografia
93', colore
Paese:
Italia, Spagna
1970
Scritto da Exxagon nell'anno 2010 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
